Ambiente e Natura

La scomparsa di Nanni Svampa de ‘I Gufi’. Negli anni ’60 suonavano a Ponza

a cura della Redazione

 

Milanese di quelli veri, nati nel quartiere popolare di Porta Venezia, Svampa da bambino fu sfollato di guerra a Porto Valtravaglia, sul Lago Maggiore. Il ritorno a Milano per studiare e laurearsi in Economia alla Bocconi. Ma premeva altro, premeva la musica, e così Io vado in banca sarà solo una delle prime canzoni dei Gufi, la band messa assieme con Roberto Brivio, Gianni Magni e Lino Patruno: vestiti di nero come i cantanti esistenzialisti francesi, repertorio popolare italiano mescolato a humour macabro, musica politica, satira sociale e invenzioni umoristiche geniali, i quattro fecero colpo anche in televisione.
Ma i Gufi durarono solo cinque anni, dal 1964 al 1969. Prima e dopo Svampa si era dedicato a Georges Brassens, iniziando a tradurlo durante il servizio militare: Nanni Svampa canta Brassens resta un disco capitale della musica italiana.

Negli anni Settanta accanto all’attivismo politico e alle apparizioni teatrali, Svampa si era dato alla (ri)scoperta della canzone popolare lombarda, a cui dedicò 12 dischi che mescolavano rime da osteria, battute lascive, musiche tradizionali e canti di guerra. Un lavoro quasi più da ricercatore e da filologo che da semplice cantante. Da allora aveva mantenuto un’altissima popolarità grazie a una continua attività di cabaret e musica sui palchi dei teatri e dei locali di musica, e aveva continuato pressoché fino all’ultimo [da repubblica.it/ con foto]

Il commento di Biagio Vitiello
“I Gufi” suonavano a Ponza negli anni ’60, alla Torre dei Borboni (quando alla Torre c’era il liceo internazionale del Prof. Baridon).
Ricordo che Lino Patruno, aveva una camera in affitto da mio padre, per dormire tranquillo.

Erano gli anni belli, dove a Ponza venivano turisti soprattutto lombardi (gli abitué), che avevano scelto Ponza come meta preferita.
Essi prenotavano le camere in dicembre, per quei posti dove venivano trattati come gente di casa. Poi prenotavano la barca da Ciro Iacono o da Maurino (padre di Silverio).
Poi a settembre e ottobre , arrivavano tedeschi, inglesi e francesi e qualche scandinavo.
Mio padre, la signora Linda Verde in Mastropietro e l’albergo Mari avevano una convenzione con una agenzia inglese “Erna Low Service” per gli affitti.

Bei tempi passati, di un turismo che rimpiangiamo perché non l’abbiamo più!
Ma perché non l’abbiamo più?

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top