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Ricostruzione, quando la parola non bastadi Giuseppe Mazzella di Rurillo * . Ricostruzione è la parola più usata da oltre cinque mesi dal 21 agosto 2017, il giorno del tredicesimo terremoto dell’isola d’Ischia in epoca storica, il primo del XXI secolo dopo una quiete di 134 anni. Non c’è ancora un compiuto studio multidisciplinare sul sisma del 21 agosto ma ci sono in circolazione almeno 4 studi preliminari (la conferenza stampa del prof. Giuseppe Luongo del 26 agosto 2017, la relazione del prof. Giuseppe De Natale, la relazione del prof. Sebastiano Conte, la relazione dell’ avv. Lorenzo Bruno Molinaro) che avrebbero dovuto essere tenuti in conto dalle classi politiche (locali, regionali e nazionali) impegnate con donne ed uomini nelle rispettive Istituzioni Civili e Repubblicane per avanzare proposte istituzionali e concrete – cioè nelle forme di Legge e nei luoghi di Legge – sulla Ricostruzione ed il Rilancio Economico dell’ intera isola d’ Ischia. E’ appena il caso di ricordare che il terremoto, anche se materialmente ha colpito tre Comuni su sei direttamente con almeno 700 immobili interessati, 2600 sfollati, 30 attività economiche chiuse, ha un effetto indotto o devastante su tutto il sistema economico dell’ isola d’Ischia che è sostanzialmente una “mono-economia” tutta impostata sul turismo e quindi sulla ricettività. Il sistema locale di sviluppo dell’isola d’Ischia è costituito da tremila imprese e da almeno 9.500 lavoratori stagionali ed è talmente maturo (aggettivo utilizzato dagli economisti per definire l’espansione altissima dello sviluppo) che la Regione Campania nel Piano Territoriale Regionale del 2008, che individua in tutta la Campania 45 Sistemi Locali di Sviluppo su 500 Comuni, per la piccola isola d’ Ischia, di appena 46 chilometri quadrati, ne definisce uno a sé stante dei 14 individuati e definiti nella Provincia di Napoli, ora Città Metropolitana. Al tempo della “società dell’informazione” e della velocità della notizia su internet l’ effetto terremoto non riguarda soltanto Casamicciola, ormai in ginocchio economicamente, socialmente, politicamente e moralmente, ma anche Lacco Ameno, Forio e gli altri 3 Comuni poiché sui mercati internali dei viaggi Ischia è l’isola intera con le sue località. Da qui le preoccupazioni fortissime degli imprenditori del turismo che, mentre si stanno mobilitando per rispondere all’ effetto terremoto, registrano un calo di prenotazioni dal 30 al 60 per cento rispetto allo scorso anno, calo che produce una disperata concorrenza tra poveri con una riduzione esasperata del prezzo del soggiorno mossa da una corsa a chi fa il prezzo più basso per catturare turisti. Ricostruzione e Rilancio quindi sono due parole inseparabili e richiedono Istituzioni ed interventi inscindibilmente legati. Ma come avviare la Ricostruzione? Come avviare il Rilancio? Sul modello di Ricostruzione non c’è in giro un “documento programmatico” di un Comune dei sei e nemmeno di un partito politico di questa seconda Repubblica, pur trovandoci in campagna elettorale per le elezioni legislative del 4 marzo prossimo. Personalmente, avendo aderito al Movimento dei Democratici e Progressisti (MDP), ho proposto ai parlamentari fin dal 3 novembre 2017 rendere pubblica la proposta del modello istituzionale per la Ricostruzione ed il Rilancio di Casamicciola e dell’isola d’Ischia come messo in atto per la valorizzazione di Bagnoli a Napoli. Impegnando il Gruppo Parlamentare Mi sono riservato ulteriori proposte nella speranza dell’ascolto. Ritengo – in estrema sintesi – indispensabile avviare la Pianificazione Territoriale e la Programmazione Economica a guida pubblica così come l’iniziativa politica dei Comuni, in modo speciale quella di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio, per incanalare in corretti binari istituzionali la Ricostruzione ed il Rilancio. Casamicciola, 2 febbraio 2018
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