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Piccolo cabotaggio. (6). Isole Tremiti

di Tano Pirrone
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Cinque isole compongono, insieme con lo scoglio La Vecchia, il minuscolo arcipelago (poco più di 3 kq con circa 450 abitanti): oltre San Domino, che ci ospita nel piccolo approdo, San Nicola, sede comunale, e, disabitate, Capraia, Il Cretaccio e Pianosa, lontana circa 11 miglia marine(1). Al fine di proteggere e preservare l’incomparabile patrimonio floro-faunistico nel 1989 si è data vita alla “Riserva Naturale marina Isole Tremiti”. Con l’istituzione, due anni dopo, del “Parco Nazionale del Gargano”, la gestione della Riserva è passata a questo Ente. Amministrativamente l’arcipelago appartiene alla provincia di Foggia.

L’isola principale che ci ospita, per qualche giorno in più del previsto, a causa di un rigurgito di taedium vitae – sempre in agguato, sempre pronto a smorzare aneliti e farci tornare a sonnecchiare inquieti, ma con un occhio mezzo aperto e lucidamente all’érta -, è caratterizzata da una costa frastagliata che dà origine e forma a numerose cale e calette, insenature poco profonde ricche di rive ombrose e rigogliose di macchia mediterranea(2) [in Ponzaracconta sulle Tremiti, leggi anche: “Ponza e le isole specchio” [2] in due puntate].

In una di queste cale uno dei più estrosi e fecondi personaggi del mondo musicale italiano, e non solo, il compianto Lucio Dalla, aveva acquistato casa e vi risiedeva anche per lunghi periodi. A Cala Matana Dalla compose alcuni dei suoi brani più belli e nella sua isola adottiva più volte organizzò concerti in difesa del mare e contro le ricerche di petrolio nei fondali dell’Adriatico.

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Nel mare circostante(3) l’Arcipelago, infatti, a far compagnia alle isole di terra e pietra, sono sorte isole di acciaio, che non ospitano animali o piante tipiche della macchia mediterranea, ma attrezzature, tecnologie e tecnici incaricati di effettuare ricerche di idrocarburi. Il Ministero dello Sviluppo economico – la cui titolare era all’epoca Federica Guidi, prestata da Confindustria e bruciata poco tempo dopo dal solito scandalo – concesse di trivellare(4) i fondali marini alla società Petroceltic Italia, con sede a Roma e mission di ricercare e coltivare (sic) idrocarburi. A parte la terminologia ridicola – come se gli idrocarburi fossero pomodori sammarzano o zucchine (quelle degli ortolani e degli operai… Come mai come mai… cantavamo nei cortei) sono quanto meno sospetti i termini e i soggetti coinvolti in questa operazione. Sappiamo tutti come finì: si fece un referendum in cui i SI (favorevoli a non permettere le trivellazioni) furono circa l’85% dei votanti, ma la consultazione popolare non raggiunse l’obiettivo avendo votato soltanto poco più del 30% del corpo elettorale(5). Su Ponza Racconta c’è memoria di ciò in un mio racconto Referendum Dum-Dum. Novella distopica [4].

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Trivelle in Adriatico. Notizie al riguardo su Ponzaracconta sono riportate in Rassegna Stampa [6] dell’11 febbraio 2016

Tornando a Lucio Dalla, voglio ricordare l’altro rifugio da lui scovato in un’altra isola, la Sicilia, sulle falde dell’Etna, a circa 30 chilometri di distanza da Catania: Milo, piccola cittadina, spesso lambita o distrutta dalle lave etnee, buen retiro anche di Franco Battiato. Ho voluto ricordare Lucio anche perché lui – nato nella dotta Bologna, città di terra come poche – scelse due rifugi “necessari” e, quindi, molto vissuti: uno nel segno dell’acqua e l’altro nel segno del fuoco.

Le Tremiti sono state luogo di confino come tutte le piccole isole italiane: dal 1792, per volere di Ferdinando IV di Borbone furono sede di colonia penale in cui esiliare i condannati per reati comuni più temuti del Regno di Napoli. Una parte di essi, scontata la pena, rimase sull’isola, allora poco abitata, creando famiglia e radicandovi una parlata dall’inconfondibile accento partenopeo; dal 1911 al 1912 “ospitarono”, a seguito di una rivolta contro gli occupanti italiani, oltre 1300 libici (c’era di tutto: bambini, donne, vecchi, probabilmente raccolti a caso per far numero); fino al 1937 detenuti comuni convissero con i politici che cominciarono ad arrivare dal 1927 fino al 1943. Ma la “colonia” fu arricchita anche da Testimoni di Geova e da omosessuali(6). Nel 1939 vi transitò per pochi giorni anche Sandro Pertini.

Vista la lunga premessa, i due strenui lettori rimasti – non più per curiosità o passione, ma solo per vincolo di parentela o di amicizia – crederanno che il film legato alle Tremiti abbia come tema il confino politico.
Invece no: parleremo di un film che è molto piaciuto a me e ai miei compagni di visione (strettamente privata).

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Un film italiano di quel cinema minore, che spesso cela piccole opere pregevolissime e giovani autori senza tappeto rosso. Ma il tappeto, questa volta, voglio stenderlo io per Stefano Chiantini(7), giovane cineasta abruzzese di Avezzano, che con Isole (2011) racconta l’incontro di tre solitudini (già un arcipelago!) e la storia antica e semplice di un amore fatto di timidezze ed imbarazzi, di sguardi e approcci impacciati: la storia procede e si svolge sotto il tetto di una casa canonica, dove vivono Martina (Asia Argento(8)), chiusa in un inspiegabile volontario mutismo, don Enzo (Giorgio Colangeli(9)), anziano prete, tutore di Martina, semi paralizzato da un ictus, che assume come badante l’albanese Ivan (Ivan Franek(10)), muratore extracomunitario, clandestino, mite, laborioso e sfigato, mònade determinante del trio.

Tre personaggi che si capiscono senza neanche bisogno di parlare diventano tutti insieme un’isola nell’isola, lontano dal resto della gente, soprattutto dalla sorella del prete (Anna Ferruzzo) che vuole occuparsi del fratello e soprattutto della sua “roba” con ostinazione quasi verghiana. Non c’è traccia di scelta documentaria, ma nello spazio in cui si muovono i tre personaggi convivono stati d’animo di natura selvaggia infine pacificata. Asia Argento ci affida una interpretazione di grande rilievo, premiata, giustamente, con il “Globo d’oro 2012” come Migliore attrice protagonista. Martina, isola muta che alleva api, ci riporta indietro con la memoria e ci invita a rivedere due film che con le api c’entrano, e come, ed ancor più con l’ammonizione ad aver cura dei valori di una cultura antica, che va preservata e tramandata: Il volo (1986) di Theodoros Angelopulos ed il più recente Le meraviglie (2014) secondo lungometraggio di Alice Rohrwacher(11), presentato in concorso a Cannes e premiato con il Grand Prix Special du Jury.

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Il volo è un film del 1 [9]986 diretto da Theodoros Angelopoulos, con Marcello Mastroianni

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Alba Rohrwacher nel ruolo di Angelica in Le meraviglie di A. Rohrwacher, 2014

Qui, su YouTube, un’intervista a Stefano Chiantini, all’epoca dell’uscita del film

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Isole «è stato una nuova sfida distributiva di Gianluca Arcopinto(12) per lanciare una provocazione alla nostra distribuzione drogata che non accetta la maggior parte della produzione italiana che non abbia alle spalle una forte produzione»(13).

In conclusione: il film è bello, lontano dalla stereotipata produzione hollywoodiana. Chi vuole vederlo/rivederlo, in mancanza di videoteche pubbliche che possono darlo in visione (come Bibliotu a Roma) o di negozi che ne abbiano disponibilità immediata, può ricorrere all’acquisto sul web(14).

 

Note

  1. L’isola è disabitata, priva di piante arboree e di macchia mediterranea. Sono presenti solo piante grasse, cipolle selvatiche e capperi. Sono interdette, entro i 500 metri dalle coste, sia la balneazione, che la navigazione e la pesca. I pescatori delle Tremiti, utilizzavano, prima dell’interdizione, l’isola di Pianosa per la pesca alle sardine ed alle aragoste.
  2. La macchia è uno dei principali ecosistemi mediterranei. Si tratta di una formazione vegetale arbustiva costituita tipicamente da specie sclerofille, cioè con foglie persistenti poco ampie, coriacee e lucide, di altezza media variabile dai 50 cm ai 4 metri: spesso si tratta di formazioni derivanti dalla foresta mediterranea sempreverde. Fanno parte della macchia mediterranea diverse specie arbustive tipiche, accomunate da alcune caratteristiche (crescita bassa, fusti resistenti, foglie rigide e coriacee) che le rendono capaci di tollerare i venti salmastri che provengono dal mare: erica arborea, euforbia arborea, diverse varietà di cisto, alloro, corbezzolo, mirto, rosmarino, cappero, palma nana, ginepro rosso, ginepro licio, alaterno, orniello, olivastro (olivo selvatico), diverse varietà di ginestra, fillirea. Specie arboree tipiche della macchia mediterranea sono: il leccio, la quercia da sughero e il carrubo.
  3. I testi recitano “al largo”, ma noi che siamo, nonostante il viaggio in barca, ostinati contadini di rito tommasiano, che credono solo a ciò che vedono, preferiamo il più politicamente scorretto “circostante”.
  4. Permesso di trivellazione B. 274. EL.
  5. Da R.it del 17 aprile 2016: < Il quorum al referendum sulle trivelle non è stato raggiunto: ha votato solo il 31,19% degli elettori (dato definitivo, pari a 15.806.788 cittadini che si sono recati alle urne su un totale di 50.675.406 aventi diritto) e quindi la consultazione non è valida. Inutile quindi la netta vittoria del Sì tra chi è andato a esprimere il proprio voto (13.334.764, pari all’85,84 per cento): l’attività di estrazione di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa potrà continuare fino all’esaurimento del giacimento, per le concessioni già attive.>
  6. A questi ultimi non si aggiungerà – nel capolavoro di Ettore Scola Una giornata particolare, 1977 – l’indimenticabile Gabriele, interpretato da Marcello Mastroianni, che evita le Tremiti ma finisce sbattuto in Sardegna.
  7. Classe 1974, laureato al Dams, è autore di sceneggiature e regista. In questa veste ha realizzato cinque lungometraggi: Forse si… forse no, 2004; Una piccola storia, 2007; L’amore non basta, 2008; Isole, 2012; Storie sospese, 2015.
  8. Asia Argento. «L’idea di dover comunicare in un modo più profondo attraverso il personaggio di Martina è stata una sfida» – dice Asia Argento – «Le parole a volte nel cinema sono superflue, bisogna usare il corpo e il cuore. Poi girare alle isole Tremiti a primavera con questa natura che si risveglia dopo l’inverno è stata un’esperienza fondamentale».
  9. Giorgio Colangeli. Laurea in Fisica Nucleare tradita per le tavole del palcoscenico e le luci del cinema. Attore prolifico e caratterista di vaglia ha partecipato a numerosissime opere teatrali, per il cinema e per la televisione. È stato premiato con un Davide di Donatello come Migliore Attore non protagonista (L’aria salata, Alessandro Angelini, 2006).
  10. Ivan Franek. Ceco trapiantato in Francia. Direttore della fotografia e attore. Ha un curriculum vastissimo. Ha lavorato per Stefano Chiantini anche in L’amore non basta, 2008. Ha interpretato Tobias protagonista di Brucio nel vento di Silvio Soldini, 2002.
  11. Il primo lungometraggio, Corpo celeste, è un film del 2011 scritto e diretto da Alice Rohrwacher, all’esordio cinematografico. Ispirato, ma solo nel titolo, all’omonimo libro di Anna Maria Ortese, il film è stato presentato nella Quinzaine des réalisateurs del Festival di Cannes 2011
  12. Documentarista e produttore ampiamente riconosciuto (soprattutto dai giovani filmaker) come uno dei più coraggiosi produttori indipendenti del Cinema Italiano.
  13. Silvana Silvestri, ‘Il Manifesto’, 11 maggio 2012
  14. Si trova a 9,99€ presso La Feltrinelli e su Amazon. Gli altri film citati: Il volo di Theo Anghelopulos si compra presso La Feltrinelli a 7,99€; Le meraviglie di Alice Rohrwacher su Amazon a 6,99€; Corpo celeste di Alice Rohrwacher su Amazon a 12,69€; Una giornata particolare di Ettore Scola su Amazon a 9,29€; L’aria salata di Alessandro Angelini su ebay a 3,99€, su Ibs a 4,99€, su La Feltrinelli a 7,99€; L’amore non basta di Stefano Chiantini su ebay a 3,90€, su Amazon a 6,76€; Brucio nel vento di Silvio Soldini su ebay a 9,90€, su Amazon a prezzi da amatori (fra i 20€ e i 40€, offerto da terze parti). Ricordo che ai prezzi indicati bisogna aggiungere i costi della spedizione. Forse si… forse no, 2004, opera prima di Stefano Chiantini, non risulta essere stato distribuito in commercio.

 

[Piccolo cabotaggio. (6). Isole Tremiti – Continua]

Aggiornamento del 30 maggio 2017

Segnalo un bell’articolo di Erri De Luca sulle isole Tremiti, sull’ultimo Venerdì di Repubblica (del 26 maggio 2017)

File .pdf (tre pagine): “Sono Adriatiche, ma parlano Tirrenico. Colonia penale borbonica, conservano un napoletano saporito di antico. Torno alla mia lingua madre con gli amici del posto (…)”:


Dall’ultimo Venerdi di Repubblica. Erri De Luca. Tremiti [12]