Ambiente e Natura

Casamicciola 135 anni, 11 mesi, 7 giorni (2^ parte)

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

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per la prima parte (leggi qui)

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Lunedì 21 agosto 2017 – Sei secondi

Lunedì 21 agosto 2017 è una magnifica giornata d’ estate nell’ isola d’Ischia. Ma un’estate troppo calda, torrida. Non piove da mesi. C’è il tutto esaurito negli alberghi, nelle case private e nei porti turistici. La popolazione dimorante può essere stimata in 200mila persone.

Il grande boato arriva alle 20:57. La terra trema per sei o otto secondi. Va via la luce. E’ il terremoto. Il tredicesimo nella storia sismica dell’ isola d’ Ischia dopo un silenzio di 134 anni. Migliaia di telefonini si collegano al sito dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanesimo (INGV) ed al suo corrispondente napoletano che è l’ Osservatorio Vesuviano. Dicono che l’ epicentro è a mare al largo di Punta Imperatore ad una profondità di 5-10 chilometri. E’ un errore. Un errore storico.

E’ il prof. Giuseppe Luongo, 79 anni, professore emerito di fisica del vulcanesino alla Federico II di Napoli che ha dedicato 40 anni della sua vita alla ricerca sulla straordinaria particolarità geologica dell’ isola d’ Ischia come allievo di Alfred Rittmann, lo scienziato della Terra che nel 1930 scoprì l’autentica natura geologica di Ischia, che si prende la responsabilità della rettifica.
Tutto il sistema del controllo sismico della Repubblica Italiana viene posto in discussione.
La conferenza stampa che tiene Luongo a Casamicciola il 26 agosto è un documento di eccezionale importanza. Quasi un testamento di un tenace studioso.
Trovata la Verità – è un terremoto del IX-VIII grado della Scala MCS con un epicentro nell’ area del Majo a Casamicciola come gli altri sei terremoti rilevati nel XIX secolo – si apre un dibattito: perché non c’è stato un controllo scientifico dell’ isola vulcanica di Ischia per oltre 100 anni? Come è la situazione dei Comuni colpiti di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio? Ha ancora senso lo spezzettamento in sei Comuni? Non ha bisogno l’ isola d’ Ischia di una unità politica dopo una “unità geologica”? C’è bisogno di una Legge Speciale per la sua particolarietà ambientale ed il suo sviluppo socioeconomico raggiunto di circa 50mila posti-letto e 9.500 lavoratori stagionali del turismo, del commercio e dei servizi?
Uno sviluppo caotico e che viene posto in crisi profonda dal terremoto del 21 agosto il quale pone in ginocchio soprattutto il Comune e la Comunità di Casamicciola.

Domande ma risposte provocatorie: subito il Comune Unico dell’ isola perché l’ espansione urbanistica e la consistenza economica con la demografia di 64mila abitanti con i riflessi sociali rende obsoleto il frazionamento in sei distinti Comuni; un ente di diritto pubblico per 20 anni , come un tempo lo è stato l’EVI dal 1952 al 1972, per la ricostruzione ed il rilancio capace non solo di redigere ma di approvare un realistico Piano Regolatore Generale in cui l’ isola è divisa per “rioni” non per Comuni; una nuova edilizia economica e popolare in aree geologicamente sicure per circa 3mila sfollati cominciando dall’ utilizzazione del complesso Pio Monte della Misericordia alla Marina di Casamicciola; una centralizzazione degli interventi da parte dello Stato con un Commissario Straordinario all’ isola d’ Ischia in prima istanza perché il decentramento amministrativo dello Stato in una Regione, una Città Metropolitana e sei Comuni, è inadeguato.

Utopie o l’evidenza di affrontare il più difficile momento dell’ isola d’ Ischia dopo il grande boom con il mito dell’ espansione esponenziale?

A 11 mesi e 7 giorni dal sisma gli interventi dello Stato – “che all’ Italia risponde” tanto per apostrofare o adattare la “certa idea” di de Gaulle dello Stato e della Francia – gli interventi della Repubblica sono “spezzettati per competenza”: i Comuni, la Città Metropolitana di Napoli, la Regione Campania, il Ministero dell’ Istruzione e quello dei Beni Culturali.
Ma un intero anno scolastico 2017/2018 è passato senza che gli 800 bambini di Casamicciola della scuola dell’ obbligo avessero una sede. Inagibili 5 edifici scolastici su 6 . “Fermi” 6 milioni di euro del Ministero dell’ Istruzione annunciati dall’allora Ministra Fedeli il 21 settembre con un solenne comunicato. Chiuse sei chiese su sette, 2500 sfollati, mille edifici colpiti tra Casamicciola, Lacco Ameno e residualmente Forio.
Hanno fatto richiesta di CAS (contributo autonoma sistemazione)o stanno in alberghi o da parenti. Il Majo e la Rita e la contrada Fango dove vivevano circa 2000 persone sono una “città morta”, i cui edifici crollanti sono stati puntellati da “tubi innocenti” orribili alla vista e fragili per un futuro movimento con una galleria a senso alternato con un semaforo nella via Spezieria in territorio di Casamicciola ed un’altra sulla strada Borbonica in territorio di Lacco Ameno . E’ una città morta da nascondere alla vista dei turisti perché il turismo è la sola economia come the show must go on. C’è un “commissario della protezione civile” per l’ emergenza ma non per la Demolizione e Ricostruzione. NON c’è un Piano Regolatore che adesso si chiama PUC. Non c’è una “ legge speciale” per una Ricostruzione ed un rilancio che richiederà milioni di euro e molti anni.

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