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Il ricordo di Piero Taruffi, nella “sua” Ponza

di Luisa Guarino

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Ricorre quest’anno il trentesimo anniversario della scomparsa di Piero Taruffi, ingegnere e pilota di automobili, vincitore nel 1957 della XXIV e ultima edizione della leggendaria “Mille Miglia”: 1600 chilometri Brescia-Roma-Brescia. Nato nel 1906 ad Albano Laziale, dove gli hanno intitolato una strada, Taruffi è morto nel 1988 a Roma, ma per noi il suo nome è indissolubilmente legato a Ponza, che ha cominciato a frequentare negli anni ’50, acquistando una casa poco più su dell’Hotel Bellavista, tra Via Umberto e Via Scarpellini, alla quale restano tuttora molto legati la moglie Isabella e i figli Prisca e Paolo.
Quando “noi della piazza” che orbitavamo intorno al ristorante Zi’ Capozzi, Franco, Sandro, Fausto, Silverio e io fissi, più altri amici estivi, eravamo adolescenti, loro erano due bambinetti deliziosi, e passavano molte ore in zona. Prisca, nata due anni dopo l’addio alle corse dell’illustre papà (avvenuto proprio dopo la vittoria della famosa “Mille Miglia”, e come Taruffi aveva promesso alla moglie), ha seguito le orme paterne, oltre ad essere un’apprezzata telegiornalista sportiva.

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Nel 2007, cinquan’anni dopo la vittoria di suo padre, è stata infatti proprio Prisca a partecipare alla nuova edizione della “Mille Miglia” ripresa nel 1977 come rievocazione annuale della gloriosa manifestazione, e a commemorare il genitore a bordo della stessa Ferrari 315S spyder Scaglietti, da lui guidata nel 1957. In quell’occasione “la figlia d’arte” ha diviso il volante con John McCaw, collezionista nordamericano attualmente proprietario di quella vettura leggendaria con il numero originale.
Famoso è anche uno dei prototipi realizzato e collaudato dallo stesso Taruffi, il famoso Bisiluro motorizzato Maserati, con il quale il campione fece numerosi primati mondiali, tra cui quello del chlometro lanciato, sulla cosiddetta “Fettuccia di Terracina” in provincia di Latina, dove toccò i 313 chilometri orari.

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Lo scorso mese di luglio, proprio per ricordarlo a trent’anni dalla scomparsa, è stata dedicata all’indimenticabile pilota la manifestazione “La Volpe Argentata Event”, che ha visto insieme auto storiche e golf presso il Golf Club della Montecchia (Verona), e alla quale era presente anche Prisca. Ricordiamo che “Volpe Argentata” è il titolo dato al campione in Messico nel 1951 in occasione della “Carrera Panamericana”. Un titolo che compendia il suo stile di guida brillante e intelligente e il colore dei suoi capelli, precocemente imbiancati fin dalla giovane età.

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Anche se credo ancora molte persone oggi a loro volta… con i capelli bianchi ricorderanno questo singolare personaggio, che amava il mare, aveva uno splendido motoscafo Riva di legno (come mi ha ricordato Franco Zecca), pescava e faceva immersioni profonde da far impallidire tanti giovanotti, sulle pagine del nostro sito una sola volta troviamo traccia di lui. Si tratta, e ringraziamo per la ricerca il nostro caporedattore preferito, di uno scritto di Francesco De Luca della serie “Racconti d’estate” (1) [7] “Sophia” del 18 agosto 2017, dove si parlava di una giovanissima Loren, e a proposito della presenza a Ponza di Roberto Risso, all’epoca noto interprete nel ruolo del carabiniere in “Pane, amore e… “ accanto a Gina Lollobrigida.
“Roberto Risso – scrive De Luca – trascorreva le vacanze qui, in una casa che Taruffi, sì, proprio lui, il campione di Formula Uno, aveva comprato, e parte dava in affitto”. In quella stessa casa il celebre pilota ospitava anche gli amici, in qualunque momento dell’anno.
Proprio di recente, nel corso di un mio viaggio in Africa, ho avuto modo di conoscerne uno, veneziano, quarant’anni più giovane di Taruffi. Del quale ricorda uscite in barca memorabili e tuffi e immersioni in cui cercava invano di coinvolgerlo. Ma ricorda anche le profumatissime ostriche con cui Giovannino Dies, figlio di un’altra leggenda ponzese, il campione subacqueo Mimì, lo accoglieva ogni volta che metteva piede a Ponza.