Ambiente e Natura

Chiaia di Luna, bella e perduta

di Paolo Iannuccelli

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Il servizio mandato in onda dal Tg 1 delle 20 a cura di Carolina Casa sulla vicenda del crollo a Chiaia di Luna ha mostrato una breve intervista con Giacomo Scarfì, per tanti anni gestore di un affermato e caratteristico ristorante-grotta sulla spiaggia ora chiusa ai bagnanti per pericolo di crolli.
L’inaugurazione avvenne nel lontano 1955 con la denominazione “Alcova della Diva Luna”; i primi frequentatori erano soprattutto tedeschi che scoprirono le bellezze di un posto fantastico.
Il nome mutò nel corso degli anni in “Da Giacomino”, senza mutare l’assetto spartano e l’ottima cucina di mare condita da gentilezza e garbo. In tanti hanno visitato quel posto fiabesco e riservato, romantico al punto giusto e lontano dai fragori del turismo di massa.
Giacomo, nel corso dell’intervista, è apparso molto emozionato, vorrebbe tornare con la sua numerosa famiglia sulla spiaggia che ama e sogna ogni notte.
Carolina Casa è rimasta impressionata dall’importanza che riveste il tunnel romano – ora in rovina – alla fine del quale si apre un paesaggio incantevole.

La galleria è scavata nella roccia per una lunghezza di 168 metri e larghezza compresa tra i 2 ed i 4 metri; le pareti di contenimento presentano un rivestimento in opus reticolatum e si notano degli splendidi e rari lucernari che offrono visibilità durante il giorno.
Al periodo romano risale la necropoli situata sulla falesia della spiaggia, composta da tombe a camera scavate nella roccia.

 

Immagine di copertina. Un’immagine di Chiaia di Luna con lo chalet di Giacomino ancora al suo posto

2 Comments

2 Comments

  1. Luisa Guarino

    22 Luglio 2018 at 17:05

    L’emozione di Giacomino ieri sera al Tg1 credo ci abbia contagiato tutti, noi che tanto amiamo Ponza e Chiaia di Luna, la sua spiaggia simbolo. Sperando, caro Paolo, che la Diva Luna possa tornare presto ai suoi antichi fasti, mi chiedo: non si potrebbe intanto procedere per tranche? Mi ci ha fatto riflettere lo stupore ammirato e addolorato di Caterina Casa. Non si potrebbe cioè recuperare intanto il tunnel romano, opera architettonica di assoluto rilievo, con il suo “opus reticulatum” di tanto pregevole fattura? I turisti, seppure con l’arenile “temporaneamente” proibito, potrebbero visitare almeno il tunnel. Il cancello potrebbe essere spostato alla fine del percorso, laddove comincia la roccia e si intravede un mare da sogno. Chissà, magari ci si sta già lavorando, come progetto. Me lo auguro: almeno l’abbandono non sarebbe totale e noi potremmo ricominciare a sperare.

  2. Silverio Guarino

    23 Luglio 2018 at 00:08

    Alla pagina 47 della recente pubblicazione di Silverio Mazzella “Ponzesi, gente di mare”, si può vedere chiaramente, in una foto risalente all’agosto 1944 (che mostra una esercitazione degli alleati sulla spiaggia di Chiaia di Luna) un evidente recente e decisamente enorme “crollo” della falesia.
    E’ ciò che avviene periodicamente, da milioni di anni, da quando l’amato scoglio è uscito dalle acque del mare e non sempre si riesce a documentarlo.
    Fortunato (doppiamente) chi è riuscito a bagnarsi in quelle acque (come me, mia sorella e molti coetanei) senza subire danni.
    Sana, incosciente, gioventù.

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