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Lezioni dalla Storia. Mussolini (10). Conclusioni: un tradimento della fiduciadi Emilio Iodice (traduzione dall’inglese di Silverio Lamonica) . Qui di seguito la decima e penultima puntata (tradotta dall’inglese) dell’ottimo saggio di Emilio Iodice su Mussolini, pubblicato sulla rivista americana The Journal of Values Based Leadership (Il giornale della Leadership basata sui valori), attualissimo (luglio 2018).
La transitoria ascesa al potere di Mussolini dovrebbe indurre ad una pausa di riflessione coloro che amano la libertà. Ci dovremmo chiedere se un tale fenomeno possa accadere di nuovo. Potrebbe non assumere lo stesso aspetto o forma, ma il risultato di uno stato totalitario opprimente sarebbe il medesimo. La libertà sostituita dalla paura, il controllo col comando e il governo gestiti da pochi sulla moltitudine. Un evento del genere non può essere poi tanto remoto. La lezione che apprendiamo dall’ascesa di Benito Mussolini oggi è così attuale come lo era circa cento anni fa. In un incredibilmente breve periodo, è riuscito a ridefinire i parametri della leadership nel ventesimo secolo. Ha dimostrato i benefici dell’uomo solo al comando e il processo decisionale dittatoriale, in un modo tale che divenne ipnoticamente attraente per coloro che erano troppo ingenui per accorgersi del pericolo che stava loro davanti. Il fascismo divenne contagioso.
La “road map” del Duce era chiara: servirsi di un periodo di crisi per salire alla ribalta con libere elezioni; formare un forte nucleo di sostenitori devoti e fedeli; consolidare il potere con l’aiuto di elementi dominanti delle istituzioni, offrendo loro ricchezza, legge e ordine; predare un’opposizione debole e disorganizzata; criticare aspramente i rivali; creare un ambiente di paura; versare un disprezzo costante sulla stampa e quindi controllarla; comunicare attivamente a tutti i livelli; creare un culto della personalità quale cardine del regime; e, infine, lanciare un’autocrazia col sostegno delle forze armate e di influenti alleati del mondo economico. Le realizzazioni di Mussolini nel ricostruire le infrastrutture nazionali, nell’edificare nuove città, nel bonificare le paludi per creare nuovi terreni agricoli, nel restaurare e preservare il patrimonio archeologico del paese, nel riorganizzare le istituzioni governative, nello stabilire nuovi programmi per il benessere delle famiglie e dei lavoratori e sviluppare un nuovo sistema legale ed educativo, furono sepolte dal maremoto delle guerre del Duce e dalla soppressione dei principi democratici dell’Italia. La bonifica delle paludi pontine fu uno dei maggiori successi del regime Una democrazia forte, competente e ben gestita avrebbe potuto compiere le stesse cose di Mussolini. Avrebbe potuto farle senza la perdita della libertà e, di certo, senza avventurarsi in guerre di conquista. Invece, il dispotismo italiano, con la sua mancanza intrinseca di valori, fagocitò il suo popolo in una tempesta di dolore, di spargimento di sangue e di tormento, mentre li deprivava della loro libertà. Il regime fascista lasciò l’Italia nel caos: era moralmente, psicologicamente e finanziariamente fallita. Centinaia di migliaia furono i morti, furono milioni i senzatetto, la sofferenza derivata dalla violenza, dalle atrocità e dalla follia della guerra furono attribuite innanzitutto a Mussolini. Qualcuno dirà che gli italiani furono preda della seduzione fascista perché, a quei tempi, (l’Italia) era una società rurale con la maggior parte della popolazione ignorante. Dovremmo ricordare che molti intellettuali, compresi donne e uomini ricchi e molto istruiti, furono ammaliati dal fascismo e dal Duce. Ecco un uomo cui era concesso un potere illimitato e una fiducia illimitata nelle sue decisioni, integrità e sincerità. Avrebbe potuto usarle per arricchire la sua nazione con un innalzamento morale e con una maggiore stabilità economica e politica, basate su scelte sagge ed etiche. Invece intraprese un percorso verso il potere egocentrico con cui sostituì il patriottismo col mostro incontrollabile del cieco nazionalismo. Insistette nel sostituire la pace con la guerra e la democrazia con la tirannia. Benito Mussolini era un consumato predatore di rischi.
Gli italiani misero le loro vite e il futuro dei loro figli nelle sue mani. Non riuscì a preservare il dono più vitale che il popolo di una nazione possa dare a un leader: la loro fede, la speranza e la fiducia sacra. Le puntate precedenti della traduzione: (1), (2),(3),(4), (5), (6), (7), (8), (9) [Iodice. Lezioni dalla Storia (10) – Continua]
– 2007. Mussolini’s Cities: Internal Colonialism in Italy, 1930–1939, Cambria Press. ( v. pdf originale p. 25) Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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