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Pacchiarotto

di Nino Picicco; proposto da Franco De Luca
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Sull’onda della revisione e riproposizione dei pezzi musicali usciti su Ponzaracconta (leggi qui [2]) ci siamo accorti di alcune insostenibili mancanze.
D’accordo con l’amico Franco De Luca, stiamo cercando di ovviare.
Sandro Russo

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Aveva il gusto di prediligere le stranezze, gli aspetti unici della realtà. Quale? Quella della sua isola. Di chi parlo? Di Nino Picicco.

Gli inverni ci vedevamo nei pomeriggi per intrattenerci con la musica. Si stava pensando allora di iniziare un filone di canzoni ponzesi.
Un pomeriggio mi presenta una canzone. O meglio, la dico per intera, accenna ad una strofa musicale: – Che dice… putesse i’?
– Sì – gli rispondo – ma su quale testo?
Mi mostra alcuni fogli dove ha delineato la figura di Pacchiarotto. Chi? Quello che ha dato nome alle chiane ‘i Pacchiarotto, dirimpetto alla Piana Bianca? Sì, proprio lui.

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Figura della tradizione popolare. Anni trenta del novecento. Non ponzese ma accasato qui. Si inventa la tratta dal Porto ai gradoni di Cala Inferno. La via più breve e più comoda per raggiungere Le Forna, senza percorrere il tragitto a piedi.
In quell’esercizio gli capitò un fatto tragico che è raccontato nella canzone. Così come si narra pure della sua importanza nella liturgia natalizia. Perché a lui, colla sua splendida voce, era riservato di intonare il Tu scendi dalle stelle all’atto della nascita del Bambinello alle ore 24 del 24 dicembre.
– Vuoi dire troppe cose – suggerisco – devi sfoltire il testo”.
Macché, Nino è irremovibile: o la storia per intero o…
– Va bene, va bene – dico io. Ed ecco qui la canzone.

Ascolta e guarda qui su YouTube:

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Tra le foto che corredano il video, questa di una processione a Sant’Antonio; grottone di Giancos sullo sfondo.

Che sorpresa ritrovare tra le figure (a sinistra nella foto), Silveri’u matt’, ancora in pantaloncini corti. Politicamente scorretto chiamarlo “matto”;  ora non si direbbe, ma non aveva altri nomi per noi e comunque gli si voleva bene!