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Epicrisi 136. L’isola dai tanti volti

di Enzo Di Fazio

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Oggi gira aria di scirocco. Alla nuova ondata di caldo si unisce l’umidità che rende irrequieti e smaniosi. Il sole a stento riesce a farsi largo in mezzo a quel velo di afa opprimente che colora di opacità una giornata dalle tinte sbiadite e si sa come il clima a volte possa scombussolare l’umore.
Sarà anche quest’aria a portarmi con la mente, mentre mi appresto a scrivere questa epicrisi, alle scene orribili della tragedia di Barcellona dell’altro giorno. Immagini di giovani vite spezzate che non smettono di rimbalzare, con le loro storie familiari, dalla Rambla a noi.
In quella strada, passeggiata simbolo della città catalana, appena un anno fa, più o meno di questi tempi, c’era mio figlio e ho ancora vivo nella testa il racconto che, entusiasta, mi fece di quel luogo, al suo ritorno.
Un luogo ricco di storia, di cultura, d’arte, con il bel mosaico di Mirò per terra proprio là dove si è arrestata la folle corsa del pulmino omicida.

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Un luogo simbolo delle rotte turistiche colpito forse anche perché crocevia di tante etnie ed esempio di integrazione che dobbiamo difendere. Ho letto che i morti e i feriti sono di almeno 34 nazionalità diverse. Si fa fatica a considerare lontana una tragedia simile, a scansarne l’appartenenza se poco poco ci sentiamo cittadini di questo mondo e per un solo attimo pensiamo che in quella strada poteva starci chiunque, anche uno di noi, anche un nostro figlio.
Orribile vicenda nei confronti della quale non possiamo fare altro che rimanere uniti.

Dopo questo doveroso ricordo eccomi pronto a parlare di Ponza e delle cose scritte nei giorni appena trascorsi.
Sfogliando le pagine del sito appare evidente come la proposizione o il resoconto di eventi estivi rappresentino la parte dominante della settimana. E non poteva essere altrimenti visto che ci troviamo nel periodo di ferragosto.
Ne esce una Ponza che cerca di interessare ed incuriosire tutti: il ponzese nei momenti liberi dagli impegni propri della stagione e il viaggiatore di turno alla ricerca di svago ma anche della cultura isolana e delle sue tradizioni.

Noto quest’anno un maggiore riguardo verso il nostro territorio a dimostrazione dell’attenzione verso la storia della nostra isola e le vicende degli uomini che l’hanno fatta e raccontata. Come se ci si preoccupasse di più di difendere e valorizzare l’identità territoriale negli ultimi anni spesso messa da parte. Che, si badi bene, non è fatta solo di storie isolane ma anche di storie di mare, di sentimenti e di ricordi.

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Scritti, ricerche, aneddoti, libri, film vengono continuamente proposti su questo sito grazie al lavoro di persone, come Silverio Lamonica, Franco De Luca, Paolo Iannuccelli, Giuliano Massari, Sandro Russo ecc. e l’obiettivo è sempre lo stesso: tentare di scavare nella storia e recuperare elementi per creare un filo conduttore tra il passato ed il presente.
Così agli inizi della settimana Silverio Lamonica ci parla de “Il mistero di Ponza [5]” il libro di Paolo Iannuccelli sulla tragica fine di Luigi Feola nella miniera di Monongah, in West Virginia, e del risarcimento accordato alla vedova ma mai arrivato a destinazione.

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E sempre Silverio annuncia la presentazione di un nuovo libro del compianto prof. Giuseppe Massari “L’Aporia della Forcina [7]” pubblicato postumo a cura del fratello Giuliano. Titolo non attribuito a caso per ritornare sulla dibattuta questione del “canale della Forcina” a Palmarola. Tema trattato da Giuseppe Massari nel libro “Per la storia dell’isola di Ponza”, risultato della traduzione di sua mano di una memoria datata 1788, di Deodat De Dolomieu (1750-1801), uno dei padri della moderna geologia.
Si preannuncia un’interessante serata visto che vi parteciperanno, oltre a Silverio Lamonica e Giuliano Massari, anche Gino Usai e Franco De Luca, quest’ultimo – come si ricorderà – abbastanza critico sulle conclusioni del professore.

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ricostruzione grafica de Canale della Forcina

Parliamo ancora di libri e di letture che hanno a che fare con il mare e i sentimenti come quelle proposte da Sandro con Storie di naufragi [10] e da Roberto Landolfi, curatore del sito “Madrigale per Lucia” con Storie di madri (1) [11] e (2 [12]). Particolarmente belli e dai contenuti contrastanti i pezzi tratti dai libri di Erri De Luca ed Elena Ferrante e presentati in queste prime due puntate.
C’è anche un invito rivolto a quanti (collaboratori/lettori) vogliono inviarci scritti sul tema della madre. E’ l’occasione per aprire il cassetto dei ricordi e, perché no, partecipare con una poesia o un racconto anche al concorso “Il sogno nel cassetto” che il sito ha indetto qualche tempo fa (leggi qui [12]).

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Insomma fin qui proposte per gli amanti della lettura, degli incontri letterari e della poltrona al riparo dalla contaminazione del cibo. Che non è, però, mancata essendo arrivata puntualmente, a Calacaparra il 16 agosto, con La sagra del pesce [14] e che verrà riproposta con un altro evento culinario che si rifà alla tradizione popolare borbonica. Si tratta della III edizione di Ponza in tavola [15] che ritorna, dopo qualche anno di “quarantena”, il 27 agosto a Calacaparra.
Interessante l’accostamento di Rita con il Mercato delle Gaite che si tiene a Bevagna in Umbria. Bene dice Rita quando pensa alla possibilità di trasformare Ponza in tavola in Isole in tavola come manifestazione itinerante da portare in giro da un’isola all’altra per contaminarsi e contaminare.

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Non sono mancati i momenti musicali come la bella serata con Peppe Servillo [17] sulle cui qualità canore-interpretative Franco si diverte a disquisire; né i momenti dei ricordi di Silveria che parla di fotografie [18] traendo da vecchie immagini lo spunto per raccontare di sé stessa bambina e di personaggi-simbolo dell’infanzia a dimostrazione di come attraverso la fotografia ciascuno di noi diventa testimone oculare del passato.

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Non manca il cinema che ha a che fare con il mare o con la nostra isola.
Sandro Russo propone, attraverso un film, una rilettura della storia di Moby Dick [20]che tanto ci ha affascinato nell’età dell’adolescenza, mentre Franco De Luca nel Racconto d’estate [21] ci descrive una Sofia Loren nelle splendide forme della sua ammaliante bellezza e il tempo in cui Ponza, meno caotica di oggi, era spesso scelta dai registi come luogo per le riprese di film epici e mitologici.

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Non è mancato, infine, un pensiero, quello di Silverio Guarino, rivolto alla caccia [23], pratica che non si sa ancora se condannare, o assolvere per insufficienze di prove.

Questa è l’isola che si adopera nel tentativo di promuoversi e di stimolare nei turisti e nei viaggiatori interesse, curiosità, apprezzamenti e spunti di riflessione.
Ma ci sono tante altre isole… quella delle fatiche quotidiane degli operatori turistici che cercano di fare del proprio meglio in un luogo complicato e ingabbiato nei vincoli del PAI; quella degli impegni di tutti coloro che stanno dietro alla preparazione degli eventi, spesso non remunerati e fatti solo per passione e per amore nei confronti della propria terra; quella dei tutori dell’ordine impegnati nel garantire sicurezza e rispetto delle norme in un’isola piena di divieti; quella, infine, della politica silente, la parte che non va in vacanza e che cerca di affrontare le questioni senza fare rumore.
Sandro Vitiello [24] appartiene a questa categoria che, assieme alla compagine amministrativa e a quanti la supportano, cerca di dare una mano per la soluzione dei tanti problemi di questo caotico agosto operando nel rispetto delle regole e sapendo che su tutti vigilano l’occhio e il sentire attenti di zi’ ‘Ntunino [25].

Uno dei problemi di questo torrido agosto è stato sicuramente il black out che ha provocato un danno d’immagine ed economico di non poco conto.
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C’erano tutti gli elementi per dare addosso alla nuova amministrazione o cercare il capro espiatorio in un’epoca di false informazioni e giudizi avventati.
Questo non è avvenuto e si stanno accertando eventuali responsabilità in un clima sereno e senza dichiarazioni di guerra.
La SEP, interessata a fornire una relazione su quanto accaduto, ha risposto (leggi qui [27]). Se in maniera esauriente o meno non sono in grado di stabilirlo. Secondo Giggino [28], che rappresenta un po’ il pensiero maligno del paese, la risposta non convince. Io leggo nella parte finale di quella relazione un invito rivolto agli utenti ad un uso più razionale delle apparecchiature elettriche. In un’epoca in cui dobbiamo cominciare a pensare che non possiamo avere sempre tutto e nelle quantità che vogliamo (vedasi crisi idrica) quello che dice la SEP è cosa buona e giusta ma mi viene anche da aggiungere che l’isola comincia a soffrire di sovraffollamento e che i tempi sono maturi per lavorare seriamente al tema della de-stagionalizzazione per un turismo sostenibile.

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In questa ottica si pongono le idee di Sandro Vitiello degli incontri con Isole slow [30]e di Rita di Isole in tavola [15].

C’è la storia del paese con i siti archeologici, i sentieri del vino, le cantine, la cucina e le colture tradizionali, l’artigianato, i racconti della marineria e dei pescatori, i luoghi del confino da recuperare, valorizzare e proporre per un turismo alternativo.
C’è Zannone [15] per i cui problemi occorre una soluzione meditata non perdendo di vista la ricchezza ambientale che esprime e che è anche ricchezza di Ponza. Speriamo che siano in tanti a remare nella stessa direzione.
Per il bene delle nostre isole, per il loro futuro.