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Sul libro: Il racconto di Ponza, datato e divagato – di Giuliano Massari, Silverio Lamonica, Francesco Ferraiuolo – Ponza 2017. (2)

di Francesco De Luca

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Per l’articolo precedente dello stesso Autore sul tema, leggi qui [2]

Il libro si presenta nella grafica molto vario. Ci sono le date anzitutto, che scansionano il progredire degli eventi, le citazioni dalle varie fonti storiche, poi i commenti.

Ogni tipo di informazione ha un suo carattere grafico diverso.

Ha il pregio di riportare, accanto alla notizia datata, commenti tratti da storici di varia epoca, favorendo una comprensione a tutto tondo. La notizia viene così inserita in un contesto di riferimento che offre chiarezza e completezza. Lo ripeto: l’opera tende alla divulgazione delle conoscenze storiche isolane.

Tutto ciò agevola soprattutto nei periodi storici tormentati, allorquando l’isola, per un verso era oggetto di considerazione perché presidio militare strategico e per un altro verso era abbandonata a sé, priva di popolazione, e protetta da una presenza militare di pochi elementi.

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Tantissime sono le notizie che corredano il periodo dal 1541 al 1734, con i musulmani a scorrere per i mari, a saccheggiare mentre i signorotti delle città costiere imploravano il Papa perché intervenisse; il Papa Farnese che puntava su Ponza per insediarvi una cittadina prosperosa e in ciò fallisce.

L’opera trova nella sua aspirazione alla divagazione una caratteristica allettante.

Si prenda ad esempio il periodo in cui matura la volontà del re di Napoli di colonizzare le isole. Il suo variegato articolarsi (il contesto storico) è tratteggiato in modo completo e anzi, ho notato, il piacere di indulgere sulle notiziole di colore, tale da sfuggire dal rischio di presentarsi (l’opera) come un tomo cattedratico.

Questo, va da sé, rende la lettura più agevole e simpatica.

Una menzione particolare merita la parte dedicata al Confino e ai Confinati politici.

Il primo a scrivere a riguardo è stato Silverio Corvisieri nell’ottimo All’isola di Ponza (1985). Colmando una grossa lacuna.

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In seguito è come se fosse franata una parete divisoria e le ricerche sulla tipologia del confino politico a Ponza, sulle modalità di espressione, sulle dinamiche coinvolgenti i Ponzesi e, soprattutto, le Ponzesi, si sono moltiplicate. Le donne ponzesi, fidanzate e spose di confinati. Umiliate dai Fascisti, angariate dal Regime, disprezzate dai familiari talvolta, più spesso apprezzate per l’ardire, scrissero le prime pagine della Resistenza.

In questo libro, l’accesso alle notizie e il loro assorbimento sono resi agevoli. Merito del metodo della scrittura adottato.

Auguro buona sorte al libro.