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Estati che furono, estati che sono (3). Poi vennero le estati del disinteresse. Gli studenti, diventati professionisti, avevano messo su famiglia, dimoravano fuori l’isola. La quale piombò nel baratro dell’ ignoranza. Ignoranza sì, ossia non comprensione delle regole amministrative, di quelle legali, di quelle sociali. L’apparire dell’estraneo riparatore sembrò una folgorazione. La scelta politica sembrò prendere una strada diversa. Mal ci incolse. Quello che appariva era soltanto la punta dell’iceberg. E quello che appariva per i Ponzesi erano disprezzo, indifferenza, disistima. Oggi poi abbiamo saputo che il corpo dell’ iceberg aveva progetti faraonici a vantaggio di potentati romani e di venduti concittadini proni ai capricci del ‘signore’. E oggi ? Come sono le estati ? Sono tranquille. Socialmente l’isola è serena. Socialmente c’è la consapevolezza delle potenzialità economiche del territorio e la certezza che occorra creare un fermo allo spopolamento invernale. Le estati? Immagine di copertina. Dipinto di Mariuccia Stretti
[Estati che furono, estati che sono (3) – Fine]
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