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Epicrisi 141. Di forni, fornaci e furnacelle (*)

di Sandro Russo

 

Fin dai suoi inizi Ponzaracconta ha seguito due linee fondamentali per raccontare l’isola. La prima è quella dei ricordi e della nostalgia dei tanti che l’avevano vissuta – anche intensamente – in un periodo diverso da quello attuale. La registrazione di queste memorie è stata/è fondamentale per ricostruire la vita dal dopoguerra ai giorni nostri, con un approfondimento maggiore per gli anni intorno al 1950 – ’70; ma alcuni scritti tornano ancora più indietro, a rievocare la vita sull’isola ai primi del ‘900 e nel periodo tra le due guerre.
Il secondo filone è quello dell’attualità: quella spicciola, isolana, con l’inserimento più recente della Rassegna Stampa [1], per allargare l’attenzione anche alle terre/isole e genti limitrofe. Sempre della Rassegna fa parte la previsione Meteo giornaliera curata da Sandro Romano.

Un po’ per scherzo, un po’ per capirci, tra noi redattori del primo periodo, si parlava di “politica dei due forni”, che è stata trainante nelle scelte editoriali; tra l’altro già adombrata nell’impostazione del sito: “VOCI DI IERI” (colonna di sinistra); “VOCI DI OGGI” (colonna di destra).


Pare che sia stato Giulio Andreotti, negli anni sessanta, ad inventare l’espressione “politica dei due forni” per indicare l’equidistanza della Democrazia Cristiana dai partiti con cui interagiva: il suo partito, per acquistare il pane si serviva di uno dei due forni che aveva a disposizione, a seconda delle opportunità: il forno di sinistra (socialisti), il forno di destra (liberali, eventualmente anche i missini).

Quali che siano gli antefatti storici di questa impostazione del sito, dopo un po’ lo schema si è rivelato grossolano e improprio, per contaminazione interna tra i due filoni di base, per l’apparire di nuovi soggetti, per un massiccio inserimento di scritti letterari e poetici che per loro natura – specie la poesia! – sfuggono alle catalogazioni.

[2]

Certo che apprezziamo ancora (molto!) le rievocazioni e i ricordi… leggiamo del cormorano [3] di Franco Zecca, della vendemmia di Enzo [4] e di Franco [5] (giocata tra passato e presente), del commosso ricordo di Teresa [6], di Rosanna Conte, e vari altri pezzi…

[7]
Su altri scritti possiamo applicarci a definire il grado di contaminazione: per esempio ne La Protesta [8] di Gigi quanto è empatia sonora con i rumori del porto vissuti da uno che ci è cresciuto insieme, e quanto denuncia civile?
In sintonia con l’isola [9] ci sono accorata introspezione e radicamento/affidamento all’isola e al mare.

E il ‘pezzo’ di Sang’ ’i Retunne [10] questa settimana, è di attualità o di costume?

[11]

Dell’attualità, isolana e fuori di essa, è più facile parlare, ma anche qui ci sono territori di sovrapposizione indefinibili. Nella Rassegna Stampa di sabato mattina abbiamo segnalato con enfasi (anche in Commenti) l’articolo sulle mafie del Lazio [12]. Non interessa specificamente Ponza, va bene… ma possiamo dire che il tema non ci riguarda?

[13]

Altre volte l’attualità sconfina nella polemica (leggasi “politica deviata”), come nell’incresciosa vicenda del fenicottero rosa [14].
Come da altri eventi drammatici si è imparato a fare meglio per il futuro, voglio sperare che anche da questo, per quanto abbia riguardato solo un uccello, qualcosa di positivo resterà nella coscienza isolana: fossero solo un minor numero di fucili a sparare o di tagliole a scattare!

E qui siamo nel “forno” incandescente delle polemiche, delle illazioni e delle provocazioni!

[15]

Si fa troppa “letteratura” sul sito, secondo l’ormai famoso “Silverio” [16]..! Secondo me invece non se ne legge – e non se ne scrive – abbastanza.

Commentando la scarsa partecipazione “autoctona” al tema delle Madri (leggi qui [17] e qui [18]) un amico mi ha chiesto: – Ma i ponzesi non ce le hanno, le madri? – L’ho invitato ad aver pazienza, ricordando a lui e a me stesso quanto fossero cucite le bocche e trattenuti gli scritti solo cinque-sei anni fa, al debutto del sito. Al confronto adesso va ‘di lusso’!

[19]

Non si legge e non si fa abbastanza poesia, malgrado pochi e irriducibili (leggi qui [20] e qui [21])… Anche se ormai sappiamo che di “sguardo poetico” si tratta, e si esprime non solo in versi, ma con foto, prosa, voce narrante [22] o cantante [23].

[24]

Altre volte un innesco partito dal sito, per una sequenza fino a un certo punto casuale di eventi, porta a risultati inaspettati. Sta succedendo sempre più spesso… Ricordiamo la campana [25] dell’Isola di Ponza; la (probabile) soluzione della moria delle lanaperle [26] e anche una mail speciale [27], inattesa ricaduta per i ragazzi che hanno preparato l’app sul confino.
In che forno li potremmo mettere questi eventi?

[28]

Per finire un argomento più leggero (speriamo!)…
Sempre dalle chiacchiere con amici intorno al sito – argomento che prende una discreta parte della giornata e degli interessi di un capo-redattore – è venuta fuori una domanda ironica e provocatoria: riguardava la mancanza di erotismo sulle pagine di Ponzaracconta. Per dire, neanche gli altri giornali sono “a luci rosse”, ma ogni tanto un saggio, un approfondimento antropologico o psicologico vi compaiono. Nel sito mai. Mai nulla.
– Ma sono asessuati, questi ponzesi? – mi è stato chiesto.

Al che mi è venuta in mente una scena vissuta molto tempo fa, giovincello nel paese dove risiedevo con i miei genitori, ai tempi in cui i cinema erano sale fumose dove si andava (poco) per il film, ma soprattutto per i lazzi e frizzi che si godevano in sala.
Ricordo che davano un film sulla vita di Rimbaud in Africa (“Una stagione all’inferno”; Nelo Risi, 1971):

[29]

C’era una scena in cui il poeta (nel film Terence Stamp) si apparta in una tenda del deserto con una splendida donna di colore (Florinda Bolkan, opportunamente dipinta), ma non riesce a concludere niente.
Lei, visibilmente contrariata – di spalle, con la schiena nuda – lo apostrofa con durezza: – Ma sono tutti così gli uomini bianchi?
Silenzio da parte dell’interrogato.
Voce dal fondo: – None, nu’ semme cellune! (**)

 

Note

(*) – Furnacella: uno dei numerosi termini dialettali isolani per indicare l’organo sessuale femminile

(**) – Traduzione dal cassinese: – No, noi siamo uccelloni!