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Dite qualcosa di sinistra… Dite qualcosa!

segnalato da Sandro Russo
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Era il 1998, vent’anni fa e sembrano passati secoli da allora, ma certe situazioni sono così emblematiche che si ripropongono, ancora e ancora…

Questo stato d’animo, insieme di frustrazione e impotenza mi si presenta non troppo raramente, per iniziative non dico di Ischia o Capri, ma di Ventotene, anche di Montecristo tra un po’..!

Stavolta la causa scatenante è stata una notizia letta sui giornali pochi giorni fa, e riguardava le Tremiti. Un’iniziativa del sindaco, sterile e velleitaria quanto si vuole, inadatta a risolvere un problema che è enorme e su scala mondiale, ma almeno un segnale, far vedere che qualcosa si muove… che non ci si può appiattire davanti ad una catastrofe ineluttabile.

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La notizia è qui di seguito e in fondo, un brevissimo video da “Aprile” (1998) di Nanni Moretti: “D’Alema di’ una cosa di sinistra, di’ una cosa anche non di sinistra, di civiltà.. D’Alema di’ una cosa, di’ qualcosa! Reagisci!”

Le Tremiti senza plastica “La aboliamo per legge”
Dal primo maggio vietate le stoviglie monouso. In vendita soltanto quelle biodegradabili
Il sindaco: “Uccidono il mare, dovevamo fare qualcosa subito”

di Giacomo Talignani

Il sogno di un’estate senza plastica ha il profumo della rivolta e la forza del cambiamento. Nasce da un comune piccolissimo, le Isole Tremiti: il sindaco dell’arcipelago che ospita poco più di 500 abitanti spalmati su quattro chilometri quadrati ha infatti deciso – per legge – che dal primo maggio sulle isole saranno vietate tutte le stoviglie di plastica. Pochi giorni fa ha firmato l’ordinanza: niente piatti per i picnic, no a bicchieri per la birra e il caffè, basta con coltelli e forchette, addio ai contenitori monouso. In vendita si troveranno solo materiali biodegradabili. Per gli esercenti e i cittadini che trasgrediranno sono pronte multe fra i 50 e i 500 euro.

È forse uno dei primi sforzi di questo tipo in Italia, messo nero su bianco in un’ordinanza, per arginare un fenomeno divenuto ormai planetario: ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani.

La stessa mossa la Francia l’ha annunciata per il 2020, anno di addio ai monouso, in diversi altri paesi, come ad esempio l’India, è già in atto e su alcune isole turistiche come Ibiza è in programma, dato che la regina della Baleari abolirà bicchieri e stoviglie non compostabili fra un paio d’anni. Ma le Tremiti volevano agire subito.

«Sulle bottiglie, essendo un’isola, è ancora complesso da orchestrare questo esperimento: ma magari arriveremo anche a quello. Stiamo vedendo il nostro mare ucciso giorno dopo giorno dall’uomo e dovevamo fare qualcosa subito» spiega orgoglioso il sindaco Antonio Fentini, che si dice «ambientalista più che politico». Così più di anno fa, in queste terre pugliesi amate da Lucio Dalla che ne esaltava “la storia, la cultura e le leggende”, il sindaco, gli ambientalisti e i membri di una piccola cooperativa di soluzioni biodegradabili (Ekoe) hanno iniziato a ragionare se e come, per legge, potevano arginare i monouso dando vita a una rivoluzione per la “messa al bando della plastica” a favore di “materiale compostabile”.

Una scelta nata per salvaguardare un territorio protetto. Una riserva marina che però, per colpa dell’uomo, si ritrova gli inquinanti proprio attorno alle sue coste, per altro provenienti dal resto della penisola e trascinati fin lì dalle correnti: una ricerca condotta da Greenpeace e Ismar-Cnr nel Mediterraneo, grazie ai campioni raccolti, ci mostra come al largo delle Tremiti vi siano enormi concentrazioni di microplastiche arrivate a causa dei vortici e della conformazione dell’arcipelago distante poche decine di chilometri dalla costa. Ma quanta plastica? Immaginatevi una piscina olimpionica piena dell’acqua delle Tremiti: ebbene, ci si ritroverebbe a nuotare in mezzo a 5.500 pezzi di microplastica. Quando ha letto i risultati il primo cittadino non ci voleva credere.

«Basta guardare quanto è cristallino il nostro mare (spesso Bandiera blu, ndr) per vedere che è sano. Ma le microplastiche sono un male diverso, invisibile, probabilmente l’hanno registrato al largo da qui. Se ci sono è perché l’uomo continua a inquinare: le acque italiane sono afflitte da plastica, pescherecci e tonnare, sondaggi petroliferi, polistirolo e inquinanti. Se vogliamo cambiare le cose, da qualche parte dobbiamo pure cominciare. Lo faremo da qui».

Sarà un cambiamento graduale ma intenso. «Ho firmato l’ordinanza pochi giorni fa, in modo che i residenti abbiano il tempo per informarsi e recepirla. Ogni esercizio potrà rifornirsi di contenitori e buste biodegradabili dove crede e iniziare a usarle. All’inizio saremo soft, ma poi arriveranno le multe per chi trasgredirà».
Per applicarle, nell’estate dove sulle tre isole crescono vertiginosamente i rifiuti, saranno predisposti anche due vigili urbani in più. «Come in tutta Italia anche qui sono già vietate le buste nei supermercati. Già cinque anni fa chiesi all’Anci di vietare le cassette di polistirolo ma non ottenni risultati, adesso ci muoviamo da soli».

Lo scopo, in queste isole bagnate dalle acque del meraviglioso Parco nazionale del Gargano che ospitano anche preziose forme di corallo nero, è dare l’esempio. «Speriamo che lo facciano anche altri comuni perché, se faremo morire il mare, ci perderemo tutti».

[Da la Repubblica del 20 aprile 2018]

Questo il video da YouTube:

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