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Scrivimi da un altro mare

di Silveria Aroma

 

Correva l’anno 1910.
Genoveffa Migliaccio (classe 1891) dà alla luce il suo primogenito: Silverio, nato dal matrimonio con Luigi Mazzella.

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Sono tempi duri. Forse per garantire una vita migliore alla piccola famiglia, Luigi, decide di emigrare negli Stati Uniti.
Bacia sua moglie e suo figlio senza sapere che la loro storia familiare finirà con quella partenza.

La grande distanza geografica (non alleggerita dai mezzi di comunicazione di cui disponiamo oggi) e il prolungato silenzio porteranno la giovane madre a ritenere Luigi scomparso.

Sposerà un altro uomo dando corso ad un’altra storia, distante da quella dei miei avi. Sarà invece il figlio di quel marito perso – ma non morto – ad entrare nelle vicende della mia famiglia.

Silverio cresce a Giancos con una madre intelligente che parla un buon italiano e sa scrivere. Questo ricorderà di lei suo nipote Luigi molti anni più tardi, aggiungendo la particolarità di una lettera-poesia inviata da Genoveffa alla nipote Ivana (prima figlia di Silverio) per il giorno delle sue nozze.
Cresce e non pensa a Frontone, non sa che in quella contrada – nella casa dei nonni paterni – il 14 febbraio del 1918 è nata Emilia, figlia di Domenico Mazzella (fratello maggiore di mio nonno, il maestro di Frontone) e di Filomena.

Non sente, Silverio, il filo rosso tendersi in nome di un legame che durerà tutta la vita.

Domenico lavora con il padre Antonio Mazzella (bisnonno mio e di Luigi), veleggiando tra Ponza e la Sardegna.

Emilia cresce con la nonna paterna e la madre, mentre suo padre, assistito dal bisnonno Antonio, completa la casa di Santa Maria e vi si trasferisce con la famiglia.

Silverio ed Emilia crescono, tra Giancos e Santa Maria la distanza è minima e gli occhi di Silverio non tardano a posarsi su Emilia, bella e ribelle.

Lui la vuole, è deciso! Si presenta a casa dei genitori per chiederla in moglie.
A Domenico il giovane piace ma sua figlia proprio non ne vuole sentire; si dichiara innamorata di un finanziere che a suo padre non piace affatto.
Casualità o intervento paterno, il militare sarà trasferito altrove.

Domenico ha un’altra figlia in età di marito, Assuntina, sorella maggiore di Emilia; meno bella ma più docile.
Silverio vuole lei, solo Emilia, e nessun’altra.

[2]
Il padre di Emilia è costretto a viaggiare spesso tra Ponza e Cagliari per affari, suo figlio Antonio deve cominciare l’università e sa bene che avere figlie femmine in età da marito è una preoccupazione continua per un padre, specie in un’epoca in cui anche uno sguardo pesa e viene pesato.
Decide così di portare la famiglia in Sardegna per qualche tempo. Nutre anche la segreta speranza di ammansire quella figlia testarda.

Silverio incapace di dimenticarla parte per Cagliari, in tasca porta i documenti necessari per le nozze. Emilia, sorpresa, capitola. E’ il 1937.

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Dopo il matrimonio, Emilia e Silverio tornano a Ponza, dove – per qualche anno – gestiranno un panificio a Giancos.

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Nel 1938 nasce Ivana, la prima figlia della coppia, a tenerle compagnia arriveranno Genoveffa, Luigi e Roberto.

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Nonna Genoveffa con la piccola Ivana.

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Silverio Mazzella col figlio Luigi.

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Foto di famiglia con Emilia e Genoveffa.

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Emilia e Silverio restano a Ponza per tre anni, sceglieranno – poi – di trasferirsi definitivamente a Cagliari con tutta la famiglia (compresi i genitori di lei).
Temevano Ponza venisse bombardata, invece, ad essere bombardata fu Cagliari. Emilia e Ivana vennero sfollate a Mandas (Cagliari).
A Mandas nasce Genoveffa. E’ il 14 febbraio del 1943, giorno del compleanno di Emilia.

Per qualche anno ancora – dopo la guerra – Emilia tornerà a Ponza con i figli per le vacanze estive.

Nel 1955 i suoi rapporti con l’isola si interromperanno. Suo marito, Silverio, farà ritorno ancora qualche volta all’amato scoglio… ma – ormai – la loro vita è in Sardegna.

Questa storia nasce dal ricordo affettuoso di Luigi Mazzella, cugino sardo-ponzese, ed è corredata dalle sue preziosissime foto.

Il filo di parole di qualche amico ponzese cui ho chiesto notizie su questa storia lontana nel tempo, mi ha portato a Federica Di Giovanni – la nostra fotografa! – che di Genoveffa, sua antenata, mi ha scritto: so che era una donna fortissima, molto saggia e di gran cuore…

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Luigi Mazzella e Marina Orrù nel giorno del loro matrimonio.

Grazie!