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Ponzaracconta: “odiatori” e “amatori”

di Sandro Russo
[1]

 

Leggevo… le obiezioni di “Silverio” a Franco sulle cose scritte in Ponzaracconta (leggi qui [2]) e mi sono sentito chiamato in causa, come caporedattore del sito e, con gli altri, responsabile delle scelte editoriali.

Intanto noi pubblichiamo quello che ci arriva! Se i mugugni, i mal di pancia, le obiezioni e le critiche non prendono una forma scritta, gli altri – il pubblico dei lettori – non potranno accedervi e la cosa finirà lì.

Ma spesso lo “sdegnoso silenzio” maschera un’incapacità a mettere ordine nei propri pensieri, a dar loro una forma coerente, a fare proposte alternative. Oppure è l’insicurezza di mettersi alla prova, il motivo della “non partecipazione”. Il vuoto di idee e di proposte può prendere facilmente la forma di una chiusura, di uno sterile murmulìo.

È vero che il Sito è diventato la vetrina di chi si vuol mettere in mostra in modo ‘letterario’?
Assolutamente no! Chi scrive ha ben altre motivazioni, cominciando dalla basilare che è quella di esprimersi, di dare il proprio parere (e contributo) ad una causa/progetto comune. Accessoriamente – tra le righe, come rilevava Franco – manifesta anche la propria visione del mondo.

In definitiva, sostengo che la “non partecipazione “ è un alibi, anche abbastanza scoperto.

[3]

Sull’altro versante ci sono stati – nei settemilaottocento (7800!) articoli pubblicati sul sito, in sei anni e mezzo di attività – quelli che si sono messi in gioco, hanno tirato fuori e messo in comune i loro ricordi, espresso le loro opinioni in libertà. Hanno colpito qualche volta, e incassato altre ma… vivaddio! hanno dimostrato di essere vivi e pensanti.
Che differenza tra i tanti che sono stati disponibili a stringere la mano che veniva porta e a confrontarsi lealmente, e quelli che hanno rifiutato a priori ogni colloquio!

[4]

Con il sito i primi tempi sono stati duri. Poi negli anni – “dai e dai”… il gutta cavat lapidem di recente citazione [5] da parte di Giuseppe Mazzella – sono arrivate le gratificazioni e i “regali”. Come definire altrimenti le tante persone mai conosciute prima, con cui si è stabilita una corrente di collaborazione e empatia, fino a una vera e propria amicizia? E poi… i muri abbattuti e il riconoscimento (reciproco) che non avevano poi motivo d’essere. Insomma, un circolo virtuoso dove prima c’erano incomprensione e astio.

Come bilancio personale e del sito c’è da esserne consolati e fiduciosi per il futuro…

 

Immagini dell’articolo: da dipinti di Luigi Lerna