Ambiente e Natura

Erotika ’60. (6). Il cinema “Margherita”

di Silverio Guarino

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Il cinema “Margherita” o di “Barbetta”, per distinguerlo da quello di “Regine” (c’erano due cinema a Ponza più uno a Le Forna) era un’altra palestra amorosa estiva.
I nostri agguati si perpetravano nel buio della sala (le proiezioni all’aperto erano meno favorevoli agli approcci), con alterna fortuna.

Il problema più importante era potersi sedere vicino all’amata preda, fonte di desideri, di innamoramenti brucianti, forieri di tormenti invernali.
E quando riuscivi in questa fondamentale presa di posizione geograficamente strategica, allo spegnersi delle luci, la tua mano riusciva e toccare e a stringere la sua con uno scambio di emozioni nuove ed eccitanti, come da tanto tempo desideravi che potesse accadere. Il film? Un “optional”.

Tutto lì: le nostre teste non si potevano avvicinare, né tanto meno le nostre labbra; lo avrebbero potuto vedere tutti, con buona pace dei nostri genitori (nessuno, già allora, si faceva i fatti suoi).
Ma tant’è: ci bastava.

Qualcuno (come me) riuscì a scrivere le mie e sue iniziali dietro la poltrona (..sedia di legno, per meglio dire) che avevamo davanti. A ben ricordare, accanto alle nostre iniziali, c’erano anche quelle di una altra coppia di innamorati.

Quell’amore durò solo un’estate. Gli anni dopo, andando al cinema “Margherita”, rivedevo con malinconia quelle lettere scritte in un momento di gioiosa felicità. Fino a quando scomparve lo stesso cinema “Margherita” e conesso le sue poltrone ed anche le nostre amorose iniziali.

E Petula Clark cantava: “Diventeranno facili i baci dell’estate, passeremo insieme cento ore innamorate, ma poi verrà il giorno che partirò. Alla stazione verrai, la mano tu agiti. Ciao, ciao! Non ti scordar di me”.

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YouTube player

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Tra le tante versioni esistenti su YouTube della canzone di Petula Clark, abbiamo scelto quella che contiene un-fotogramma-uno dell’amato scoglio (…ebbene sì; feticisti fino in fondo!)

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