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Il PAI… Ahi… ahi… ahi

di Francesco De Luca

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Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) è lo strumento normativo attraverso cui ogni Comune regola gli insediamenti urbani, le zone a rischio, quelle vincolate, giacché fotografa e monitora e controlla il territorio comunale.

E’ un documento di importanza primaria che ogni Comune deve rispettare insieme ad un sistema di principi regolatori che la Regione di competenza stabilisce.

Compete dunque alla Regione Lazio e al Comune di Ponza.

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Il PAI che riguarda Ponza è per noi ponzesi mortificante perché assoggetta la stragrande parte del territorio a vincoli e ad impedimenti. Perché? Perché la ragione cui è stato ispirato è la salvaguardia della salute dei cittadini. Una ragione lodevole ma, se tale salvaguardia impedisce ai cittadini una vita degna sull’isola, lo strumento giuridico diventa strumento di tortura.

C’è un modo per contemperare le esigenze degli isolani a vivere sull’isola in maniera adeguata senza mettere a rischio la propria salute? Questo è l’interrogativo cui occorre trovare una risposta da parte dei tecnici della Regione Lazio insieme ai tecnici del Comune di Ponza. Ed è questa la decisione che ieri 10 agosto doveva prendere il Consiglio Comunale.

Il PAI che regola il Comune di Ponza deprime le aspirazioni degli isolani. Esso fu partorito da una Regione Lazio impaurita e fu avallato da un Consiglio comunale ponzese ignorante e distratto.

Paura e ignoranza di cui stiamo pagando dal 2010 ad oggi le pene noi Ponzesi sia per quanto riguarda la residenza stabile sia per lo sviluppo dell’isola. Le cale sono chiuse, la balneazione resa difficile, le strade interrotte, le case sono a rischio.

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L’intenzione non è quella di opporsi al PAI bensì quella di rivederlo, sulla base delle richieste della popolazione che rischia di morire soffocata da eccessiva tutela.
Ragionamenti avveduti, argomenti comuni, senso pratico, volontà di accordarsi per il bene comune. Questo l’intento dell’attuale Amministrazione da presentare alla Regione Lazio, giacché, come ho detto sopra, essa a suo tempo legiferò sotto la spinta della paura e non del buon senso. Lo dimostrano le norme che vigono nelle regioni Campania, Trentino- Alto Adige, Lombardia. Lì, in quelle regioni, a parità di condizioni ambientali , non si avverte lo stesso estremo disagio di cui patiamo a Ponza.

Si tratta di sedersi ad un tavolo e presentare in modo onesto le ragioni della vivibilità sull’isola e le ragioni della tutela delle persone e del territorio.

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Questa Amministrazione può anelare a risultati positivi. Lo può perché ha nell’atto costitutivo l’onestà che le precedenti amministrazioni non avevano.
Il Consiglio Comunale del 10 agosto ha dimostrato ancora una volta che l’arroganza, il malaffare, il disprezzo dei Ponzesi, sono ancora presenti in taluni insensibili del tutto al bene comune.