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Memo 58. Come in una favola

di Rita Bosso

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Sono stata a Ponza nell’ultimo fine settimana: un incubo!

Vado dal medico, gli chiedo di prescrivermi le pillole per l’ipertensione, quello scribacchia sul ricettario un nome e un cognome; l’ho guardato imbarazzata, lui ha fatto una risatella, ”Vabbè, vuoi il farmaco equivalente”, ha detto, ha strappato la prima ricetta e ne ha scritta un’altra, ovvero un altro nome e cognome. Inutile insistere, ho pensato, e sono andata dal suo collega; era impegnato nello spostamento all’indietro delle lancette dell’orologio, nel ripristino dei calendari pre-gregoriani, si è scusato perché in tutto quel casino non trovava i ricettari, mi ha spiegato che sono mesi che non si usano, sostituiti dai santini elettorali.

Il vicino di casa, avvocato, aveva acceso il caminetto: undici giugno, trenta gradi all’ombra e le fiamme scoppiettanti. Lui saltellava come un grilletto, “Bentornata Illegalità” cantava, sfregandosi le mani e poi, facendo l’occhiolino: “Sono i codici, quello civile e quello penale. Oramai a cosa servono?”
La mia amica candidata, oramai certa della vittoria, era alle prese con l’albero genealogico perché intende procedere con metodi rigorosi nella concessione di licenze, sanatorie, incarichi e così via: prima i cugini di primo grado, poi quelli di secondo, a seguire il compare di cresima e per ultimo quello di battesimo.


Il noleggiatore di barche aveva vistosamente sbagliato repertorio: canticchiava la sigla di Heidi e, sventolando la manona, “le caprette ti fanno ciao”. Gli ho suggerito di intonare U Marinariello o qualunque melodia più attinente ma lui ha continuato a gorgheggiare
 Il tuo nidooo è sui mooontiiii”, e non era neanche intonatissimo.

Giuseppe ‘a pizzeria mi ha raccontato una storia improbabile perché, secondo lui, dopo un sindaco svizzero ci vuole almeno un assessore slavo o, meglio ancora, dalmata; fischiettava la canzoncina della Carica dei  Centouno, “Che importa se sono più di cento … felice ciascun saràaaa”.
Allora, per non essere da meno, mi sono messa a cantare anch’io: “Qui c’è un mondo fantasticoooo”.