Attualità

La protesta delle mamme di Ventotene

di Silverio Lamonica

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Alla società “Utopia 2002” di Sezze è stata affidata dal Comune di Ventotene la gestione della Casa di Riposo per Anziani dell’isola. La Società in questione si occupa tra l’altro di ragazze madri e persone con problemi vari. Da qui nasce il timore delle mamme di Ventotene: vedere l’isola affollata da persone con problemi e la scuola, frequentata dai loro figli, stipata da altrettanti bambini “problematici”. Questo in sintesi, è il contenuto dell’articolo apparso su “Tempo Reale info”, firmato da Saverio Forte, il cui file – per completezza – riporto in calce a quanto mi accingo ad illustrare. Da ulteriori notizie, pare che sabato prossimo ci sarà una manifestazione in piazza Castello su tale “grave problema”.

Vi confesso che dopo una prima lettura, mi sono immediatamente ricordato di quanto scriveva Giuseppe Tricoli nella sua Monografia delle Isole del Gruppo Ponziano a proposito della colonizzazione di Ventotene da parte dei Torresi nel 1768. Quella volta fu il vescovo di Gaeta a protestare perché “In tale occasione surse il bizzarro pensiere al consigliere Pallante di sbarazzare la Vicaria, col mandare 200 ladri ad abitare Ventotene, ed altrettante prostitute rilevate dai luoghi di penitenza. (…) Ne’ primi momenti ciascuno mostravasi sollecito allo applicarsi pel rispettivo mestiere, ma tosto svegliaronsi i vizi, ritornavano nell’ozio, nella nequizia, nelle risse e tutti alla tresca con quelle sbrigliate libertine; in modo che gli stessi conjugati spesso si davano in preda a vita licenziosa. Il sovrano, proprio su sollecitazione del vescovo, nell’aprile del 1771 fece tornare nella capitale del regno quella genìa. (v. pag. 200 Ristampa op. citata a cura di Ultima Spiaggia).

Nel ‘700 neppure la Chiesa metteva in pratica la parabola del Vangelo: il buon pastore che mette in salvo la pecorella smarrita e anche per questo il nobile tentativo del Consigliere del Re, Pallante, di consentire a quei diseredati di riscattarsi, fallì miseramente. Ma eravamo nel Secolo XVIII dove chi nasceva sotto la cattiva stella era purtroppo destinato a rimanervi vita natural durante, anche perché a quei tempi nel Regno di Napoli (ma non solo) la popolazione era divisa in tre classi ben distinte e separate: gentiles (nobili), comuni e damnati ad triremes ( i galeotti), come pure rilevai in un registro parrocchiale dell’epoca nella Chiesa della SS. Trinità di Ponza, nel corso di una mia ricerca.

Ora siamo nel XXI secolo. Una sola classe sociale, i cittadini, formano il popolo e in nome di questo sacrosanto principio non dovrebbero esserci più emarginati. Sottolineo non dovrebbero … Allora da che cosa scaturisce questa “alzata di scudi” delle mamme? A mio modo di vedere da una carenza di informazioni; questo fatto le induce a credere che un probabile arrivo di queste persone più sfortunate, una volta alloggiate nella locale Casa di Riposo, siano lasciate in balìa di loro stesse, più o meno come accadde nella medesima isola circa tre secoli prima, a quel nutrito gruppo di sventurati napoletani. Un progetto del genere, al giorno d’oggi, non può prescindere dall’evidenziare gli operatori addetti all’assistenza di queste persone: psicologi, personale sanitario, educativo e così via e strategie relative.

Ma aggiungo di più. Inserire nella scuola “bambini con problemi” non è affatto una iattura, è una opportunità una ricchezza, purché non lasciati in balìa di loro stessi ma seguiti da personale preparato. Per questo motivo la normativa scolastica vigente prevede l’inserimento degli alunni “diversamente abili” nelle varie classi delle scuole di ogni ordine e grado con l’insegnante di sostegno che affianca nell’opera educativa e didattica il titolare. Ma al di là della normativa, per esperienza diretta di maestro prima e di dirigente scolastico poi, vi assicuro che essi rappresentano un arricchimento dal punto di vista umano ed educativo, prima ancora che didattico.

Non so se la Società Utopia 2000 abbia pianificato o meno di alloggiare nella Casa di Riposo di Ventotene, oltre agli anziani, anche ragazze madri e altre persone, ma alla luce di questi timori delle mamme, è bene che, assieme all’Amministrazione comunale, illustrino chiaramente alla popolazione residente i loro progetti futuri nei vari dettagli sopra accennati.

Ventotene/Nuova gestione della comunità alloggio anziani, la protesta delle mamme

3 Comments

3 Comments

  1. silverio lamonica1

    16 Febbraio 2018 at 12:05

    Al fine di arricchire il dibattito, trascrivo alcuni commenti apparsi alla pagina Facebook “Tutto su Ponza e Ventotene” ove ho condiviso l’articolo, con un commento “Meno siamo e meglio stiamo” e relativo file di Renzo Arbore

    Aniello Silvestri Signor Lamonica non voglio polemizzare oltre ma da un uomo di cultura come lei mi aspettavo qualcosa di più
    Lei mi insegna che se si parla di storia se ne parla nella sua completezza .
    Magari incontrandoci a ventotene se le fa piacere ne possiamo parlare.
    Buona giornata.

    Roberta SarloAmministratore del gruppo Anchr io mi meraviglio di lei sig lamonica lo sa che mell istituto scolastico di ventotene alcuni bambini avrvano bisogno di un logoprdista e non si e visto nessuno..figuriamoci se arrivetanno psivologi sociologhi la invito domattina a partrcipare manifestazione pacifica e apolitica dove ascoltera le problematiche dell isola che non conosce e poi potra’ trarre le sie conclusioni .

    Flavia Rosati Io nn sono ventotenese e nn vivo sull isola tutto l’anno soltanto per 3 mesi.circa di continuo e qualche frequentazione durante le feste. Ventotene ed i ventotenesi sono cambiati…..dopo queste elezioni e l aria che si respira e pesante…..l un contro l altro armati Montecchi e Capuleti in mano ai colori politici…L’ISOLA E VOSTRA ED E MERAVIGLIOSA NELLA SUA UNICITA NATURALE MA NON BASTA LA SOCIETA E ‘ FATTA DI UOMINI E CREDO CHE IL CONFRONTO COSTRUTTIVO LA DIVERSITA DI IDEE CI DEBBANO ESSERE MA SENTO ODIO OFFESA E SCUSATE MA QUESTO NN MI PIACE AFFATTO E MI ADDOLORA …….

  2. vincenzo

    16 Febbraio 2018 at 12:16

    Caro Silverio la tua è una nobile teoria ma la prassi è diversa.

    Non sempre si trova la collaborazione giusta, l’integrazione dalle nostre parti è fasulla.
    Il sostegno è parziale; in situazioni meno problematiche la cosa non funziona per cui le mamme fanno bene a difendere i loro diritto manifestando.

    Dopo tutto anche tu alla fine non sai se questa Società denominata Utopia, la stessa che guidò l’esperimento nel 700, ha pianificato ogni cosa.

  3. silverio lamonica1

    16 Febbraio 2018 at 12:31

    Trascrivo, qui di seguito e a caratteri cubitali, le ultime righe del mio articolo, per maggiore chiarezza:

    E’ BENE CHE, ASSIEME ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE, ILLUSTRINO CHIARAMENTE ALLA POPOLAZIONE RESIDENTE I LORO PROGETTI FUTURI NEI VARI DETTAGLI SOPRA ACCENNATI.

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