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I sentimenti degli animali

di Silverio Guarino [1]

 

L’“homo sapiens” ha a disposizione, oltre ai movimenti del corpo, i muscoli del volto, le parole e la tonalità della voce (ognuna diversa dall’altra), per esprimere i propri sentimenti. Senza dimenticare le lacrime, sua prerogativa.
Sentimenti di rabbia, di amore, di piacere, di dolore, di gioia.

I quadrupedi un po’ di meno; scodinzolii della coda e mugolii per esprimere il piacere; orecchie spianate e peli arruffati per la paura; denti digrignanti per l’aggressività. Ogni animale, con il verso (uguale per ogni specie) che la natura ha concesso alle sue corde vocali, riesce a manifestare i suoi sentimenti, con variazioni che di volta in volta esprimono gioia, rabbia, dolore, piacere. No lacrime. Modificando l’intensità, la durata e la ripetitività del suono emesso dalla loro bocca.

I volatili sono a-mimici e non manifestano sul loro viso i sentimenti che li governano; il solo timbro della loro voce (uguale per ogni specie) può modificarsi, per manifestare stati d’animo quali la paura, la gioia, il dolore, la felicità. No lacrime.

Gli abitanti delle acque non solo sono a-mimici, ma anche completamente muti (tranne rare eccezioni). Non riescono a esprimere nessuno stato d’animo. Nascono, vivono e muoiono senza manifestare alcun sentimento. No lacrime (e come si potrebbero vedere nel mare o nei laghi e fiumi?). Quasi lo stesso concetto per i rettili.

Ora, provate a colpire un uomo, un cane, un uccello o un pesce.
Proverete emozioni diversissime fra di loro, proprio per questa graduale e costante riduzione del loro modo di manifestare la paura, il dolore e il terrore.

Sentirete i lamenti dell’uomo e del cane, dell’uomo vedrete anche le lacrime; dell’uccello solo lo stridio del loro verso e la scomparsa del battito delle ali; del pesce non vi accorgerete di nulla: a-mimico e muto in ogni caso.

Forse è anche perché non si sentono i loro lamenti che è meno impegnativo colpire un pesce o un uccello, piuttosto che un cane o un uomo.

Se gli uccelli potessero gridare il loro dolore e così anche i pesci, forse saremmo tutti un po’ più miti e comprensivi. Anche perché le orecchie non hanno palpebre e saremmo obbligati a sentire tutto, anche non volendolo, mentre gli occhi li possiamo chiudere come e quando vogliamo.

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Aggiornamento del 16 luglio
Adriano Madonna invia la foto di un polpo ad illustrazione del suo commento:

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