- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Latina cambia nome al parco cittadino

di Alessandro Romano
[1]

 

Con una partecipata cerimonia, alla presenza della Presidente della Camera Laura Boldrini, il Sindaco di Latina Damiano Coletta, nel giorno della morte del giudice Paolo Emanuele Borsellino avvenuta il 19 luglio del 1992, ha ufficialmente intitolato il maggiore parco cittadino a “Falcone e Borsellino” dichiarando: “Questo parco è il centro della città, il luogo dove portiamo a passeggio i bambini. Intitolarlo a Falcone e Borsellino è un segnale importante”.
Infatti, questa significativa iniziativa oltre ad essere stata fortemente voluta dal primo cittadino di Latina e dalla sua giunta, è stata accolta favorevolmente dalla Commissione toponomastica del Comune.

Indubbiamente è stato un segnale forte in favore della legalità e della giustizia indirizzato con estrema chiarezza alle nuove generazioni ed alle classi dirigenti in un momento critico della nostra società.
Tuttavia non è andato proprio tutto liscio. A fare il controcanto all’iniziativa, innescando aspre critiche e pittoresche manifestazioni di protesta è stata l’estrema destra, in particolare “CasaPound” e “Fratelli d’Italia” che hanno visto nel passaggio dell’intestazione del parco da Arnaldo Mussolini, fratello del “Duce”, ai due giudici siciliani come un vero affronto alla storia della città.

[2]

Già nei giorni scorsi il sindaco, di fronte al crescente coinvolgimento emotivo dell’opinione pubblica latinense ed in risposta alle accuse della minoranza consiliare, ha prontamente ribadito: “Non c’è nessun intento di rivendicazione ideologica”.

In realtà Latina vive da sempre contraddizioni a volte laceranti e questa vicenda ne è la dimostrazione.
Dallo stesso nome “Latina”, mai ratificato dall’allora Consiglio Comunale, alle centinaia di tombini con il fascio e la scritta Littoria, dai palazzi istituzionali infarciti di aquile e simboli della romanità agli storici affreschi inneggianti le opere del fascismo, spesso la città si è trovata a fare i conti con il suo passato ed a trovarsi puntualmente impreparata, arrivando sistematicamente a spaccarsi su più fronti ideologici.

[3]Latina. Un tombino

[4]Latina Cancello del Comune. Particolare

[5]Latina. Motto fascista di bonifica

[6]Duilio Cambellotti. La Redenzione dell’Agro (particolare). Affresco realizzato in Prefettura 

Ciò che è mancato a Latina, e che tuttora manca, è un’informazione storica onesta, attenta e documentata in grado di fare la giusta e necessaria distinzione tra un’ideologia condannata dalla storia e gli avvenimenti del passato e cioè tra quello che sono le tracce politiche (non storiche) residuali di un bellicoso e soffocante regime dittatoriale e ciò che invece, dal punto di vista artistico e monumentale rappresenta e ricorda l’immenso e difficile lavoro di bonifica dell’Agro Pontino e di costruzione delle città, costellato da enormi sacrifici, di chi strappò questa terra alla palude e ne edificò una città moderna ed a misura d’uomo.

[7]Latina le fondamenta. Foto storica

Un problema che da culturale ogni volta diventa inevitabilmente ed incredibilmente sociale e politico, con il conseguente rischio che importanti iniziative come quella di oggi vengano svilite da rivendicazioni e proteste apparentemente storiche, ma subdolamente cariche di un nefasto significato politico.

[8]Latina. Rivista ‘Architettura’ sfondo parco

[9]Littoria. Cartello stradale d’epoca

[10]Cartello stradale attuale. Latina – Littoria

[11]Latina Palazzo Mussolini (Palazzo M)

[12]Latina. La precedente insegna del Parco