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La Protezione Civile a Ponza. In risposta al sig. Vigorelli

di Alessandro Romano [1]

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E’ tipico delle persone con scarso senso del rispetto verso i propri interlocutori infarcire i discorsi polemici con offese, allusioni e sarcasmi poco gradevoli. Ciò emerge soprattutto quando, non avendo argomentazioni sufficienti a controbattere la parte avversa, si cerca di screditarla offendendola o mettendola in ridicolo. Non è successo solo nei miei riguardi, è ciò che accade, per esempio, contro Ponza Racconta, solo perché unica voce libera dei Ponzesi.
Il più recente esempio di questo deplorevole atteggiamento dell’ex sindaco di Ponza è il lungo e contorto sproloquio pubblicato su facebook. Oltre a offese e gravi allusioni, ha utilizzato un vecchio trucco degli antichi sofisti: innestare nel vero una lunga serie di falsità ben congeniate, cosicché sembri tutto vero. Peccato che le falsità inserite nel discorso non sono ben orchestrate perché troppo evidenti, in contrasto tra di loro e prive di prove. Purtroppo e menomale Ponza ha già avuto modo di mettere alla prova più volte la scorrettezza di questo signore.
Per quanto mi riguarda molti mi conoscono da una vita, conoscono la mia famiglia, come conoscono la mia onestà e la mia dedizione per la nostra Isola. Pertanto non temo le vergognose allusioni nei miei riguardi di chi odia me e i Ponzesi come me.
E’ con tali premesse che vado ad analizzare punto per punto quanto affermato dall’ex sindaco di Ponza.

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Nel primo incontro che avvenne con il nuovo sindaco di Ponza nel giugno 2012, alle 22.30 e per strada, dopo due precedenti tentativi saltati per non meglio definiti impegni istituzionali, tra le varie esigenze ribadii che i volontari di Ponza non potevano continuare a pagare di tasca propria il carburante per l’autobotte, le assicurazioni individuali, la riparazione del ponte radio e quanto altro serviva al Servizio di Protezione Civile. Quindi è vero che chiesi dei soldi, ma non per infilarli nelle tasche mie o dei volontari, come quel signore vorrebbe far capire. Fu chiaro fin dal primo incontro che la Protezione Civile di Ponza era finita nella macchina del fango della nuova amministrazione, tanto è che non passò molto tempo da quando, in sede di Consiglio Comunale, furono pronunciate dal nuovo sindaco parole di disprezzo e scherno verso i volontari di Ponza e verso di me che li avevo difesi. L’ultima pretesa era di sfruttare i volontari come operai gratis per la pulizia del Lavo di Santa Maria. Ignoranza in materia di volontariato di Protezione Civile e tentativo maldestro di aggirare le norme sul lavoro e di eludere le procedure di incarico. Da allora venne avanti l’associazione di Latina dove i volontari di Ponza che vi si innestarono furono trattati come “i servi sciocchi” alle dipendenze del dittatore. Disprezzo su offese e scherno.

Sempre nel suo scritto l’ex sindaco di Ponza lascia intendere responsabilità di mancate rendicontazioni negli anni 2007, 2008 e 2009. Dai documenti in nostro possesso risulterebbe, invece, che le mancate rendicontazioni sarebbero degli anni 2013, 2014 e 2015 relativamente a contributi erogati ai Volontari di Latina. Il problema sostanziale è che non si trova la deliberazione di Giunta con la quale veniva decisa una convenzione tra il Comune di Ponza, guidato dal sindaco Vigorelli, e l’Associazione di Latina. Pertanto, se non si trova perché non c’è mai stata una tale decisione, quelle erogazioni sono state tutte illegittime e, quindi, ecco dove sta l’ammanco regionale e la mancata rendicontazione. Ed ecco dove ora il Comune può richiedere la restituzione delle somme impropriamente erogate. Va, infatti, evidenziato che negli anni 2007, 2008 e 2009 i volontari di Ponza facevano parte del Gruppo Comunale che non disponeva di conto corrente e, quindi, di denaro liquido. Gli acquisti delle attrezzature e del materiale veniva fatto direttamente dal Comune e non dai Volontari.

In merito, poi, alla faccenda dell’autobotte, quanto spiegato dall’ex sindaco di Ponza non trova riscontro con quanto, invece, è stato dimostrato e rimarcato dalla Regione. Lo stato di abbandono e le mancate revisioni sono state le uniche vere cause del ritiro dell’automezzo.

In merito, poi, ai corsi di Rieti che a dire del Vigorelli sarebbero stati gli unici ad abilitare all’antincendio, attualmente ci sono alcuni volontari che hanno partecipato a quei corsi solo perché non avevano precedentemente partecipato a quelli di Latina, fatti anni prima, ai quali molti vi avevano preso parte e, quindi, già abilitati. Cattiva informazione, critiche sterili.

Per quanto riguarda il cosiddetto “grottino”, attuale sede, appare evidente che un sindaco che intende rivalutarlo, come afferma l’ex sindaco, non comanda di staccargli la corrente elettrica. Alimentazione che è stata immediatamente riattivata con l’amministrazione Ferraiuolo. E ho detto tutto.

Il tentativo del Sig. Vigorelli di separare “Sandro Romano” dai Volontari è più che evidente, ma è un tentativo vano. Le ragioni dell’inutilità della manovra sono molteplici, i più importanti: io sono un volontario come tutti gli altri; siamo veramente uniti ed amici tra di noi; c’è un forte sentimento di mutuo soccorso; c’è una stima reciproca fuori da ogni misura; ci conosciamo da molti anni anche attraverso le nostre famiglie; abbiamo uno spiccato sentimento di appartenenza alla comunità isolana. Ed è questo ultimo punto che il sig. Vigorelli non ha mai capito non solo della Squadra di Protezione Civile, ma di tutti i Ponzesi.

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In conclusione, in risposta al suo maldestro sarcasmo sui miei studi storici, una sola osservazione diretta a chi ha vissuto di giornalismo: si scrive Borbone con la “e” perché, essendo un cognome, non può essere declinato al plurale in “Borboni”.