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Sea sorrow – Il dolore del mare

di Sandro Vitiello

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Oggi è il venti di giugno e noi a Ponza festeggiamo san Silverio.
Facciamo bene perchè nei nostri pensieri, nei pensieri di chi vive del mare e in mezzo al mare, san Silverio è l’ultima speranza a cui possiamo aggrapparci quando il destino ci volta le spalle.

Oggi è il venti di giugno ed è la “Giornata mondiale del rifugiato” promossa dall’Onu (sul sito leggi qui [1]).

Oggi esce nelle sale il film di Vanessa Redgrave “Sea Sorrow – Il dolore del mare”.
Il film-documentario racconta le vicende del Mediterraneo visto come palcoscenico di una tragedia; la tragedia di quanti si mettono in cammino per sfuggire alle guerre e alla miseria che colpisce tanta umanità, soprattutto nel sud del mondo.

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La storia del nostro pianeta è storia di migrazioni; i paesi che hanno avuto la capacità di accogliere e valorizzare quanti hanno bussato alle loro frontiere sono stati paesi che hanno fatto della diversità ricchezza e dell’accoglienza fonte di crescita.
Questo film racconta la tragedia di quelli che hanno dovuto partire.
Dalle guerre, dalla miseria prodotta dalle guerre.
Quelle guerre antiche o moderne che hanno visto sempre protagonista il nostro Occidente, evoluto e civile.
Gli anni successivi alla seconda guerra mondiale saranno studiati dalle prossime generazioni per capire fino a che punto ha potuto spingersi “la civiltà occidentale”.
Laddove non sono arrivate la cannoniere ci ha pensato “l’intelligence”.
A volte è bastato mandare qualche multinazionale a sventrare e distruggere i fragili equilibri che tenevano insieme nazioni costruite a tavolino, dopo la fine del colonialismo.
Oggi raccogliamo i frutti di tutto questo.
Senza averne tratto alcun insegnamento.
La vicenda siriana e quella libica sono la dimostrazione dell’incapacità dell’Occidente di indirizzare correttamente lo sviluppo democratico di alcune nazioni.
E poi ci lamentiamo che quella gente scappa dalla miseria e dalla guerra?
Se fossimo noi?
Se fossero i nostri figli quelli che vediamo sbarcare o affogare in mezzo al mare?
Se fossero le nostre mogli quelle che portano negli occhi la sofferenza di donne e di madri?

Vanessa Redgrave ha più di ottanta anni e non si è tirata indietro.
Ha viaggiato lungo le coste del Mediterraneo dalla Grecia alla Spagna; sul continente da Calais a Londra.
Ha raccolto le testimonianze di quanti scappano oggi dagli orrori del nostro tempo e ha parlato con quanti hanno conosciuto l’orrore e la guerra sul nostro continente.
E’ un film da guardare e da considerare.
E’ un film per capire.