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Epicrisi 163. Dal mare al mare

di Luisa Guarino

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Ultima domenica di febbraio, che a Ponza coincide con la festività di San Silverio di Le Forna [1], detto “dei pescatori” perché un tempo legata alla loro presenza sull’isola nel periodo invernale, mentre invece essi erano lontani per lavoro nel mese di giugno, quando cade la ricorrenza canonica. L’intera comunità dell’isola si raccoglie in quest’occasione intorno al Santo, raffigurato non con la barba nerissima, come la statua conservata nella chiesa sul Porto del Porto, o con la barba bianca nella statua della Sagrestia della Chiesa.
Vicini o lontani, ci sentiamo tutti uniti in questa giornata così importante sotto il profilo religioso e sociale.

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La statua di S. Silverio delle Forna, e (sotto) la testa di quella più antica

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Nel frattempo sulle pagine virtuali del nostro sito in questi giorni si sono succeduti tanti accadimenti, tante notizie, tanti racconti, che ci hanno coinvolto con accenti diversi. Interessanti e sempre efficaci gli scritti di Francesco De Luca, su registri differenti seppure riconducibili a uno unico. Cominciamo da “Si fa presto a dire isola” [4] in cui commenta un lavoro di Arturo Gallia dal titolo “Isola e frontiere nel Mediterraneo moderno e contemporaneo”. L’attenta disamina di Franco evidenzia parole e concetti importanti, approdando irrimediabilmente a quello di “spopolamento”: termine sempre più emblematico per tutte “le insularità” e in particolare per la nostra isola.

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Si è parlato sempre più spesso sul sito negli ultimi mesi, grazie soprattutto a Vincenzo Ambrosino [6] e Biagio Vitiello [7], della necessità di preservare e sostenere la residenzialità. E il concetto si associa sempre più a quello di spopolamento: un fenomeno che aggredisce Ponza così come tanti altre località della Penisola. Purtroppo è una realtà sempre più diffusa. Dalla Sicilia negli ultimi anni si è allontanato un numero di persone pari a un paese di grandi dimensioni; in alcune zone montuose della Sardegna le case si svendono per richiamare potenziali abitanti. Ponza non è da meno e sarà sempre più difficile che possa aspirare a una residenzialità stabile. A meno che non si abbia un lavoro o un’attività sul posto, e/o si abbiano bambini piccoli senza esigenze di carattere scolastico, come si fa a scegliere di vivere a Ponza in maniera stabile?

Il benessere acquisito negli ultimi decenni permette inoltre quasi a tutte le famiglie di avere una seconda casa in terraferma per poter far studiare i ragazzi. In passato si allontanava dall’isola solo una persona, il capofamiglia per lavoro o il figlio per studiare. Oggi anche il nostro microcosmo si è del tutto trasformato, e lo spopolamento appare un fenomeno inarrestabile.

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Tornando a De Luca, la sua vena poetica torna con “‘U vapore nun vène” [9], che però si conclude con realistica amarezza: “Male per chi tene bisogno”.
I racconti di Rinaldo Fiore legati all’infanzia spaziano questa volta da Maiori [10], realtà a noi molto vicina, alle nevicate abruzzesi [11].
Cronaca ed economia vengono alla ribalta con la dolorosa vicenda Embraco [12], che suscita vibranti commenti. Mentre torna all’attenzione pubblica dell’isola il caso di Villa Le Tortore [13], per la cui valorizzazione – informa Silverio Lamonica – c’è ora una delibera della Regione Lazio, sottoscritta da Regione stessa, Demanio, Comune di Ponza. A chi obietta che anche in passato si è parlato tanto ma non si è mai fatto nulla, il nostro replica confidando nel Demanio, che, come ha fatto per i fari, questa volta potrebbe/dovrebbe assumere un ruolo determinante.

Registriamo con piacere e orgoglio la presenza di “Ventoinpoppa” e di Assunta Scarpati, proprietaria e chef di “A casa di Assunta”, alla VII edizione di “Golositalia” [14] in programma alla Fiera del Garda di Montichiari (Brescia) da ieri a martedì 27 febbraio, e a cui partecipano oltre 700 espositori. Siamo sicuri che faranno conoscere anche al nord le nostre prelibatezze, tenendo alto il nome di Ponza.

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La vita, si sa, è fatta di mille sfaccettature, e ci fa passare dalla gioia alla tristezza. Così anche questa settimana dobbiamo registrare la scomparsa di una persona cara, Lucia Balzano [16]. E colpisce la sua foto sulla nave, al momento di ripartire da Ponza: ha lo stesso sfondo di quella di Gennaro Vitiello “i Maseppa” [17], che ci ha lasciato la settimana scorsa. E’ l’immagine di un momento insieme lieto e malinconico, che in questo caso diventa quella legata all’ultimo ricordo.

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Non ci piace essere autoreferenziali ma non possiamo fare a meno di parlare della campana [20] della motonave della Span Isola di Ponza donata e in qualche modo “restituita” alla nostra isola proprio in questi giorni, in concomitanza con la festa di San Silverio, insieme alla presentazione del II Quaderno di Ponzaracconta dedicato ai collegamenti tra Ponza e la costa. Registriamo al riguardo l’intervento del sindaco Francesco Ferraiuolo [21] nella giornata di ieri, al momento dell’ingresso ufficiale della campana nel Palazzo comunale di Ponza, dove verrà conservata.

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Avrei in ogni caso riservato la conclusione di questa Epicrisi al tema che amiamo di più, il mare, facendo riferimento all’articolo ricco d’incanto “Luci negli abissi” [23] tratto da la Repubblica, e all’affascinante scritto di Giovanni Hausmann [24] intitolato “La Schiocca, Associazione per la conservazione della filuga ponzese”.

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Mai avrei immaginato però un’altra chiusura, sempre legata al mare. Ieri mattina infatti è scomparso Folco Quilici [26], una figura fondamentale per tutti noi che amiamo tanto questo elemento, proprio da lui definito “sesto continente”, il più esteso di tutti. La Redazione ricorda con grande riconoscenza, stima e affetto non solo lo straordinario documentarista ma anche il cittadino onorario di Ponza, da lui tanto amata. Quilici adorava il nostro arcipelago, che negli anni ’70 ha ribattezzato “Pontinesia”, e ha sempre affermato che Palmarola è l’isola più bella del mondo. E sì che lui il mondo lo conosceva bene.

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