Ambiente e Natura

Epicrisi 122. Maggio ponzese, mese del cambiamento…

di Vincenzo (Enzo) Di Fazio

 

Maggio è un bellissimo mese.
E’ insieme il mese della rivoluzione delle idee e dei mutamenti della natura.
Il 1° maggio (lo abbiamo ricordato con l’articolo  Breve riflessione sul 1° maggio) negli Stati Uniti inizia il primo sciopero per ottenere migliori condizioni di lavoro ed una riduzione della giornata lavorativa ad otto ore.
Questo mese mi rimanda al Maggio francese del 1968 quando una larga rivolta spontanea di natura sociale, politica e filosofica, partita dagli studenti, coinvolse presto il mondo operaio e non solo, per cambiare le regole della società tradizionale intrisa di capitalismo ed imperialismo. Fu in effetti una rivolta contro il potere gollista allora dominante e quegli eventi restano ancora come il movimento sociale più importante della storia di Francia del XX secolo.

Ecco, per Ponza ci vorrebbe una sorta di maggio francese. Un atto di orgoglio di tutti i ponzesi per diventare attori ed artefici del proprio destino, con il recupero della propria dignità messa forse troppo spesso da parte (leggi in proposito “Di dignità vo parlando” di Franco De Luca).

Ma maggio, come dicevo, è anche il mese dell’esaltazione della natura con i suoi colori, con il risveglio degli animali dal letargo e con il viavai degli uccelli indaffarati a preparare i nidi.
Silverio, da grande studioso qual è, ce lo dice con le poesie che propone e Biagio, da appassionato della flora ponzese, ci annuncia che quest’anno fioriranno le agavi. Un nuovo maggio anche per loro.

Per Ponza rappresenta sicuramente uno dei più accattivanti e ruffiani periodi dell’anno per via della vita che si impadronisce delle case chiuse durante l’inverno e dei muretti bianchi e freschi di calce appena data. Ci sono poi i giardini accoglienti, curati, invasi dai filari verdi di pomodori e dalle piante di fave tardive ancora ricche delle penzolanti leguminose.
A mare, poi, si vedono i primi pontili e i barconi cominciano a solcare le onde facendo la spola tra il porto e Frontone.
Veniamo da un periodo in cui le feste del 25 aprile e del 1^ maggio, per un regalo concesso dal calendario, hanno stimolato i viaggi e gli imbarchi per le nostre isole.
Io, purtroppo, sono stato trattenuto in “continente” da impegni familiari e ho rimandato un sacco di cose da fare alla mia abitazione di Ponza. Dai muretti del cortile da biancheggiare al giardino vicino da sistemare.
Quando ritorno dovrò chiedere scusa al sole per avergli aperto tardi la porta e dovrò fare i conti con il poderoso albicocco vicino casa che non smette mai di crescere rischiando di invadermi il cortile. So che non mi darà frutti per non averlo potato ma in compenso godrò della sua ombra quando fa caldo.

Maggio è anche un mese di attesa. Per tanti motivi: economici, turistici, meteorologici e lo è ancor di più quest’anno per la nostra isola che si prepara alla competizione elettorale dell’11 giugno quando, stando alle notizie che circolano (le liste definitive le conosceremo solo tra qualche giorno quando saranno depositate), si confronteranno il sindaco uscente Pier Lombardo Vigorelli e lo sfidante Francesco Ferraiuolo. Due modi diversi di amministrare e di affrontare i problemi, due modi diversi di rapportarsi alla gente.
Convinto assertore del “privato” e gran comunicatore il primo, con grande utilizzo dei social media; ponderato, riflessivo e  più vicino al modo di agire degli isolani il secondo.
Competizione mai tanto avvelenata come quest’anno e scarsa, al momento, di contenuti e di programmi definiti. Solo tatticismi.

Finora annunci di grandi opere da una parte, ancora silenzio dall’altra (prudenza? strategia?) di cui a giorni conosceremo la lista e certamente il programma.

Basterà un mese per mettere la gente nelle condizioni di farsi un’idea di dove andrà Ponza nei prossimi cinque anni? O, come sostengono alcuni, la scelta i ponzesi l’hanno già fatta?
La comunità ponzese nicchia, sembra lontana dai problemi amministrativi assorta com’è negli impegni di attrezzarsi per l’imminente stagione estiva. Ma il momento è di estrema importanza e la gente deve sapere quale responsabilità si assume nella scelta che farà.

Irrompe a metà settimana in questo soporifero inizio di mese la lettera aperta di Umberto ‘Ciccio Nero’ che parla a nome suo e della categoria dei pontilisti. E’ una lettera importante, corposa che affronta tanti temi sorvolati, mai approfonditi in questi anni e tuttora irrisolti che hanno a che fare con il futuro degli operatori di Ponza e di tutta l’isola per via dell’indotto a quelle attività legato. Tocca diversi argomenti: i pontili e le relative concessioni, le irregolarità commesse ed ammesse e lo sdegno per non aver trovato con l’amministrazione un punto d’incontro per sanarle, il pericolo del massiccio ingresso della grande imprenditoria forestiera, le incertezze e le approssimazioni legate al porto di Cala dell’Acqua di cui comunque si accetta la necessità di realizzarlo, il sottile tentativo di demolizione delle iniziative di alcune associazioni locali.
In un certo senso un manifesto politico di cui i competitori non potranno non tener conto.

Ponza è un’isola unica, dal punto di vista naturalistico (spesso segnalata tra i luoghi più ambiti, vedasi al riguardo la classifica di Skyscanner) ma anche ambientale. Volgete il pensiero per un solo istante all’enorme nube tossica che sta sorvolando in queste ore su tutti quei comuni vicini al luogo dell’incendio dell’altro giorno di Pomezia e vi renderete conto quanto salutare sia vivere, pur in presenza degli immancabili disagi, a Ponza. E non è poca cosa.

Ben altro inquinamento rischia la nostra isola. Che è quello di diventare un villaggio turistico.
Pur nella consapevolezza che alcune opere non possono essere realizzate senza il concorso della grande imprenditoria (penso al porto di cala dell’Acqua) è indispensabile che, nelle grandi opere, non siano messi mai da parte il futuro e gli interessi della comunità ponzese che vanno, invece, coniugati e contemperati con quelli dei singoli privati. Nel progetto di Cala dell’Acqua mi pare che sia stato dato poco spazio al confronto cittadino anche per via di una certa riluttanza degli stessi ponzesi a rendersi protagonisti di iniziative e di proposte.
L’11 luglio c’è una nuova Conferenza dei Servizi con tutti gli enti e le istituzioni coinvolte nella formulazione dei pareri. Sarà il momento per saperne di più.

Rilassiamoci un attimo e diamo una scorsa a cos’altro ci ha proposto nella settimana il sito.
Non molti articoli, per la verità, ma quei pochi tutti estremamente interessanti perché propongono attraverso l’elaborazione dei ricordi e le ricerche storiche, il passato di cui non possiamo fare a meno per difendere la nostra identità culturale e costruire il futuro.
Così Pasquale con Buffa è la vita ci porta per mano a conoscere il mondo della sua infanzia con i personaggi che racconta e le descrizioni meticolose degli ambienti, degli oggetti, dei vicoli, delle case fino a farcene percepire gli “odori” e le forme che il tempo ha trasformato.


Silveria con Costellazioni familiari fa una pregevole ricostruzione storica della propria famiglia accompagnata da documenti e foto che parlano da sole. Trapela dalle cose che scrive il rispetto e l’amore verso la propria terra e chi ne ha fatto la storia. Un bell’esempio per tutti.

Rosanna con Umberto Tommasini, il fabbro anarchico ci fa conoscere un personaggio di cui sapevamo poco pur essendo stato tra i primi confinati mandati a Ponza nel 1926 dalla colonia di Ustica. Impegnato politicamente senza riserve fino a patire più volte il carcere apprendiamo molto di questa figura anche attraverso il libro autobiografico scritto in friulano e solo nel 2011 tradotto in italiano.
Quanto materiale – mi dico – per il nostro “costruendo” museo!


Ed infine il bellissimo articolo con cui Silverio ci propone Quando il coraggio era l’essenza della leadership, lezioni di storia, il libro di Emilio Iodice, professore amministratore universitario, un’eccellenza figlio di immigrati ponzesi nato nel Bronx. Vi invito a rileggerlo.

Qui mi piace ricordare il passaggio in cui si parla di coraggio ed in particolare del coraggio politico.
Scrive Iodice il coraggio riguarda le scelte, l’integrità, l’onestà, il carattere che influenza i principi, i valori, il bene pubblico e il conflitto tra ciò che è meglio per il paese e ciò che è meglio per il politico”.
Un messaggio per tutti coloro che da qui a poco più di un mese faranno parte dell’amministrazione della nostra isola.

2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    7 Maggio 2017 at 11:15

    A Proposito di Manifesti politici:

    A mio avviso Umberto De Maio ha detto delle cose oggettive:

    Il paese è diviso; siamo invidiosi l’uno con l’altro;
    e questo molto spesso ci fa commettere un grosso errore cioè quello di “buttare a mare l’acqua sporca con il bambino”.

    Questo è un messaggio rivolto ai ponzesi in chiave elettorale ma non è assolutamente un Manifesto Politico, almeno per quanto mi riguarda.

    I Manifesti Politici, molto modestamente, li scrivo io, perché i miei documenti non individuano un aspetto della realtà economica o sociale, o ambientale o organizzativa ma tutti questi aspetti sono visti nel loro insieme ad individuare l’isola che c’è e attraverso la scelta di obiettivi da raggiungere l’isola che dovrebbe diventare.

    Quindi aspettiamo di vedere i veri manifesti Politici dei contendenti per le elezioni amministrative i quali potranno sicuramente tenere in considerazione le esigenze dei cittadini, delle categorie sociali ed economiche locali, le prospettive organizzative e strutturali ma – a differenza dello sfogo, oppure dell’appello del cittadino – devono avere di tutte queste esigenze: la capacità di sintesi.
    Questa capacità di sintesi la si può cogliere solo se si ha una idea di isola non una idea parziale di economia o di società!

    Questa mia è una precisazione dovuta perché: “possa piacere o no quello che ha scritto il cittadino, imprenditore, ma non bisogna confondere mai la funzione dell’amministrazione della cosa pubblica con una visione della realtà- anche se questa è importante come quella nautico/balneare.

    Se si vuole cambiare, anche dal basso, bisogna capire che non vanno sul Comune a governare gli imprenditori della nautica e neanche gli edili e neanche i pescatori: vanno dei cittadini di Ponza che rappresentano anche queste categorie ma hanno il dovere di sapere amministrare l’isola che è un patrimonio umano-sociale-ambientale in via di estinzione.

    Chiedo quindi ai nuovi amministratori di esporre in campagna elettorale la loro idea di isola che è appunto governo di un territorio limitato in cui vivono delle persone che hanno tanti diritti ma anche doveri e responsabilità per le generazioni future.

  2. Enzo Di Fazio

    7 Maggio 2017 at 12:04

    Vincenzo, concordo con le tue osservazioni. Quando ho usato il termine manifesto politico intendevo solo riferirmi al significato pubblico che il documento ha nel rappresentare i principi e gli obiettivi di una parte dell’imprenditoria isolana. Non a caso ho detto “in un certo senso”.

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