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’Na bella iurnata. Rinaldo Fiore nasce in un piccolo paese d’Abruzzo, Castiglione Messer Marino (CH) che gli lascia nella memoria, indelebili, emozioni e immagini… il colore dei campi di grano, delle ruvide rocce e delle montagne innevate: forme e colori che riemergono, spogli come i luoghi di origine, nei suoi acquerelli e nelle poesie. Lui dice: I ricordi d’Abruzzo sono il seme della mia vita, che hanno generato i miei ricordi come sono arrivati ad oggi…
È ’na bella iurnata, ’na bella iurnata pe’ fa’ l’ammore o pe’ ricurdasse che è ’sta cosa che fa tremma’ ’o core e tutte quanne, e poi t’adduòrme comm’e ’nu guaglione… 1 commento per ’Na bella iurnataDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Sono quasi imbarazzato nel vedere i miei pensieri scritti e dipinti qui, su Ponzaracconta: sono fondamentalmente una persona timida e questo mio “ardire” per essermi esposto pubblicamente sembra contraddire il mio intimo sentire da “timido”. Ma, d’altra parte, ho scelto di compiere i passi per esibirmi nella platea artistica e letteraria e devo andare avanti…
I due acquerelli esposti qui fanno parte di una ricca produzione che espongo dal prossimo 10 febbraio durante il carnevale di Venezia a Palazzo Zenobio nella manifestazione d’arte “Arte Walk” (ci saranno 16 miei quadri).
La storia dei miei acquerelli è la storia della mia vita: montagne innevate, campi dorati, mare incantato, il mio paese dove la neve ricopriva le case fino al primo piano, i campi dorati di grano dove i cardellini intonavano i loro canti d’amore tra le spighe di grano piegate dal vento come onde del mare.
Poi il mare di Maiori e Ravello impressi nella mia memoria… ho voluto onorare la mia terra, le mie radici, quella mazza di ferro che sull’incudine suonava melodie d’amore da generazioni, il rumore delle scarpe chiodate e il profumo della pasta fatta in casa… Io amo il mio paese, figlio di quella più grande terra d’Italia, una gente
così creativa ma con grandi sofferenze… io amo!
Rinaldo al popolo di Ponza e napoletano
PS – La poesia “’Na bella iurnata” l’ho pensata mentre stavo su un albero d’olivo a tagliare qualche ramo di troppo e in questo frangente ho ricordato una nostra ausiliaria dell’ospedale di Marino (in cui ho lavorato per 30 anni), che spesso usava come intercalare: “che tengo da di’?” e in quella posizione, in una giornata di sole in mezzo ad un centinaio d’olivi ed aria buona, solo una associazione di idea d’amore poteva nascere…