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Estate dei silenzi

di Francesco De Luca
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Quando calano le ombre e il piccolo golfo dal Core al promontorio della Madonna si accende di luci, il silenzio si impone tutt’intorno, nel tempo che la luna, prima timida, troneggia nel cielo, splendente e algida.

Il silenzio trascorre fra le onde calme e qualche sparuto gommone sembra scivolarvi sopra. Nelle catene e giù giù sulla piana a mare, il silenzio è accompagnato dal frinire dei grilli, dal pigolìo di un solitario gabbiano.

L’isola è come estasiata dalla calma estiva, che sciacquetta intorno agli scogli e i rufule lasciano gli incavi in cui dimorano per lambire lì dove l’acqua tocca la roccia.

Silenziosi due sagome si muovono fra i ciottoli della marina. Hanno piedi scalzi e un sacchetto in mano. Raccolgono i rufule più grossi. Ma in silenzio se no i gasteropodi, avveduti, lasciano la presa e si fanno scivolare in acqua. Al sicuro.

I due, soddisfatti della raccolta, con un’occhiata d’intesa, si spogliano e si immergono nell’acqua della cala. Un primo, irritante brivido e poi le acque danno quel sollievo che si ricorderà per un anno intero. No… per una vita intera. Quella notte, testimone la luna, dopo il bagno i due si promettono amore eterno.

Ma eterno è soltanto il passare del tempo. In piazza l’isola notturna schiamazza per i ragazzi ansanti al ritmo di una musica piatta, e si mangia circondati dagli occhi dei curiosi, e si acquistano souvenir perché la notte isolana rimanga fra i ricordi.

L’isola puoi subirla o aggredirla. Nel primo caso riesci a distrarti per il baleno improvviso di un pipistrello, per la caduta casuale di un fiore di oleandro, per l’ovattato farfugliare dell’onda tagliata dalla prua della zaccalena in uscita per la pesca di alici.

Nel secondo caso sostieni e rinvigorisci la conversazione con gli amici. Le ragazze mostrano audacia e indipendenza. Affascinano e intimoriscono. Ma il gioco vale la candela. Un po’ si è seri, un po’ sbruffoni, un po’ misteriosi. Lusinghe e verità. Fra queste può nascere la seduzione, la delusione, l’innamoramento. A quell’età la vita ancora presenta queste opzioni. Tutte fascinose.

E’ l’estate che favorisce questi approcci. Appagante, talora crudele. Nel silenzio il dolore è più intenso e, nello stesso tempo, nel silenzio è più dolce il piacere.

Ponza, in estate, ha il silenzio del sogno.