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Ischia e Ponza, un gemellaggio nel segno degli antichi coloni
Riprendiamo integralmente dal giornale on-line www.ildispariquotidiano.it questo articolo di stretta attualità e di particolare rilevanza simbolica, affettiva e sperabilmente pratica per le due isole
Cinquantadue famiglie inviate da Ischia a Ponza in seguito all’editto di Re Carlo III di Borbone, che il 30 ottobre del 1734 concesse loro alcuni terreni dell’isola. Tra i primi ci fu Mattia Mazzella, dal borgo di Campagnano: salpò alla volta dell’isola laziale a bordo di un piccolo veliero con la moglie Giulia e sette figli. In quattrocento, spinti dalla miseria, seguirono il suo esempio. Una storia che rivive, tra l’altro, nelle pagine della “Monografia per le isole del gruppo ponziano”, un prezioso testo del 1855 dello storico Giuseppe Tricoli: “Fra primi abitatori arrivati nell’Isola – racconta –, ci fu l’eremita Giuseppe Scotti di S. Angiolo, che vi morì decrepito, variando di dimora in diversi punti di Ponza, e sono memorate le di lui celle in luoghi balzosi e di pericoloso accesso. Indi lo raggiunse Pietro Migliaccio di Campagnano, onde trovarvi sicuro asilo, perché ricercato dalla giustizia per reato di ferita; conducendosi la moglie Antonia Sirabella coi figli, cioè due femine ed i maschi Gennaro, Pascale, Giuseppe, e Sabato, occupando la contrada Sant’Antuono, ed il Fieno, e tuttora lascia numerosa di scendenza. Lo seguì il suo compare Mattia Mazzella con la moglie Giulia Arcamone, e dei figli tre donne, coi maschi Sabato, Michele, Fabrizio, e Bartolomeo, situandosi nel diruto monistero, col ritenere l’intera vallata di S. Maria, ove tuttavia compone un casale abitato esclusivamente da 400 Mazzelli suoi discendenti”. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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