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Epicrisi 159. A lezione di memoria per non dimenticaredi Enzo Di Fazio . Ci sono settimane in cui certi argomenti si impongono rispetto ad altri e l’aria che si respira leggendo gli articoli pubblicati sul sito travalica i confini dell’isola e proietta il lettore verso tematiche che inducono alla riflessione e stimolano l’approfondimento. Ci viene a volte il dubbio che ancora non abbiamo fatto i conti con la lezione della storia se il presente viene spesso vissuto in maniera disincantata e distaccata dalla responsabilità culturale, politica e morale che discende dalla triste esperienza del ventennio fascista. La pagina delle leggi razziali è una pagina infamante perché scritta contro i diritti umani. Non la si può banalizzare né considerarla un incidente casuale. Non trovano alcuna giustificazione quei tentativi rivolti a separare i presunti meriti del fascismo dai suoi errori. E bene ha fatto anche l’ANPI a ricordare gli articoli di quelle leggi ripubblicandoli attraverso cinque videoschede che Repubblica ha presentato ieri. Intervenendo sulla limitazione dei diritti, non solo della sfera pubblica ma anche di quella privata, le leggi razziali hanno rappresentato l’annullamento dell’identità personale e la riduzione dei destinatari prima a numeri e poi ad oggetti spogliati di ogni dignità. Oggi non è abbastanza avvertito il bisogno di scavare nella storia, informarsi e conoscere per evitare di ricadere negli errori del passato. Questo rischio c’è se all’indomani della collocazione a Milano delle prime sei pietre di inciampo, create per restituire identità alle persone deportate e destinate allo sterminio, quella dedicata ad Angelo Fiocchi, operaio dell’Alfa deportato a Mauthausen, sia stata sfregiata da ignoti. I sopravvissuti allo sterminio dell’Olocausto, i depositari della memoria come Primo Levi e tanti altri ormai non sono più tra di noi. Ne rimangono pochi altri come le sorelle Alessandra e Tatiana Bucci che hanno ispirato, raccontando una storia vera, il primo cartone europeo realizzato sul tema della Shoah o Sami Modiano (leggi qui) e Piero Terracina o la 88enne Liliana Segre, recentemente nominata senatrice a vita, da vent’anni impegnata a portare tra gli studenti, dialogando con loro, il racconto della propria vita. Il riconoscimento a Liliana Segre è stato, come ha scritto Michele Serra, un riconoscimento alto e forte al valore insostituibile della testimonianza.
Ma quando non ci saranno più questi testimoni avremo la forza di sostenere i valori della resistenza, della Shoah, degli insegnamenti che ci derivano dalle loro esperienze? Potranno essere sufficienti le commemorazioni a tenere vivo il ricordo? Qualche riflessione al riguardo ci viene da uno scritto di Piotr M.A. Cywinski, direttore del museo di Auschwitz, comparso sulla Repubblica di ieri mattina. C’è molto da lavorare quindi per evitare che la Giornata della Memoria non si trasformi nell’ennesima commemorazione con le solite frasi fatte ed è tempo ormai che sia riconsiderata con il pensiero rivolto a tutti i discriminati e i perseguitati del mondo, come suggerisce Biagio Vitiello nel suo commento all’articolo di Rosanna e come in maniera partecipata e sentita viene fuori da due lettere che traggo dalla posta di Concita De Gregorio (vedi allegato 2). Detto della Giornata della Memoria nella settimana non sono mancati gli articoli che attengono alla realtà isolana. Innanzitutto la candidatura di Gennaro Di Fazio per le prossime elezioni regionali del Lazio. Ha tenuto poi banco la notizia della morte del Re dei mufloni di Zannone. L’abbiamo appresa da alcuni articoli apparsi sulla Rassegna Stampa cui ha fatto seguito un articolo, tra fantasia e realtà, arrivato in Redazione.
C’è, infine, la presenza di Franco De Luca puntuale nell’analisi dell’isola e della sua gente che auspica più sensibile ai cambiamenti che il tempo impone con una maggiore attenzione verso il territorio e a quello che di nuovo da esso promana. Un invito ad essere pragmatici ed illuminati per affrontare il futuro con avvedutezza e dignità. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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