- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

’U post’

di Domenico Musco
[1]

 

Una delle preoccupazioni maggiori di questo periodo, sull’isola, è quella ’i piglia’ ’u post’ (il posto).
Chi ha una barca sa cosa intendo!

Il porto della nostra isola, si sa, è troppo piccolo per tutti noi, buona parte di esso è occupato dai Servizi di Stato, altre zone sono riservate ai pescatori; altre ancora a barche da traffico… Come risultato, chi ha una piccola barchetta non sa proprio dove sbattere la testa!

Dico questo perché in questo periodo quel poco di spazio disponibile – diciamo “libero” – è dietro la piccola scogliera di Sant’Antonio e dietro la Caletta.
Basta farsi una passeggiata per vedere già adesso come stanno stretti i natanti e non sono tutti in acqua!

Le cose e le corse che si fanno in questo periodo per varare la propria barca e prendere posizione, hanno dell’incredibile !
– Dome’ dimane m’he mena’ ’a varca a mmar c’u carrell’, sinnò Giuvann’  se fott’ ’u post..! – Uno contro l’altro per perdere posizione prima.

Di queste richieste ne ho tante in questo periodo e spesso ci sono persone che lasciano la barca per tutto l’anno a mare per non perdere il posto; quando devono fare i lavori di manutenzione mettono al proprio posto un rottame da segna-posto!
Così si spiega pure di una quantità di barche sparse vicino alle case dei ponzesi che d’estate non vanno in acqua: è semplicemente perché non sanno dove metterla.

Questo è veramente un problema… un’isola dove la barca è stato sempre un tutt’uno con la persona; ora questo divorzio è operativo, anche grazie alle solite leggi che non prendono mai in considerazioni le esigenze di chi conta poco .

Lo spazio per i diportisti dovrebbe essere una priorità; come pure un’area riservata ai pescatori, alle navi da traffico, alle numerosi motovedette e alle barche da traffico turistico. Queste aree sono gratis; da non confondere con le aree in concessione dove si paga un affitto anche molto alto.
Certo il porto è piccolo – è un po’ come la coperta corta sul letto che se la tiri da una parte scopre dall’altra – ma se già si comincia a pensare che il problema d’a varchetella ha pari dignità e priorità delle altre categorie, forse il rapporto tra isolano e mare si può risaldare e fortificare.
Perché per chi sta su un’isola – fino a tempi recenti – l’obbiettivo è stato sempre farsi una barca, non una macchina!