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Ambiente. Il nido di plastica delle sulea cura della Redazione . Tempo fa avevamo messo da parte un interessante articolo da la “Repubblica” sulle sule. Messo da parte perché a differenza di gabbiani e berte questi uccelli marini non sono abituali nel Mediterraneo e poco o niente conosciuti a Ponza. Anche il nido d’amore delle sule ormai è di plastica di Giacomo Talignani Sulla prua di un gozzo di Portovenere (La Spezia), il nido d’amore di plastica è rimasto vuoto. Da un anno Roz è volata via e non è più tornata. I liguri la cercano all’orizzonte ma da quando il piccolo pullo uscito dal suo uovo celeste è morto soffocato da un laccio di polipropilene, la favola delle sule italiane sembra essere svanita. Colpa della plastica, dicono i ricercatori dell’Ismar-Cnr, diventata, a causa dell’uomo, il materiale preferito da questi uccelli per costruire i loro nidi. Le sule sono uccelli bellissimi, eleganti, migratori che d’inverno volano nel Sud dell’Atlantico e a primavera vanno a riprodursi a migliaia verso Nord, a volte fermandosi in Costa Azzurra o in Liguria. Da allora questi uccelli inseparabili, simbolo di un inossidabile amore, tornano a nidificare in Liguria dovendo però affrontare sempre più rischi. Così come accade sulle scogliere di Gjesværstappan, lungo le coste artiche della Norvegia, oppure della francese Carry-le Rouet, la plastica sta diventando il materiale “più adatto” per i nidi. Le retine delle cozze sono più modellabili, i frammenti di vetroresina più visibili e facili da reperire dei rami, le microplastiche si trasformano talvolta in bocconi e così dalle scogliere le alcove si spostano su moli, barche, luoghi vicini all’uomo. Una scelta che può essere fatale. Come nel 2016, quando sul gozzo di Portovenere istallarono una webcam: quasi in diretta andò in scena la morte del piccolo di sula strozzato da un laccio. Un altro non riusciva a volare a causa di una retina fra le zampe e un adulto rischiò di soffocare per colpa di un frammento nel becco. [da la Repubblica del 17 maggio 2018] Commento di Biagio Vitiello Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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