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Rompiamo il maledetto silenzio sull’Africa!

di Alex Zanotelli (*)
[1]

 

Riprendiamo da Lazio Sud, pubblicato stamattina in versione integrale  .pdf su questo sito (leggi qui [2]), un potente articolo di padre Alex Zanottelli. Non è un argomento che riguarda strettamente Ponza – si potrebbe obbiettare – né riguarda soltanto il Lazio sud: riguarda tutti noi!
La Redazione

 

Scusatemi se mi rivolgo soprattutto ai giornalisti, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo.
Per questo come missionario uso la penna (anch’io appartenendo alla categoria dei giornalisti) per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani.
Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale.
So che i mass-media, purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economi-co-finanziari, per cui ognuno ha ben poche possibilità di scrivere quello che vorrebbe.

Non chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli stanno vivendo. I giornalisti abbiano il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava sull’Africa.

È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga; sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugia-ti interni ed esterni; sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa; sul Centrafrica dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera; sulla Libia, dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato dalla nostra maledetta guerra contro Gheddafi; sul Congo, da dove arrivano i minerali più preziosi.
È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
Sui cambiamenti climatici in Africa
che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile; sulla vendita italiana di armi a paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di pro-fughi (lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).

Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la vita per arrivare da noi. Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi. Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti. Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.
Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario.
L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa.

Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica. E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti.

Davanti a tutto questo non possiamo rimanere in silenzio (i nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).

Prego tutti di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i media a parlarne. Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti?
Non restiamo in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi.
Diamoci tutti da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.

Alex Zanotelli

 

(*) Padre Alex Zanotelli è missionario italiano della comunità dei Comboniani. Profondo conoscitore dell’Africa, già direttore di “Nigrizia”, dirige ora “Mosaico di Pace”