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Una canzone per la domenica (10). La scoperta della poesia… l’amore!di Sandro Russo . Fine anni ’60 – primi anni ’70. Alle radici del progressive rock. In Italia, pur con un certo ritardo rispetto all’onda che veniva dall’Inghilterra, c’era un analogo fermento. Comparvero i New Trolls (1967), Banco del Mutuo Soccorso (1969), Premiata Forneria Marconi – PFM (1971), Area (1972). Anche qui tanti altri che non nomino, come ho omesso del tutto i gruppi e le influenze che venivano dagli Usa, nello stesso periodo. Ma restiamo al Banco e al loro esordio discografico, con due vinili, entrambi del 1972. Il primo, dall’originale forma a salvadanaio che portava come titolo il nome stesso del gruppo, e il secondo Darwin!, un concept album. Fu appunto, l’album concept, un’invenzione di quegli anni: una tematica unitaria sviluppata come un filo che legava tutti i brani dell’album. Tornando al Banco, l’opera prende il nome da Charles Darwin ed sviluppa il tema dell’evoluzione della vita sulla Terra. Basta scorrere i titoli di Darwin! per rendersene conto: Era necessaria questa discesa alle radici per presentare il brano scelto oggi per “Una canzone per la domenica”: la quinta traccia dell’album è 750mila anni fa… l’amore? (lyric di Vittorio Nocenzi e Francesco Di Giacomo, musica di Vittorio Nocenzi). Testo molto bello, delicato e originale insieme, tastiere leggere il giusto e progressive quando serve, una splendida interpretazione di Francesco Di Giacomo… . . Ed ecco il testo: Già l’acqua inghiotte il sole, Ed io tengo il respiro, Se fossi mia davvero, Lo so la mente vuole Una delle perle della mia personale antologia dei brani più amati.
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Questo pezzo mi ha profondamente commosso! Le ultime, o quasi, parole di Francesco Di Giacomo, riportatemi dal suo figlioccio Filippo Marcheggiani (che conosco molto bene: suona con il nuovo Banco), sono state ancora una volta un simbolo della libertà: “La libertà è un vestito di niente…” (se ricordo bene il senso è quello).
La vita gli aveva donato la voce e ascoltandolo, religiosamente e in silenzio, pare di sentire e toccare l’anima, proprio come fa un bimbo quando sente e tocca la madre… mentre la musica di Vittorio Nocenzi mima il richiamo materno…
Grazie Sandro!