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Ma è finita la stagione dei sindaci? Ritorna la Politica? Cosa possiamo fare per un “Comprensorio delle isole napoletane”?

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

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Prima della tornata del voto amministrativo dell’11 giugno Ilvo Diamanti ha scritto su ‘la Repubblica’ che “ le prossime amministrative saranno “elezioni critiche”. Perché forse produrranno insieme tre effetti: la fine della “stagione dei sindaci”, la “crisi dei partiti personali” ma anche il   tramonto dei “non partiti”.

Alla previsione di Diamanti rispose – per un esame del “caso napoletano” – Aurelio Musi su ‘Repubblica-Napoli’ di mercoledì 31 maggio 2017 con una opinione dal titolo: “Il consiglio comunale svuotato dal sindaco”.

Musi affermò che “la stagione dei sindaci appare ormai conclusa da un bel pezzo soprattutto se si considera il rapporto tra le aspettative suscitate da quella stagione e i risultati ottenuti negli ultimi anni”.

Musi sottolineava che “la legge n. 81/ 93 attraverso l’elezione diretta dei sindaci, la prerogativa ad essi attribuita di nominare la squadra di governo, una relativa autonomia dai partiti, il primato della giunta rispetto al consiglio ridotto in pratica a formulare solo indirizzi, avrebbe dovuto nelle intenzioni del legislatore garantire una maggiore e migliore governabilità dei territori comunali. Il modello è stato ripreso anche nelle Regioni”. Nel caso napoletano del Sindaco De Magistris, Musi rimarca che “De Magistris ha abituato i suoi concittadini ai rimpasti permanenti” sia per quanto riguarda la Giunta che, con la stessa legge n. 81/93 è nominata direttamente dal sindaco e non più dal consiglio comunale, sia per quanto riguarda la nomina degli amministratori delle cosiddette “partecipate”.
Secondo Musi questo ha determinato una “destabilizzazione elevata a sistema di governo” ne deriva – mie considerazioni – che lo spirito della legge – emanata nel periodo referendario di Mario Segni – ha trasferito l’ “instabilità” dal sindaco alla giunta ed ha svuotato di effettivo potere decidente il consiglio comunale “ vanificato i suoi poteri e funzioni. Così il clientelismo ed il favoritismo che si volevano combattere ed estirpare dalla vita civile italiana usciti dalla porta sono rientrati dalla finestra. Una finestra molto larga.

Bisogna aggiungere che De Magistris è – per l’orribile Legge Del Rio del 2014 che ha “svuotato” le Province – è anche sindaco della “Città Metropolitana” per la quale non è prevista nemmeno una giunta!

A me non pare che il voto dell’11 giugno abbia chiuso la “stagione dei sindaci”, abbia smantellato “i partiti personali” ed abbia fatto tramontare i “non partiti”. Credo invece al contrario che le elezioni che abbiamo avuto nella Città d’Ischia, a noi vicine, hanno confermato tutte le critiche dell’assurda legge sull’elezione diretta del 1993 che ha instaurato un “presidenzialismo” a livello locale con un sindaco-podestà mentre gli enti locali con il testo unico del 2000 avrebbero dovuti essere impostati sulla partecipazione e sulla piena trasparenza degli atti anche con una moralizzazione della pubblica amministrazione, permanentemente in itinere, e vanificata dalle nomine “intuito personae” concesse dalla Legge al Sindaco che avrebbero dovuto essere l’eccezione ed invece sono diventate la regola per accrescere il “potere personale” del sindaco e della sua “squadra”.

Questo “presidenzialismo” lo si voleva, con “leggine” (il nome sulla lista) e orribili leggi elettorali, “Porcellum” , trasferire anche a livello centrale nella elezione del Governo pur rimanendo in vita la Costituzione del 1948 tutta impostata invece sul “parlamentarismo”.
Il referendum del 4 dicembre 2016, che ha bocciato severamente la riforma costituzionale del governo di Matteo Renzi, ha pienamente confermato il “parlamentarismo” italiano con due Camere con identici poteri e il decentramento locale con tre livelli ( Regione, Provincia o Città Metropolitana, Comune) dopo circa o oltre 20 anni di applicazione della cosiddetta “Costituzione materiale” con la nascita del “cesarismo” e cioè con la estrema personalizzazione dei partiti.

Le elezioni dell’11 giugno nel Comune di Ischia hanno confermato non solo che ormai i partiti sono solo “personali” ma che le liste sono solo “civiche” e quindi almeno a livello locale prevalgono i “non partiti” che non sono affatto al tramonto. Anzi sono in piena salute.
Ma questa volta è il dibattito politico nazionale che apre un nuovo ciclo storico – politico ed economico – proprio con il voto referendario del 4 dicembre.
C’è stata una scissione nel PD, il “partito personale” del novello “cesare”, Matteo Renzi, che si è dovuto dimettere da presidente del consiglio, ed è nato il Movimento dei Democratici e Progressisti art. 1 che vuole costituire una Sinistra Moderna, Repubblicana, Europea al quale hanno aderito molti “apolidi” (ebrei erranti alla ricerca di una Terra Promessa) della Sinistra che per tanti anni non hanno avuto militanza nel PD ed ancora a Sinistra è nato un altro “Movimento” promosso dall’ex-Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ed ancora un appello del comitato “Libertà e Giustizia” promotore del No referendario promosso da Tomaso Montanari ed Anna Falcone per una Sinistra Costituzionale completamente alternativa al PD di Renzi.

Si muove qualcosa anche a “Destra” perché Forza Italia non può più essere il solo partito di Berlusconi (ha 80 anni!) e non può allearsi più per elementare decenza con la “Lega” di Salvini su posizioni di estrema destra perché finirebbe per ognuno dei dirigenti locali impossibile definirsi “Liberale” ed anche nel Movimento delle 5 Stelle di Beppe Grillo fondato sull’anti-politica e sul consenso “telematico” del web comincia un dibattito sulla natura del qualunquismo che è stato già visto in Italia negli anni ’50 con l’Uomo Qualunque.

Ed ancora i “cespugli” della “destra-centro” con Angelino Alfano e la sua Alternativa Popolare sono anch’essi essi alla ricerca di una Identità e di uno spazio politico che non li escluda dalla vita politica nazionale e locale. La nuova legge elettorale che dovrà essere comunque licenziata da questo Parlamento è la chiave di volta per il ritorno al pieno rispetto Costituzionale ed alla ripresa del cammino per l’attuazione completa della Costituzione del 1948 che è “programmatica”. A me pare che si sta creando un “nuovo” Centro, una nuova Sinistra ed una nuova Destra.

Insomma – vista la grave situazione economica e la crescente disoccupazione dei giovani – il sindaco eletto nel Comune di Ischia dovrebbe capire l’inversione di tendenza che sta avvenendo sul piano nazionale della politica così come anche a livello locale non bastano più le liste “civiche” o le “associazioni civiche” per ritornare ad una corretta partecipazione politica fondata sulle Idee e sui Programmi. Le une e le altre hanno bisogno della realizzazione per non finire nel campo dell’Utopia o della Demagogia.
Anche sul piano locale debbono rinascere in qualche modo i partiti con le loro ragioni storiche, le loro Radici, i loro Programmi, in modo da riprendere una passione per la vita civile alla base stessa della Democrazia Repubblicana.
Il Comune di Ischia e gli altri cinque Comuni dell’isola in questi tempi di crisi economica con le loro classi politiche sono chiamati ad un ruolo di grande responsabilità. Sapranno svolgerlo? Ma forse la scommessa di un nuovo assetto economico e sociale di un’area di mare che va da Capri a Ponza è una scommessa ancora più importante al tempo dello “ sviluppo locale” invogliato dall’ Unione Europea?

E’ evidente che solo con nuove leggi ordinamentali – dello Stato, delle Regioni e dei Comuni – che dovrà fare un nuovo Governo ci si può incamminare verso migliori livelli di civiltà e di vivere civile per accrescere l’occupazione perché lo scenario continentale europeo, con l’uscita della Gran Bretagna, e quello internazionale, con la politica “separatista” di Trump, impone alla Repubblica Italiana “una ed indivisibile” forse la più grande prova di saldezza nei suoi 70 anni di vita.

Ma tutto dipenderà dalla intuizione dei Politici, a Roma come a Ischia o Ponza, da come, con le debite proporzioni, vogliono attraversare la Cronaca ed entrare nella Storia.

Casamicciola, 18 giugno 2017
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