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Penna dopo penna, va in scena Quaresima

di Luisa Guarino

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Domani toglierò la quinta penna a Quaresima, la bambola di pezza che secondo una tradizione popolare di Ponza raffigura il periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua. Resteranno poi solo quella della Domenica delle Palme, scura come le altre, e infine la settima, bianca, che coincide con il giorno della Resurrezione di Gesù Cristo. Ne ho scritto su questo sito tante volte, ma non mi stanco (e spero che i nostri lettori non si stanchino), sempre per ottemperare a quel principio che abbiamo scelto come tratto distintivo, “prima che il tempo cancelli le tracce… “.

Naturalmente seguo questa consuetudine perché è passata da mia nonna a mia madre e da lei a me: immagino che dopo di me si interromperà. Del resto, anche parlando con qualche amico ponzese che non vive sull’isola ho avuto modo di constatare che non mantiene né conosce proprio questa tradizione. E’ un po’ come per le abitudini culinarie. Restando in tema pasquale ad esempio lo scorso anno nel nostro gruppo redazionale abbiamo constatato che solo per la pastiera esistono tante ricette diverse, da famiglia a famiglia. Figurarsi per Quaresima.

Di questa bambola un po’ tristanzuola possiedo più di un esemplare: uno l’ha realizzato nonna Fortunata, l’altro zia Carolina, sorella di mio padre. Ebbene, quest’anno ho voluto esporre quest’ultima, che devo dire ha un’espressione un po’ furbetta: quindi chissà cosa penserà quando domenica dopo domenica mi metto davanti a lei e le tiro via (in maniera del resto assolutamente indolore) una penna per volta.

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Ricordo di aver scritto di questa tradizione ponzese tanti tanti anni va sul quotidiano Latina Oggi, in un inserto dedicato proprio ai riti e alle consuetudini legati alla ricorrenza di Pasqua. Ricordo ancora il titolo: “Quella penna bianca che parla di primavera”, e ricordo altresì i commenti e le reazioni, piacevolmente sorpresi, di lettori e amici. Erano tempi in cui non esisteva Fb, né gli “i like”. Solo una telefonata per dire: “Mi è piaciuto quello che hai scritto: non lo sapevo e mi ha incuriosito”.

Comunque, poiché sono un’ottimista convinta, invito i lettori di Ponzaracconta che avessero in casa una Quaresima di pezza (o di altro materiale) a mandarci una foto. Se non altro, per non far soffrire la mia di solitudine.

Aggiungiamo le foto di alcune Quaresime isolane:

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