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Perché vado a votare

di Rosanna Conte
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Io voto perché, se non lo faccio, altri decideranno per me.
Oggi non siamo più liberi di decidere?
Non è proprio così: quelli che vengono eletti decidono. Come e cosa decidono, è un altro discorso.
Il politico per definizione deve gestire la realtà e, in una democrazia, dovrebbe indirizzarla verso il modello di società che i cittadini hanno scelto.

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Negli ultimi decenni sono state prese e come delle decisioni.

Se si è deformata la scuola con quelle che ci si picca di definire riforme, hanno potuto decidere.
Se hanno deciso di togliere risorse alle scuole pubbliche e di darne alle private, hanno potuto decidere.
Se hanno fatto leggi elettorali incostituzionali o comunque obbrobriose, hanno potuto decidere.
Se hanno dato bonus a destra e a manca, hanno potuto decidere.
Se hanno eliminato l’art. 18 dello statuto dei lavoratori, hanno potuto decidere.
Se hanno approvato una riforma costituzionale vergognosa che lascia molti dubbi sulla cultura democratica di vantata marca occidentale, hanno potuto decidere.
Se hanno deciso di mettere in Costituzione il vincolo di pareggio di bilancio – una vera follia -, hanno potuto decidere.
Se hanno creato il reato di clandestinità e poi hanno fatto le sanatorie per i clandestini, hanno potuto decidere.
Se hanno deciso di tagliare i fondi alla cultura e alla ricerca e non alle guerre, hanno potuto decidere.
Se hanno tagliato i fondi alle Regioni con ricadute onerose per i cittadini meno abbienti su Sanità, Trasporti ecc, hanno potuto decidere.

.. e potrei continuare ancora. A guardar bene hanno deciso molto e tutto lungo una frattura sociale che sta diventando sempre più profonda.
E’ proprio quello che volevano le grandi lobby: i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, minore capacità decisionale della popolazione e quindi minore partecipazione alle elezioni.
Nella confusione creata dalla caduta del Muro di Berlino è stato fatto credere che non esistono più destra e sinistra: e in molti ci hanno creduto. Ma decenni dopo ci rendiamo conto che i vantaggi della caduta delle ideologie sono tutti per la destra.
La storia ci ha insegnato molto sulle sue performance e sulle sue capacità di prendere le redini giocando anche sui bisogni diffusi fra le classi medie impoverite, dalla destra fascista di Mussolini a quella populista di Berlusconi.
Allora diciamo chiaramente che nel Parlamento si decide e noi siamo responsabili di quelli che ci mandiamo. Non possiamo lavarci le mani.

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Quando saranno lì prenderanno le loro decisioni e se sono politici di mezza tacca prenderanno decisioni di mezza tacca, se sono delinquenti, le prenderanno da delinquenti, se sono seri si cimenteranno con le difficoltà oggettive per conseguire quanto più possibile l’obiettivo promesso, se sono imbonitori prenderanno decisioni favorevoli ai propri interessi e non a quelli del paese, ma decideranno.

Bene! Chi andrà a votare li sceglierà e sceglierà anche un modello di società in cui vivranno tutti, anche quelli che non sono andati a votare.
E considerati i toni e i contenuti della campagna elettorale, io penso di dover andare a votare perché non voglio subire:
una società xenofoba, che incita alla guerra tra poveri;
una società ultra-liberista e anti-solidaristica che toglie ai meno abbienti i servizi sociali e regala ai ricchi più ricchezza;
una società dal capitalismo malato in cui i lavoratori vengono licenziati mentre l’azienda, prima sovvenzionata con risorse pubbliche, si trasferisce all’estero;
una società che non comprende ed apprezza la valenza democratica della nostra Costituzione e la vuole deformare;
una società egoista che continua ad impoverire il paese, che non investe in ricerca e cultura, non tutela il lavoro, degradato a semplice merce;
una società pseudo-feudale dove esiste un mercato malato gestito da rapporti amicali e familiari e non dalla ricerca delle competenze;
una società di delinquenti dove si legifera a favore di potenti che hanno infranto la legge e dove l’onestà e l’onorabilità del politico sono considerati valori arcaici e desueti che fanno sorridere, mentre la clandestinità, che è una condizione e non un reato, viene perseguita per legge.

Quindi io andrò a votare per chi ho visto battagliare in Parlamento per i diritti che sono stati sottratti ai cittadini, per la difesa della Costituzione, per spostare i finanziamenti dalle guerre al welfare, per la tutela dei beni culturali ed ambientali, per evitare il disastro della buona scuola, per una gestione umanitaria dell’immigrazione, per chi ha fatto politica e non propaganda.
In questa legislatura non sono riusciti ad imporsi? Hanno perso la loro partita? Anche nella prossima legislatura saranno una minoranza?
Io voglio che, comunque, si possa continuare a sentire la loro voce e i principi di cui sono portatori possano ancora essere pronunciati.
Perché qui si rischia di dimenticare tutto, dai valori legati alle persone libere ai diritti dei cittadini. Valori e diritti, conquistati col sangue versato da milioni di uomini e donne negli ultimi secoli della storia europea, che rischiano di scomparire.

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Nota
Vignette di Altan proposte dalla Redazione.