Ambiente e Natura

Dove nasce la tradizione orale

di Francesco De Luca

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Ho coltivato il dialogo coi libri tanto quanto quello con i simili. Li trovo entusiasmanti e divertenti.
Oggi a Santantuono, nei pressi del giornalaio, ho condiviso il tempo e la vicinanza con un gruppo di compaesani.

Ci si lamentava che il poliambulatorio senza la connessione internet è impossibilitata a dare servizi e ciò rende la comunità più isolata di quanto già l’inverno non costringa. Malumori, senso di impotenza e poi la rassegnazione. E’ lo stato d’animo dominante. Passata è la tornata elettorale. Soltanto i patiti si affannano nelle analisi. La gente comune l’ ha già metabolizzata. La politica di solito è parolaia mentre la gente è più attenta ai fatti, a quelli che toccano la quotidianità. E infatti oggi piove, fa freddo e non c’è gusto a stare all’aperto a parlare di quanto ci disturba. Quasi tutto.

Giovanni è irritato perché le fave non crescono con questo tempo e Ricciolino cela sotto i baffi il suo disappunto. Viene una ragazza e Ricciolino ci lascia e va all’edicola per darle il giornale. Ci voltiamo tutti a guardarla perché lo spettacolo merita attenzione. Salvatore, che ci snobba perché noi parliamo in italiano e lui invece parla come mangia, sentenzia:

‘A uagliona se fa uarda’.

‘A mamma ce ha dato ‘na dote

ca vale ‘nu tesoro.

L’aità pure l’aiuta…

ma chello ca calamita ll’uocchie

‘u porta a puntino

chillu culo a mandulino.

Ascolto con curiosità, e rifletto. Forse è questa la fonte da cui sgorga la tradizione popolare. Forse è questa la frontiera: di qua c’è l’estro di un passante che coglie genialmente l’attimo e di là c’è il rassodamento di una espressione in un detto.

Pensate che farnetichi? E allora com’è che dico culo a mandulino e tutti capiscono a chi mi riferisco?

 

***

L’immagine, scelta dalla Redazione, è ispirata a una foto di Man Ray (1890-1976): “Le violon d’Ingres”), pseudonimo di Emmanuel Radnitzky, pittore, fotografo e grafico statunitense esponente del Dadaismo.

Spiegazione del titolo dell’opera
Riprende un’espressione francese “il violino di Ingres” che fa della passione di Ingres per il violino, quando abbandonava i suoi pennelli, il prototipo dell’hobby. Qui il titolo suggerisce che le donne, e 
in particolare la modella della fotografia (Kiki de Montparnasse), erano per Man Ray, quando metteva da parte la sua arte, il giusto passatempo di sostituzione.

 

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