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Non sappiamo ancora se in Italia cambierà qualcosa. Si comincia a parlare di terza repubblica, ma cosa voglia davvero dire, e se vorrà dire qualcosa, lo sapremo forse solo dopo la formazione del prossimo governo. Ma probabilmente non basterà nemmeno: grande è la confusione sotto al cielo, come si usa dire in questi casi.
Ma a Ponza? Cosa ha espresso il voto ponzese?
Spesso accade che Ponza rappresenti in scala quello che avviene nel resto d’Italia; anche questa volta è stato così. Il voto espresso a Ponza, cioè, è sovrapponibile all’aria che si respira nel paese tutto, e quest’aria ci dice che siamo di fronte ad una sorta di anno zero.
Nel senso che gli esiti del voto non sono legati a questo o quel programma, a questa o quella promessa, a questo o quel vincitore. Nell’anno zero non ci sono vincitori e vinti.
Ci sono solo nuovi scenari che si aprono, o si possono aprire.
La politica che si trascina stancamente da troppi decenni, senza passioni e prospettive, non funziona più. Quella politica fatta di spartizioni clientelari, in cui i rappresentanti del popolo sono visti o in connessione coi poteri forti, o considerati incapaci di opporsi ad essi: in buona sostanza, inefficaci a rappresentare le istanze dei cittadini. La vicenda Acqualatina ne è un esempio emblematico.
Questo disagio è stato espresso dagli elettori che hanno premiato le forze identificate come in grado di opporsi a questo status, in grado di dare cioè nuova linfa e nuove prospettive al paese.
Il problema del M5S e della Lega, però, è che sono forze politiche che sfuggono ad ogni tentativo di inquadrarle all’interno di un percorso legato, se non ad una ideologia, ad un concorso di idee condivisibili. Non a caso sono forze trasversali, e senza legame storico col territorio. Addirittura la Lega, non più “Nord”, è entrata a gamba tesa in un territorio, il Sud d’Italia, dopo aver per decenni capitalizzato il proprio consenso elettorale schernendo “Roma ladrona” ed il parassitismo del Sud.
Per questo parlo di anno zero: questo è stato un voto “contro”, non “a favore”.
Grillo ha dichiarato che non solo è morta la vecchia politica, ma anche i paradigmi della stessa. Personalmente non sono per niente d’accordo. Possono cambiare le situazioni, ma non si possono cancellare le idee. Ad esempio cambia il senso del lavoro, che è sempre più fluttuante e variabile nello spazio – in poche parole il mito del posto fisso è scomparso, oggi conta di più avere competenze diverse ed essere disposti a muoversi nel mondo globale -, ma non cambia il concetto di diritto al lavoro. Altro esempio: abbiamo indubbiamente un problema legato ai flussi migratori che sono sicuramente migliorabili, ma il diritto o meno a spostarsi da parte di persone in difficoltà rimane.
Insomma, le idee rimangono, non possono scomparire, ovviamente. E con esse i concetti di “destra e sinistra”, comunque la si pensi. Non basterà certo a Lega e M5S l’aver soffiato sul malcontento con slogan ad effetto ed aggiungo, spesso di cattivo gusto, per creare una terza repubblica.
E a Ponza?
Ponza non è un luogo come un altro.
In questo senso ho supportato con convinzione l’avventura di Gennaro Di Fazio alle elezioni regionali nella lista Zingaretti. La presenza, per la prima volta, di un rappresentante dell’isola, non di partito o fazione che sia, è stato un elemento scardinante, nuovo, aldilà degli esiti.
C’è chi ha colto questo disegno, chi si è piegato alle vecchie logiche, chi semplicemente non ha capito.
Chi si è piegato alle vecchie logiche, lo ha fatto votando l’amico dell’amico.
Chi non ha capito, lo ha fatto probabilmente in buona fede, credendo di dover applicare anche al voto regionale lo stesso metodo usato per le politiche, cioè dare la preferenza ad una persona che nemmeno si conosce, solo per spirito di appartenenza.
In entrambi i casi, a mio parere, non comprendendo l’importanza della proposta.
Perchè, come dicevo, Ponza non è un luogo come un altro: è un territorio troppo delicato e debole da potersi permettere il lusso di non esprimere una politica locale.
Questa è una verità che sento di poter tranquillamente dichiarare: non riuscire ad esprimere una proposta, che sia in grado di farsi riconoscere e valere nei palazzi dove si compiono le scelte, esclude la possibilità di costruire un futuro possibile nell’interesse della nostra isola e di noi isolani.
Questa è la scommessa che ci siamo giocati in questa sfida elettorale.
Finora Ponza è stata sempre, con tutti i governi succedutisi in Regione, “utilizzata” come vetrina di comodo per spot ad uso e consumo interno. Nessuno ha mai realmente investito sulle nostre problematiche e sulle nostre potenzialità, almeno dalla presidenza di Panizzi in avanti. Per il semplice, mortificante motivo che di noi non importa nulla a nessuno: sic et simpliciter.
Come ho detto più volte parlando in questi giorni con amici che si lamentavano della scarsa o nulla presenza dei Presidenti di Regione a Ponza: non conta che i politici vengano da noi, piuttosto conta che noi andiamo da loro.
In 488 hanno colto questo messaggio, votando per la presenza di Gennaro Di Fazio in Regione, ed è un dato importante da cui partire.
Agli altri consiglio, con la massima umiltà e nel rispetto delle opinioni di tutti, una profonda riflessione.
Perché far finta che Ponza sia un territorio come un altro, in cui ci si può dividere in correnti, non solo è miope, ma è provinciale, è debole.
Non è certo l’amico dell’amico che può affrontare i problemi che ci stanno stringendo in una morsa mortale, a cominciare, in ordine di importanza, dal PAI, proseguendo con il futuro della ex-Samip, e via via a scorrere con i tanti piccoli-grandi disagi di ogni giorno.
Qualcuno potrà dire che il messaggio di Gennaro non è stato chiaro, che si poteva e doveva fare di più per creare maggiore partecipazione e quel consenso plebiscitario necessario. Ma se si vuole essere onesti intellettualmente bisogna altresì riconoscere che è proprio la partecipazione alla politica del territorio, ad essere in crisi, e non certo da oggi. Ormai non ci parliamo più, se non attraverso i social e relative fake news, con i disastri che puntualmente verifichiamo.
Ed adesso?
Certo, avremmo preferito che il nostro Gennaro Di Fazio, per le idee che esprime e perché ponzese, fosse stato eletto in consiglio regionale: inutile negarlo, anche se l’esser stato il più votato della lista con cui si è presentato, e l’essere stato il nostro Comune uno dei pochi in cui ha vinto la coalizione di Zingaretti, è stato da noi accolto con soddisfazione.
Ma proprio per questo la sua scommessa, la nostra scommessa, non finisce qua: anzi, inizia adesso.
Le idee, camminano piano piano, partendo da una visione, che in questo caso è quella di imparare a remare tutti nella stessa direzione, per lo stesso interesse collettivo.
La scommessa è valorizzare il nostro territorio, perché è piccolo, insignificante nello scacchiere geopolitico regionale, ma prezioso.
E poiché per noi è tanto prezioso, abbiamo l’ambizione, la presunzione e la follia di riuscire a renderlo tale anche al di fuori della ristretta cerchia di chi vive in questo fazzoletto di terra.
vincenzo
13 Marzo 2018 at 10:00
Gennaro nei suoi ringraziamenti ha auspicato che si apra un dibattito sul dopo elezioni a Ponza ma più in generale dell’importanza della politica per la risoluzione dei problemi dell’isola. Per questo scopo mi permetto di inserire il breve documento del leader dell’opposizione consiliare Piero Vigorelli in merito del mancato successo di Gennaro.
Il motivo – in questo caso secondo Vigorelli – è politico ma anche in questa critica politica si comprendono altre cose che inducono a descrivere il contesto culturale dell’isola.
“LE LACRIME DI COCCODRILLO
DEL DOTT. DI FAZIO
“Il Comitato Centrale così ha deciso: Il popolo non è d’accordo, nominiamo un nuovo popolo”.
Da buon vecchio comunista, Gennaro Di Fazio dovrebbe ricordare Bertolt Brecht e quindi non dovrebbe far finta di piangere per essere stato battuto alle elezioni regionali.
Il Dott. se la piglia con i Ponzesi. Li accusa di non averlo votato in massa. Accusa anche l’opposizione di non averlo votato. C’è mancato poco che non abbia mandato tutti all’inferno.
Perché, invece, non si è fatto due conti semplici semplici?
L’opposizione non poteva certo votarlo, rappresentando il passato che avanza e i risultati orribili dei nove mesi dell’amministrazione.
Ma neanche la “sua” maggioranza l’ha votato.
Infatti Gennaro Di Fazio ha avuto 488 voti per la lista civetta pro Zingaretti, mentre la “Casa dei Ponzesi” aveva preso 1.281 voti alle elezioni comunali.
Quindi, due terzi degli elettori della “Casa” non l’hanno votato.
Prima lo hanno usato per vincere a Ponza, poi lo hanno scaricato.
Si interroghi su questo.
Sull’opposizione, – ma quella al suo interno. Parenti serpenti.
Sul fatto che i Ponzesi non abbiano apprezzato il suo disimpegno al Comune una volta eletto e, al contrario, il suo impegno per un’ambiziosa corsa alla Regione.
Sul fatto che Ponza sia mal ridotta e che molti temono il peggio.
Anche in questo caso il Dott. Di Fazio si ricordi di Bertolt Brecht: “Sto lavorando duro, per preparare il mio prossimo errore”.
Mia breve riflessione:
Quando si “scende” in politica per il bene Comune bisogna capire come si sceglie di farlo, con chi e in quale contesto socio-culturale si fa. In un contesto di elevato individualismo culturale ogni azione politica (anche se ispirata da nobili ideali e intenzioni) può essere fraintesa per motivi vari .
Luisa Guarino
14 Marzo 2018 at 15:34
Non capisco caro Vincenzo perché tu preferisca riportare su questo sito link o scritti pubblicati da altri sui social. Eppure sai ben dire le cose “con parole tue” tant’è che subito dopo aver inserito questo “commento” hai scritto un pezzo di tuo pugno, “Il dopo elezioni a Ponza”. Perciò per cortesia evitaci di dover ospitare con il tuo tramite l’opinione di chi come in questo caso Vigorelli preferisce platee più ampie e “qualificate” di Ponza Racconta per le sue disquisizioni e analisi.
Gennaro Di Fazio
14 Marzo 2018 at 19:39
Sarebbe molto opportuno sapere chi ha scritto il commento “Le lacrime di coccodrillo”. Non mi piace rapportarmi con anonimi e disfattisti. La redazione di Ponzaracconta, com’è nel suo stile e nelle sue regole, elimini tale link. Grazie.
Gennaro Di Fazio
vincenzo
17 Marzo 2018 at 10:38
Cara Luisa,
lo faccio per creare confronto politico anche tra parti molto distanti come lo sono in questo caso Piero Vigorelli e Gennaro Di Fazio perché entrambi fanno politica ed entrambi dicono di farla per l’interesse superiore di Ponza e dei ponzesi e con le loro quotidiane parole e azioni influenzano il ponzese.
Gennaro aveva l’occasione di rispondere alla provocazione dell’articoletto, che assolutamente non è anonimo, ma non l’ha fatto: un’occasione persa!
Ma se non bastasse io dico che non c’è bisogno di una firma per comprendere se un articolo è anonimo o no.
https://www.facebook.com/groups/1540436995968159/permalink/2097160976962422/?pnref=story
Vedi cara Luisa, a mio avviso anche Sang’ ‘i Rutunne non è un anonimo: quando una redazione decide di pubblicare sistematicamente un “anonimo” la redazione di fatto si prende la responsabilità dei contenuti evidentemente anche condividendoli, per cui li sottoscrive.
Ma mentre è inutile confrontarsi politicamente con uno come Sang’ ‘i Retunne che fa battute ambigue con ambizioni satiriche è utile al contrario confrontarsi con i contenuti di un articolo sottoscritto dall’opposizione consiliare che accusa Gennaro di fare il coccodrillo.
Ma poi, è stato proprio Gennaro a chiedere di aprire un dibattito sul voto, ma non ho visto sfruttata l’occasione di replicare né all’articoletto di Vigorelli né al mio, di articolo, che aveva tutt’altra impostazione.
Per cui mi chiedo: dobbiamo aspettare altre elezioni per aprire un dibattito serio sulle prospettive della nostra isola?
Più tempo passa e meno gente rimarrà a Ponza!
Comunque io posso fregarmene della non risposta al “Coccodrillo” ma rimango deluso quando nessuno della maggioranza compreso Gennaro risponde alla mia sollecitazione: l’importanza di comunicare alla cittadinanza una prospettiva di governo possibile”.
Ponzaracconta ieri, quando c’era Vigorelli, stava all’opposizione; ora sta con molti dei suoi rappresentanti al governo del paese. Questi amici prima capivano l’importanza della comunicazione oggi spero che non se la siano dimenticata.
Luisa Guarino
18 Marzo 2018 at 17:38
Caro Vincenzo, so che ti piace avere sempre l’ultima parola, quindi mi aspetto un’altra risposta-replica, ma sono anche sempre pronta ad essere smentita dai fatti. Nella sua Epicrisi di oggi il nostro caporedattore Sandro Russo ha già chiarito perfettamente la situazione e il nostro pensiero. Non è davvero il caso, ribadisco, che tu “crei confronto politico” a modo tuo, facendo da tramite a scritti altrui, spesso presi dai social. Il confronto, e il dibattito, se nascono, nascono da sé e senza questi mezzucci. Chi vuole intervenire sul nostro sito lo faccia in maniera diretta… o taccia per sempre (si fa per dire). Quindi d’ora in avanti se e quando vorrai scrivere, fallo in prima persona, riportando l’Ambrosino-pensiero. Per quanto riguarda Sang’ hai perfettamente ragione: non è un anonimo, perché lo conosciamo perfettamente e ci sta bene così. Utilizza uno pseudonimo, tutto qua: non è il primo e non sarà l’ultimo.