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Costellazioni familiaridi Silveria Aroma
Molti anni fa mi capitò tra le mani un libro, all’epoca non ancora così famoso come divenne in seguito. Si trattava de L’Alchimista di Coehlo. “Pensò a tutta la strada che aveva fatto, e alla strana maniera in cui Dio gli aveva mostrato il tesoro. Se non avesse creduto ai sogni che si ripetevano, non avrebbe incontrato la zingara, né il re, né il rapinatore, né… Be’, la lista è molto lunga. Ma il cammino era indicato dai segnali, e io non potevo sbagliare – disse fra sé e sé”. Invecchio. L’irrequietezza comincia a cedere il passo al piacere delle piccole cose; per fortuna, aggiungerei. Diventerò nonna e mio padre bisnonno (…ti rendi conto, Biagio?!) Se per una vita intera ho seguito il vento di storie lontane e incontrato persone distanti dall’isola, capaci di insegnarmi nuove lingue, adesso ho voglia di guardare nei dettagli quell’albero dal quale discendo. Come nasce una nonna? Voglio partire da lei, la bisnonna di Frontone. Quell’antenata – mai conosciuta – che nei racconti di Silvia era una vera e propria suocera; a me quella donna dal fare sbrigativo e dalla voce roca risultava simpatica, quasi divertente. Raffaela era di figlia di Luigi D’Arco e Rosaria (?) Di Meglio, era una delle otto sorelle di Frontone, tutte femmine abili a governare la terra e andare per mare. Aveva sposato Antonio Mazzella, figlio di Domenico Mazzella e Lucia Vitiello. Il mio bisnonno era nato nel 1870, esattamente un secolo prima di me. Dalla loro unione nacquero sei figli. A quarantatré anni, nonna Raffaela, partorì il suo ultimo figlio, Silverio Mazzella, mio nonno. Il giovane nelle due foto qui sopra è mio nonno, immatricolato presso l’Istituto Superiore Orientale di Napoli nel 1940. Al ritorno, sposò la sua Silvia, mia nonna. Al secolo Silveria Feola, figlia di Agostino Feola e Raffaela Conte, ’a nonn’ ’i pelusce. Divenne – per via dell’insegnamento – ’u maest’ ’i Fruntone. Appassionato di mitologia, era il mio affabulatore preferito, con lui zompettavo nell’orto e andavo a tirare le nasse. Nonna Silvia, al secolo Silveria Feola, era figlia di Agostino Feola e Raffaela Conte, ’a nonn’ ’i pelusce. Peppinella Conte, la mamma di Silvia, era figlia di Domenico Conte e Lucia Mazzella. Del bisnonno Agostino l’unica informazione che mi resta è legata alla sua appartenenza a’ razz’ ’i maruzz’ ’i vasce ’u camp. Suo nonno paterno – raccontava Silvia – animato da uno spirito goliardico, aveva messo a disposizione – per l’occasione del proprio funerale – un barile di vino. I portatori alticci persero il defunto dalle spalle… più o meno all’altezza del Campo Inglese. Raffaela e Agostino ebbero quattro figli: Silvia, Assuntina, Luigi e Domenico. Silvia e il maestro ebbero due figlie Anna (mia madre, nata il 26 luglio giorno di Sant’Anna, protettrice delle partorienti) e Maria Antonietta. Mia madre incontrò mio padre – relegato a Ponza per il servizio militare, in veste di marinaio – era il 1968. In questa foto ci sono i bisnonni dei Conti vissuti abbastanza da tenermi in braccio (anche se non ne ho più memoria), e i miei genitori con me nel pancione; era il 26 ottobre 1969, giorno delle loro nozze. Anna e Biagio hanno avuto tre figlie, io sono la primogenita. A ventitré anni ho sposato Antonio e dal nostro amore sono nati due figli. Riguardo il passato con grande affetto, ma ora aspetto te che mi chiamerai nonna e proseguirai il racconto di questa storia… …Otto von Bismarck-Shonhausen per l’unità germanica si annette mezza Europa mentre io [Sfiorivano le viole, Rino Gaetano – 1976]
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Se per una vita intera ho seguito il vento di storie lontane e incontrato persone distanti dall’isola, capaci di insegnarmi nuove lingue, adesso ho voglia di guardare i dettagli a quell’albero dal quale discendo.
Propongo di ascoltare i Modena City Ramblers in: “La grande famiglia”, un brano del 1996:
https://www.youtube.com/watch?v=_69lx68Hq9E&index=2&list=PLDE3412B5DF137FFE
“…e cucina per i matti e gli insegna a pitturare
gli sorride e loro le rispondono,
Grande grande famiglia eh eh”
Non conoscevo questa canzone, la trovo spettacolare. Grazie Vincenzo!