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La caccia a Ponza. Il mio parere

di Biagio Vitiello
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Mie personali considerazioni sul tema della caccia.

Il messaggio dell’articolo pubblicato su Ponzaracconta (leggi qui [2]) viene da Associazioni che si prefiggono l’abolizione della caccia… e questo un cacciatore non lo capisce, perché lo vede come un pretesto per contrastare anche chi va a caccia nei modi e nei tempi consentiti.

Intanto mi chiedo: perché non abolire anche della pesca cosiddetta “sportiva”, con la quale si fa commercio illegale e inoltre si sottraggono le risorse a chi vive di pesca? Inoltre la pesca sportiva non paga nessuna tassa Regionale né Provinciale, mentre chi va a caccia paga più di 500 euro di tasse.

Tornando alla caccia, dichiaro che io andrò a caccia rispettando sempre tutte le leggi in materia.
Alla caccia devo molto: se non fossi stato (e non fossi) cacciatore, non mi sarei mai avvicinato alla natura né conoscerei le mie isole – posso ben dire – “come le mie tasche”. E poi non avrei ideato – oltre 30 anni fa, quando non c’era ancora un movimento ambientalista e non c’era alcuna sensibilità in merito – il mio “giardino botanico”, o come mi piace chiamarlo “serbatoio genetico”!

A Ponza la caccia è lo “sport” più praticato e ha un grandissimo seguito, maggiore tutti gli altri sport.
Mi domando perché mai nessuna amministrazione ha mai predisposto un struttura per il tiro al piattello o un quagliodromo!
Quanto prima proporrò all’amministrazione Ferraiuolo le suddette idee; sarebbe anche possibile realizzarle attraverso una cooperativa – penso soprattutto al coinvolgimento di giovani – dove ognuno potrebbe partecipare con una quota, a costi limitati o nulli per il Comune.

In conclusione, la caccia a Ponza è una tradizione e come tutte le tradizioni ponzesi tenderà a scomparire – per la felicità di coloro che la vogliono abolire – anche senza forzature traumatiche.

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