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Una canzone per la domenica (11). Il fenomeno “Simon & Garfunkel”di Sandro Russo . Simon & Garfunkel. Paul Simon, chitarra e voce, Art Garfunkel, voce. Il duo, le loro canzoni, hanno attraversato i nostri anni. Compagni di scuola dalle elementari, tentarono strade diverse, poi costituirono un duo che presto divenne un faro della musica pop-rock. Furono insieme dal 1957 al 1970, e loro separazione (artistica) fu un colpo; non come quella dei Beatles, ma quasi. Album famosi: Wednesday Morning, 3 A.M. (1964); Sounds of Silence, (1966, fu la colonna sonora de Il Laureato (The Graduate) di Mike Nichols del 1967, che fece anche la fortuna di Dustin Hoffmann ); Parsley, Sage, Rosemary and Thyme (1966); Bookends(1968); Bridge over Troubled Water (1970). Dopo la dissoluzione del duo continuarono la carriera in campo musicale; Paul Simon con dischi di pregevole fattura, come Still crazy after all these years (1975) e Graceland,del 1986. Art Garfunkel produsse qualche disco e lavorò nel cinema…
Vorrei presentare qui, invece del famoso, epocale, noto a tutti Sound of Silence, un’altra loro canzone scoperta (e amata) in due tempi: quando uscì (con l’album omonimo, vedi sopra) e quando ho tradotto e approfondito il testo. Da YouTube – Scarborough Fair . . Cliccare sull’immagine per ingrandire La storia della canzone è appena un po’ complessa; essa riprende il motivo di una ballata tradizionale inglese, tipo La fiera dell’Est, di Branduardi. Il contrappunto di Canticle, indicato tra parentesi nel testo, sono dei versi da The side of a hill, scritta da Paul Simon nel 1963, su musica di Art Garfunkel. On the side of a hill On the side of a hill, in a land called somewhere On the side of a hill, a little cloud weeps Da YouTube. On the side of a hill, con immagini: . . Sul fianco di una collina Sul fianco di una collina, in una terra chiamata “da qualche parte” Sul fianco di una collina, una nuvoletta piange La versione finale della prima (e più famosa) canzone si vale di un particolare artificio letterario – ma qui usato genialmente – chiamato antifrasi. L’antìfrasi è una figura retorica per cui il significato di una parola o di una frase risulta opposto a quello che assume normalmente. Di solito l’artificio è denunciato dal tono della voce. Per esempio: – Ah! …hai fatto proprio un bel lavoro! – può significare che si è fatto invece un pessimo lavoro. Questo nelle sue linee essenziali, ma un svolgimento antifrastico si può applicare in vari campi; uno di questi è il cinema, in cui è facile giocare con la discrepanza tra una voce fuori campo che racconta (per esempio un ricordo) e le immagini (…di come sono andate veramente le cose). Qui in Scarborough fair l’alternanza, in una ballata campestre, di versi sereni che parlano di un amore lontano con altri contro la violenza cieca della guerra, crea un effetto straniante e poetico che vale la riproposizione a distanza di anni e il riascolto. Più e più volte… Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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