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Siamo sempre attenti alle notizie che riguardano i fari, come questa, su la Repubblica di oggi 1° giugno.
Dopo quattordici anni
Il guardiano che farà rivivere il faro di Portofino
di Michela Bompani
Genova. Un secondo di luce. Quattro di buio. Un secondo di luce. Quattro di buio. Dal tramonto all’alba. Ogni notte.
Si riaccende dopo quattordici anni il faro di Portofino, è appena arrivato il nuovo guardiano.
«Un uomo paziente, che ama la tranquillità, vorrei leggere di più, magari scrivere. Se sapessi scrivere bene», si racconta, il maresciallo Paolo Bassignani, 58 anni, che ne ha aspettati quasi trenta prima di avere il “suo” faro. Ed arrampicarsi fin qui. A sorvegliare il mare e proteggere i marinai. Come quando sugli scogli si accendevano i fuochi.
Un faro chiatto, bianchissimo, sospeso su un promontorio, a picco sul mare, il golfo del Tigullio s’allarga sotto. E, quasi per ironia, Portofino non si vede. «Devo guardare l’orizzonte, non la terraferma», sorride il maresciallo.
Solo cent’anni fa in Liguria c’erano venti faristi, o “guardiani di faro”. Oggi ne sono rimasti sei, compreso quello della Lanterna di Genova.
Ci sono soltanto 160 faristi operativi, in Italia. Uno di loro è il maresciallo Bassignani. Si affaccia dalla terrazza e spiega: «Dalle 8 alle 14, tutti i giorni, ho molte funzioni da svolgere: pulire le ottiche, controllare che il segnale sia efficiente e operativo». Poi si ferma un attimo. E aggiunge: «Il mare è magia, non è tecnologia, ma il faro deve funzionare bene».
Guarda con gratitudine questo suo luogo di lavoro e spiega che ha dovuto fare manutenzione a molti fari, per ventisette anni, tra la Liguria e la Toscana, lui che è di Villafranca in Lunigiana, prima di poter finalmente arrivare qui.
Il sindaco di Portofino, Matteo Viacava, è orgoglioso che il faro sia tornato a fare il suo lavoro e con Bassignani si è già organizzato per poter fare visitare anche ai turisti la piccola costruzione.
Era dal 2004 che il faro di Portofino non aveva il custode. Quando lasciò il suo posto Roberto Racalbuto.
E tutti pensarono che quel faro sarebbe rimasto abbandonato e non più presidiato. «La Marina militare ha deciso di investire ancora sul faro di Portofino, ha ristrutturato l’alloggio del guardiano e ora eccomi qui», dice Bassignani e, sotto, arriva appena il rumore del mare.
Sa aspettare, il maresciallo. Sa che lo attendono giorni silenziosi blu e furiose tempeste affacciato a quella terrazza, conosce bene il rumore delle «onde rompersi come vetro infranto contro gli scogli» come racconta Virginia Woolf.
C’è un cavo sul pavimento, che non porta a nulla: «Mi sono portato la tv — si giustifica — ma, ora che sono qui, non so se la collegherò».
[Da la Repubblica del 1° giugno 2018 p. 16]