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Le isole del Mediterraneosegnalato dalla Redazione
Qui di seguito la breve recensione comparsa su la Repubblica “Robinson” di domenica scorsa, 10 dicembre. Sull’isola che non c’è La rappresentazione cartografica in questi ultimi anni ha percorso con successo strade inattese. A partire dal sublime Atlante delle isole remote di Judith Schalansky pubblicato in Italia a novembre del 2013 (sul sito leggi qui e qui). Itaca, Djerba, Montecristo e Lampedusa. I nomi da soli sono già capaci di evocare storie che ci appartengono nel profondo. Il viaggio di Perotti comincia da Nueva Tabarca nel Mar delle Baleari e termina a Kemmuna nel Canale di Sicilia. “Le isole del Mediterraneo — scrive Perotti — sono nascondigli, anfratti occulti al correre del tempo, luoghi dell’anonimato, della contumacia, dell’invisibilità. Ma anche approdi contesi, su cui fondare repubbliche dei desideri. Perotti ha avvicinato, vissuto e poi lasciato le isole del Mare nostrum. Attraverso l’esperienza diretta, ha cercato di farle proprie e comprenderle. Le ha cercate con approdi portati a termine con “la fatica della vela” e le ha lasciate con delle fughe, anche se non avrebbe voluto “abbandonarle mai più”. Il viaggio però non assicura mai, né alcuna conoscenza certa, né la possibilità di riuscire a raccontare poi, con precisione, quel che si è visto. Elusive e inafferrabili, le isole si sottraggono ancora di più alla possibilità di essere descritte in maniera definitiva. Come le isole stesse di cui narra. I segni tracciati da Marco Zung, per la composizione delle carte, arricchiscono il libro e invitano a immaginare la natura di quelle escrescenze di terra. Titolo: Atlante delle isole del Mediterraneo Da la Repubblica “Robinson” del 10 dic. 2017 Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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