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Oé Avvoca’…

di Francesco De Luca

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Anche io sono tra coloro che, quando raffigurano i decenni del dopoguerra si beano in rappresentazioni esemplari, amabili. Ponza, paese di mare, tutto solidarietà, spirito comunitario, amicizia.

Pecchiamo di facile idealismo perché come in tutta l’Italia anche a Ponza si affrontavano due visioni politiche: quella di destra e quella di sinistra. Nell’isola forte era la presenza della Democrazia Cristiana, supportata anche dal potere religioso, mentre la sinistra era rappresentata dai Socialisti con l’avvocato Sandolo come portabandiera e dai Comunisti con Temistocle, Bosso ed altri.

Ma, e qui in parte giustifico la visione che ho bollato sopra come ‘facile idealismo’ , lo scontro non era aspro. I parroci (Dies e Sandolo) subdolamente presentavano la croce come simbolo cui dare il voto, mentre la sinistra utilizzava argomenti più materiali: la condizione miserevole dei pescatori, la miniera che distruggeva il paese e la sua bellezza, prospettando la crisi della borghesia.

Ma, ed è questa la nota distintiva che vado a sottolineare, il contrasto si svolgeva civilmente, direi garbatamente. L’esempio più popolare lo ha rappresentato nel cinema lo scontro fra Peppone e don Camillo.

Ora, in questi giorni, ho raccolto la testimonianza di un anziano signore, Aniello De Luca. Amabile e affettuoso non soltanto con me, suo fratello. Lui militava nell’area democristiana dove, con l’apporto della genialità di don Luigi Dies, si era formata una cricca di attivisti che cercavano di mettere alla berlina l’opera dei social-comunisti. C’era Ciccillo ’i Maistà alla chitarra e le voci della costituita Azione Cattolica maschile.

Di sera, quando lo scuro impediva il riconoscimento si andava sotto le finestre degli oppositori e si cantava questa canzone:

Ascolta dal file mp3:

 

Testo

Tutt’ i prumesse toie s’i porte ’u viento
’a posta, ’u dazzio e pure ’u bastemiento.
Tiene ’a parola overo ’nfallemiento
’a gente ’i bona fede vuo’ ngannà

Taratatà taratatà taratatarata taratatà

Oé Avvoca’ stasera è ’a festa toia
’sta serenata t’ha porta ’a banda toia
tutt’i cumpagne state overo muorte
oé Avvoca’ va cammina abbasce ’u puorte

Seluerio, Meniello e Gasparrino
teneno male ’i panze e male ’i rine
e tu Meniello mie e Picicco caro
pecché chiagnite lacrime sì amare

Taratatà tararatà taratatarata taratatà

Oé Avvoca’, stasera è ’a festa toia..
’sta serenata t’ha porta ’a banda toia
tutt’i cumpagne state overo muorte
oé Avvoca’ va cammina abbasce’u puorte

Oé Avvoca’, stasera è ’a festa toia..
’sta serenata t’ha porta a banda toia
tutt’i cumpagne state overo muorte
oé Avvocà va fa’ ’mmocca a chi t’è muorte

(questa seconda versione era osteggiata dal parroco ma privilegiata dai giovani)

 

La canto io e, mi tocca dirlo, senza nessun velo che possa nascondermi al vostro sberleffo.
La propongo per puro divertimento, per cui le persone menzionate stiano al gioco. Ora, come lo furono allora.

Voi vorreste sapere anche come effettivamente andarono le elezioni politiche e come si riverberò lo stato delle cose a Ponza. Ma io non sono uno storico e pertanto vi rimando all’ottimo libro di Corvisieri: All’isola di Ponza.

1 Comment

1 Comment

  1. silverio lamonica1

    6 Settembre 2018 at 21:03

    Caro Franco, hai suscitato in me cari ricordi dell’infanzia, quando c’era – come hai detto – una sana e aggiungo “sportiva” competizione tra centro-destra e sinistra anche a Ponza. Sono cresciuto in una famiglia di comunisti militanti e, di riflesso, anche io ho vissuto con curiosità quelle vicende. Pensa che la mia casa in via Padula era la “sede distaccata” della sezione del P.C.I. di Ponza, lì di sera si recavano i militanti comunisti ponzesi che hai menzionato ad ascoltare “Radio Mosca” e ne scaturivano i commenti più svariati.
    Tanti sono i ricordi.
    Ora per “par condicio” citerò gli ultimi versi di una strofa che mio fratello Tommaso dedicò al Dottore Martinelli, democristiano viscerale, che era solito partecipare al dibattito politico con veemenza.
    “U fegato s’ammala,
    a capa nun va cchiù,
    Martiné, t’agge itto u fatto,
    mo’ pienzece tu!
    Logicamente mi riservo di raccontare qualche altro aneddoto dalla “sponda opposta” alla vecchia DC.

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