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Onde elettromagnetiche ed elettrosmog

di Silverio Guarino

 

Tutto era nato come commento all’articolo su Ponzaracconta riguardante i controlli dell’Arpa delle antenne della telefonia a Monte San Biagio (leggi qui [1]: in Rassegna Stampa del 14 febbraio scorso). Poi è diventato un contributo più ampio che potrebbe interessare i nostri lettori.
S. G.

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Come medico e come rappresentante dell’Isde (International Society of Doctors of Environment) Società Internazionale dei Medici per l’ambiente, mi corre l’obbligo di ricordare quanto segue, a proposito dell’inquinamento da onde elettromagnetiche.

C’è ancora poca letteratura medica al riguardo, ma di certo si è a conoscenza che le onde elettromagnetiche possono modificare e danneggiare alcune strutture “nobili” del nostro organismo, come le cellule del sistema nervoso, soprattutto in alcuni momenti della nostra vita.

Paradossalmente, quelle “brutte” antenne che vediamo in giro (e che spesso l’Arpa non può controllare, perché installate in terreni di privati) fanno meno danno dei nostri “telefonini”, anzi, più antenne ci sono e meno danni fanno i nostri “telefonini” (detta anche “telefonia mobile” perché ormai quella fissa, che non creava elettrosmog, non esiste quasi più).

Ciò avviene perché è proprio nella ricerca di telefonare quando c’è un segnale basso che il nostro “telefonino” diventa una fonte di emissione di onde elettromagnetiche in quantità elevatissima.

La Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale) ha elaborato in data 20 giugno 2017 (proprio il 20 giugno!) un decalogo che potete consultare in allegato .pdf in fondo all’articolo.

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Ma il più importante consiglio è che le mamme, fin dal primo giorno in cui apprendono di essere incinte e fino almeno al compimento del quarto anno di vita tengano lontano dai telefonini loro e il prodotto del loro concepimento; no Wi-Fi acceso durante tutta la giornata; no telefonini accesi e in carica vicino al cuscino; non fare telefonate, se segnale basso ed in ogni caso telefonate di breve durata, meglio in viva voce. Meglio messaggi sms se il segnale è basso.

Si può affermare con elevata approssimazione che in Italia ci sia un 3% circa della popolazione (in Svizzera il 5%) che possa definirsi “elettrosensibile” e che soffra per l’esposizione a onde elettromagnetiche.
Molti disturbi e sintomi ancora sfumati (insonnia, nervosismo, cefalea, astenia) possono essere correlati a tossicità da onde elettromagnetiche.

Senza dimenticare che con una sentenza del tribunale di Ivrea, è stato condannato l’Inail a risarcire un paziente al quale è stato riconosciuto come causato da onde elettromagnetiche l’insorgenza di un neurinoma (tumore benigno) del nervo acustico; questa persona ha potuto dimostrare l’uso del telefonino per fini lavorativi, per numerose ore al giorno per la durata di 12 anni, dallo stesso orecchio (ipsilaterale).

Dal punto di vista ematologico, è stata dimostrata una attivazione “in vitro” delle piastrine (elementi figurati del sangue che ci proteggono dalle emorragie, ma primi attori nella causare eventi trombotici), in campioni messi a contatto di telefonini, rispetto a campioni di controllo, con rischio di messa in moto della coagulazione e trombosi associata.

Non a caso i Lloyds di Londra non hanno rilasciato alcuna copertura assicurativa alla Motorola, quando nel 1997 chiese loro una assicurazione per danni potenzialmente correlati dall’uso di “telefonini” (Motorola Startac) in tempi lunghi.

Decalogo inquinamento indoor.pdf [4]

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