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Fantozzi saluta e se ne va. Ci sono degli artisti che connotano gli umori di un’epoca – le atmosfere, la sensibilità, i modi di dire. Geniaccio genovese classe 1932, poi trasmigrato a Roma, Paolo Villaggio (Genova, 1932 – Roma 3 luglio 2017) è stato un intrattenitore multiforme; spaziando dal teatro (primum movens delle altre attività) alla canzone (indimenticata la sua collaborazione/amicizia con Fabrizio De André), alla televisione, al cinema, alla scrittura. Molti lo ricordano ai tempi in cui la televisione stava diventando un fenomeno di massa nel ruolo del cattivissimo professor Kranz dall’accento tedesco (in “Quelli della domenica” , del 1968): da cui il tormentone “chi fiene poi atesso?” e dal conferimento come premio nei giochini con il pubblico dei famosi “cammelli di peluche”, antesignani nobili dei tapiri d’oro di più recente memoria. Quindi la collaborazione con L’Europeo dove prendono forma letteraria le gag e le storie brevi riunite nel primo libro: “Fantozzi” (1968), seguito a qualche anno di distanza da “Il secondo tragico libro di Fantozzi” (1974) e altri. Ne nasce l’aggettivo “fantozziano”, riportato per esempio dal dizionario della lingua italiana Zingarelli per indicare indicare: “Persona che ricorda i modi goffi e impacciati del ragionier Fantozzi” o anche di “vicenda o situazione fantozziana”, vista come sinonimo di “tragicomica o grottesca”.
Dopo il 1974-75 con il primo film della serie, per la regia di Luciano Salce, una serie quasi innumerevole di film e libri che ripropongono la maschera di Fantozzi, l’impiegato più famoso d’Italia. Secondo le parole del critico cinematografico Paolo Mereghetti: “Fantozzi, come la maggioranza dell’umanità, non ha talento. E lo sa. Non si batte né per vincere né per perdere ma per sopravvivere. E questo gli permette di essere indistruttibile. La gente lo vede, ci si riconosce, ne ride, si sente meglio e continua a comportarsi come Fantozzi” (citato da Wikipedia). Ma vengono poi altri registi e altri ruoli, sempre nel registro comico – grottesco, con Monicelli, Pupi Avati, Nanny Loy, Comencini… E ancora film e registi importanti come Lina Wertmuller, Ermanno Olmi, ancora Monicelli, Salvatores, Francesca Archibugi e tanti altri. Colpisce, alla nostra età, la scomparsa di persone di riferimento importanti. Questo il tenore dei primi messaggi per whatsapp scambiati stamane con gli amici, quelli mattinieri (il “club dell’allodola”), commentando la notizia: Patrizia – Ti ricordi quando leggevamo Fantozzi, io tu e Umberto a casa tua in via dei Monti di Pietralata, sul nostro letto, io col pancione? Sandro – E come no? Credo di non aver mai più riso tanto, per il resto della vita! Patrizia – Non si può vivere di ricordi, bisogna vivere, ma non si può vivere neanche senza, sono parte della nostra identità.
Appendice del 4 luglio 2017 Fin da ieri volevo riportare un brano dai libri di Fantozzi. Questo è stato scelto piuttosto a caso, giusto perché parla di un viaggio alle isole: *** Appendice del 3 luglio 2020 (a cura della Redazione) Si segnala, a corollario di quanto abbiamo scritto in occasione della morte di Paolo Villaggio – il 3 luglio di tre anni fa – un articolo dalle schede di Stefano Testa, pubblicato su Latina Oggi edizione odierna, su Villaggio e su di un libro su di lui intitolato “L’uguaglianza”, da poco pubblicato da “Edizioni La Comunità”, trascrizione di un’intervista realizzata nel 1975 al grande attore ligure dal giornalista della Radiotelevisione svizzera Arturo Chiodi. L’italiano medio e il senso del ridicolo. Di Stefano Testa. LT Oggi 3 luglio 2020.pdf 4 commenti per Fantozzi saluta e se ne vaDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Fin da ieri volevo riportare un brano dai libri di Fantozzi.
Questo è stato scelto piuttosto a caso, giusto perché parla di un viaggio alle isole:
Una magnifica settimana a Capri. Di Paolo Villaggio.pdf
Nell’articolo di base
Caro Sandro
Il “club dell’allodola” mi ha riportato alla mente Patrizia, il suo pancione e il mitico Umberto. Sono sempre nel mio cuore e nella mia mente, quando facevamo i “meeting” per le guardie alla Clinica Madonna delle Grazie di Velletri, altro che ECM e Linee Guida! (l’Harrison e il Goodman & Gilmann)
Ciao,
Silverio
Caro Sandro,
grazie del contatto con Silverio, anche lui fa parte dei ricordi bellissimi della nostra giovinezza.
A proposito di Fantozzi, in questi giorni tutti hanno detto tutto; io non ho niente da aggiungere, solo una piccola nota.
Anna Mazzamauro ha scritto “Fantozzi è stato l’unico uomo della mia vita che mi abbia veramente amato” firmato Anna SILVANI.
Ho trovato tutto questo geniale e molto toccante: questa insolita attrice ha parlato spesso della sua “bruttezza” con spirito ed intelligenza ma in queste righe si comprende anche la sua solitudine di donna.
Sono tre anni che è morto Paolo Villaggio.
Si segnala, a corollario di quanto abbiamo scritto in occasione della sua morte – il 3 luglio 2017 – un articolo dalle schede di Stefano Testa, pubblicato su Latina Oggi edizione odierna, su Villaggio e su di un libro su di lui intitolato “L’uguaglianza”, trascrizione di un’intervista realizzata nel 1975 al grande attore ligure dal giornalista della Radiotelevisione svizzera Arturo Chiodi.
File .pdf e foto nell’articolo di base