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Rompiamo il maledetto silenzio sull’Africa!
Riprendiamo da Lazio Sud, pubblicato stamattina in versione integrale .pdf su questo sito (leggi qui), un potente articolo di padre Alex Zanottelli. Non è un argomento che riguarda strettamente Ponza – si potrebbe obbiettare – né riguarda soltanto il Lazio sud: riguarda tutti noi!
Scusatemi se mi rivolgo soprattutto ai giornalisti, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Non chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli stanno vivendo. I giornalisti abbiano il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava sull’Africa. È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga; sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur. Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la vita per arrivare da noi. Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi. Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti. Ma i disperati della storia nessuno li fermerà. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica. E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimanere in silenzio (i nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?). Prego tutti di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i media a parlarne. Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti? Alex Zanotelli
(*) Padre Alex Zanotelli è missionario italiano della comunità dei Comboniani. Profondo conoscitore dell’Africa, già direttore di “Nigrizia”, dirige ora “Mosaico di Pace” 2 commenti per Rompiamo il maledetto silenzio sull’Africa!Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Impressionante, l’articolo sull’Africa di padre Zanotelli.
Certe verità sono indigeste; pochi giornali, rarissimi registi hanno il coraggio di diffonderle.
Un film “L’ordine delle cose”, passato di recente a Venezia dove è stato molto apprezzato, lo fa.
Il regista Andrea Segre (pochi film, molta sensibilità e profondità: “Io sono Li” (2011); “La prima neve” (2013); parecchi documentari al suo attivo) sembra anticipare i tempi.
“Per una di quelle coincidenze che accadono solo quando entra in gioco un elemento di ponderata preveggenza, lo stesso giorno in cui il film è stato presentato alla 74^ Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, l’Ansa riportava una dichiarazione del Ministro della Difesa Pinotti soddisfatta dei “dati molto confortanti per quanto riguarda gli afflussi sia di luglio sia di agosto”. Dati, ovviamente, che davano gli sbarchi in consistente diminuzione. Questo significava forse che il numero dei migranti fosse ‘miracolosamente’ mutato in consistenza? Assolutamente no. Significava solo che gli stessi avevano iniziato ad essere bloccati dalle forze libiche in cambio di consistenti esborsi di denaro. Il rispetto dei diritti umani faceva parte del prezzo pagato? Con un’alta dose di probabilità no” (G.C. Zappoli).
Il film è un doloroso (per lo spettatore) smascheramento della falsità e della retorica di quanti dicono: “Gli africani… aiutiamoli a casa loro”, di cui parla appunto anche l’articolo di Zanotelli!
E’ vero esattamente il contrario: “Chiudiamo bene la porta e buttiamo la chiave!”.
Come se la forza della disperazione che muove milioni di persone fosse una porta che si può chiudere!
Padre Zanotelli nella sua denuncia mi ricorda tanto don Lorenzo Milani per essere come il prete di Barbiana irriverente, anticonformista e critico nei confronti dell’intelligenza progressista che ritiene responsabile, non meno di tante istituzioni e del mondo borghese di sinistra, dei silenzi sulle condizioni disumane degli emarginati.
Girano troppe falsità sul pericolo dei migranti e da anni tutti i partiti della destra europea sul quel ventilato pericolo stanno costruendo le loro fortune.
Se restiamo nell’ambito del nostro paese c’è un “piccolo prontuario” ideato da Emma Bonino per smontare punto per punto i pregiudizi sull’accoglienza. Vale la pena leggerlo. “Migranti, gli otto falsi miti da sfatare” questo l’articolo pubblicato dall’ Espresso il 13 ottobre 2016.
Tra i temi trattati c’è quello del lavoro e sfugge ai più che il nostro paese è un paese di vecchi e che, per effetto del tasso di natalità prossimo allo zero, si ritroverà, da qui al 2025, con 1,8 milioni di persone in età lavorativa in meno che dovrà sostituire con gli immigrati (ovviamente regolari).
Questi ultimi, peraltro, sono anche necessari per sostenere il nostro sistema pensionistico.
Come ha dichiarato, appena qualche mese fa, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell’Inps.
Detto in altri termini molti migranti contribuiscono in parte a pagare anche le nostre pensioni.