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Una lettera a San Giuseppedi Martina Carannante
Introduzione Caro San Giuseppe, che bel regalo ci hai fatto ieri! Ci hai dimostrato per l’ennesima volta quanto tutto puoi. L’impegno è stato al massimo; anche se qualche intoppo ha ritardato la tabella di marcia ed il tempo ha fatto i capricci, tu ci hai messo la mano ed è andato tutto bene. – San Giuse’, ma lo sai che mi sono impegnata pure io? E sì… perché per la festa tua, il mio rione è come il Giubileo a Roma, ma qua, invece di squadre di guardie svizzere a vigilare sul papa, noi abbiamo un team di giovincelli niente male a tua disposizione! Il presidente tuttofare come un papà ci ha guidati in questa impresa e, sempre in prima fila, è venuto pure a svegliarmi per fare la questua. Le donne e gli uomini del comitato hanno fatto il possibile per omaggiarti e portare un po’ di festa in queste giornate fredde e piovose. – San Giuse’, ma hai visto come sono stati veloci a mettere le luci? Hanno illuminato tutti i Conti, pure le vie più nascoste; scendendo da Le Forna pareva un presepio; – E il gran pavese? Bandiere e bandierine dappertutto! Poi la casetta… hai visto che abbiamo allestito pure la casetta? Tra Maria, Rosaria e Clara parevano il posto di guardia alla dogana! – I bambini che hanno cantato li hai sentiti? Ma certo che li hai sentiti! Con quelle voci soavi come facevi a non sentirli?! La spaghettata, le zeppole, le bancarelle, i cantanti e il cabaret, i giochi per bambini e i trampolieri. Insomma, una festona! San Giuse’, ma li hai sentiti i fuochi? Certo la diana è stata un po’ “miccia miccia”, ma che gran finale! Va bene, San Giuse’ sto parlando solo io… sicuro sarai impegnato, quindi visto che mi trovo faccio pure i ringraziamenti per te a tutti i Ponzesi che coraggiosamente hanno affrontato il freddo, il vento e la pioggia per assistere alla messa solenne e poi portarti in processione, oltre che prendere parte ai festeggiamenti.
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Grazie Martina cara, marzo senza la festa di San Giuseppe proprio non l’avrei sopportato. Così invece abbiamo potuto vivere a pieno l’atmosfera, vedere gli addobbi in chiesa, seguire in qualche modo la processione, e riempirci anche gli occhi con i fuochi d’artificio. Certo il tempo non ha aiutato, ma la ricorrenza di San Giuseppe resta comunque un evento non solo di forte valenza religiosa, ma anche da associare alla primavera, che prima o poi… dovrà pure arrivare. San Giuse’, pensaci tu.
Martina, è stato molto simpatico parlare della festa di San Giuseppe scrivendogli una singolare lettera.
Sono tante le domande che molti rivolgerebbero a Giuseppe, falegname, artigiano, lavoratore sulla mancanza di lavoro – dignità e soprattutto del valore del tempo.
Ma Giuseppe umile e silenzioso lavoratore ci potrebbe parlare anche della sua esperienza unica: si è trovato improvvisamente in un gioco molto più grande di Lui, quello di accompagnare una vergine verso la maternità addirittura del figlio di Dio.
Quante volte ci saremo chiesti che cosa pensava quell’uomo semplice e santo perché onesto e corretto, di quello che gli accadeva di così grande per lui e per l’umanità.
Ho trovato una lettera di Don Tonino Belli che scrive appunto a San Giuseppe.
http://www.reginamundi.info/dontoninobello/letteraASanGiuseppe.asp
La “Lettera a S. Giuseppe”, di Don Tonino Bello, sebbene alquanto lunga (10 pagine circa) sarà pubblicata come file .pdf in un articolo a se stante, compatibilmente con le priorità redazionali.