Attualità

Dialoghi maieutici

di Francesco De Luca

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Ah… com’è bello ritornare nell’adolescenza, ai tempi della scuola dove si affrontavano i testi dei classici greci. Duri a capire ma poi… illuminanti.

Provo a ricreare quell’ambiente intellettuale dove la logica segue un percorso stringente affinché il fine sia la conquista della verità. O meglio, di quanto si riesce a scoprire della verità. Tesi, antitesi, sintesi e il parto (maieutica) della verità. Attraverso il dialogo.

Plotino: Dimmi, caro Aristarco, tu che ti dedichi ad analizzare le espressioni (del corpo e del linguaggio) con le quali gli uomini comunicano, come avviene che Tizio prenda in giro Caio?

Aristarco: Maestro, mi lusinghi con le tue parole. Ho appreso da te ad analizzare le espressioni umane. Tu sei certamente più adatto di me in simili imprese intellettuali. Tuttavia, tu mi chiedi come si esplichi quello che si usa chiamare: presa in giro. Farò del mio meglio.

Beh, l’espressione attiene a comportamenti che si manifestano esclusivamente fra persone. E’ un comportamento sociale. Di preferenza la presa in giro o la beffa utilizza espressioni verbali, misti talora a gesti amplificativi per un effetto più eclatante.

Una persona prende in giro un’altra se la tratta come un deficiente, un ignorante. E perciò utilizza l’affettazione dei modi di dire, la blandizia, affinché l’altro si senta oggetto di attenzione apparente mentre si afferma la sua incapacità a capire d’essere oggetto di scherno. Lo si prende bellamente in giro. E’ come dire ad un nano: oggi mi appari veramente un gigante e, nel farlo, gli occhi si dilatano e il viso fa smorfie. Oppure ad una persona affamata gli si porge una bottiglia d’acqua dicendo: con questa ti riempirai la pancia.

Plotino: Dunque le prese in giro palesano simpatia, amicizia, vicinanza affettiva.

Aristarco: Sì, talune hanno questa natura ma…

Plotino:  Ma altre  possono celare il disprezzo, l’antipatia.

Aristarco: Illuminami tu, maestro.

Plotino: Lo faccio. Se è tuo diritto, proveniente dall’essere un cittadino nel pieno possesso delle garanzie statali, essere messo al corrente di quanto accade nella realtà sociale, e questo diritto ti viene negato per disfunzione (imputabili all’Autorità competente), e poi, allorquando l’Autorità vuole carpire il tuo consenso, quel diritto te lo concede, non credi che ci sia una presa in giro celata? Anzi, anche malevola, doppiamente colpevole.
Te lo spiego con un esempio immaginoso: è tuo diritto essere messo al corrente dell’ora segnata dall’orologio e questo, essendo guasto e permanendo tale, non può farti godere di quel diritto. Se non che, diventando tu un attore importante di una situazione collettiva per cui il tuo consenso assume valore elettivo, l’orologio viene aggiustato e tu puoi godere di quel diritto. Come giudicare l’intervento dell’Autorità?
Lo devi giudicare una presa in giro. Il suo intervento appare riparatore, e invece è l’evidente manifestazione di una beffa.
Ti crede demente, ti tratta come tale, e ti carpisce il consenso.

Aristarco: Non dimenticando, maestro, che l’Autorità ha volutamente impedito che un diritto fosse goduto.

Plotino: Bravo. Vedi, Aristarco, la vita degli uomini varia in ogni senso, e varierà a dismisura nel corso del tempo, ma l’analisi logica dei comportamenti vincerà sempre sugli espedienti meschini, sui sotterfugi, sui ricatti di chi, trattandoti da demente, si impone su di te.

La maieutica era considerata dai Greci l’arte di chi fa partorire. Giudizi, convincimenti, opinioni.

Immagine di copertina e qui sopra: Jacques-Louis David. La morte di Socrate (1784). Metropolitan Museum of Arts. New York

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