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Incontri d’estatedi Francesco De Luca . Cosa fa di una persona un personaggio? La maggiore rilevanza sociale. Non importanza, ma la rilevanza, l’essere cioè presente, il sapersi imporre nella considerazione sociale, nei pettegolezzi, nelle convinzioni. Così, personaggio può definirsi l’idiota del paese, il bravo pescatore, il medico rispettato, il fannullone che inibisce e infastidisce. La comunità paesana conosce discendenza e storia personale, valuta le presenze e le assenze, percepisce il detto e il non detto e… attribuisce la qualifica di personaggio. Ciccillo ‘i maistà lo è stato senza dubbio un personaggio. Dal nomignolo non ne so la ragione ma la sua figura è presente nella coscienza paesana. Fondamentalmente a causa dei motti di spirito, delle battute. Perché aveva spirito arguto. Faceva un mestiere che lo metteva a contatto con i suoi concittadini nella varia natura e qualità. Era infatti ciabattino e il suo striminzito laboratorio lungo il Corso sulla Punta Bianca rimaneva impresso per il disordine, per il puzzo della tomaia e delle scarpe ammonticchiate. Per la poca luce. Sto parlando di lui per presentarlo ai lettori giacché Cristoforo Tagliamonte me lo nomina di continuo. Lì, su quella strada ci incontriamo pure d’inverno ma l’animo non è disposto alla conversazione. In estate no, in estate si parla, si conversa, ci si intrattiene. E così oggi Cristoforo mi confida che Ciccillo ‘i maistà è stato il suo maestro di pesca. – “Con la coffa?” Cristoforo è prossimo alla pensione. Fanalista di famiglia, presto lascerà il faro della Madonna e si godrà casa sua nella Dragonara insieme alla moglie MariaRosaria. Condividiamo, noi due, lo stesso amore per la nostra isola, ma Cristoforo è un isolano assoluto, più di me.
Nella foto di copertina (di Enzo Di Fazio): Cristoforo nella saletta circolare sottostante la lanterna del faro della Guardia
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Sono mattinate che ciondolo fra Santantuono e il Porto chiedendo informazioni: perché quel Francesco De Luca lo chiamavano Ciccillo ‘i maistà?
Bene: Ciccillo è diminutivo dialettale di Francesco.
’I maistà? Perché il padre Silverio era chiamato maistà. Ma perché? Perché era di tendenza monarchica e quando si parlava del re si alzava in piedi e profferiva: “Maestà!”.
Me lo ha confidato Ciro Parisi. Lui, quando aveva il bar a Santantuono ne sentiva di aneddoti e storielle. E poi… la monarchia a suo tempo attraeva come in seguito il fascismo. Cambiano i tempi, le mode e i colori.